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Mastro Gosens e quei gol di nome mentalità: così si trascina anche senza segnare

Mastro Gosens e quei gol di nome mentalità: così si trascina anche senza segnare - immagine 1
Gosens ha detto parole forti dopo la vittoria col Lecce. Dichiarazioni da leader che dimostrano grande intelligenza e maturità. La Fiorentina aveva bisogno di un uomo e di un giocatore così
Stefano Niccoli
Stefano Niccoli Redattore 

“Posizione di preminenza con funzione di guida in uno schieramento politico o culturale, o in una attività o in un'impresa”.

Così il dizionario italiano definisce il sostantivo leadership. Il termine cade, come si suol dire, a fagiolo se analizziamo le dichiarazioni rilasciate da Robin Gosens al termine di Lecce-Fiorentina. “Forse a quattro perdo il mio potenziale offensivo, ma avere la mentalità vincente vuol dire anche sacrificarsi. Se abbassarsi vuol dire dare una mano alla squadra a vincere, mi sacrifico volentieri", ha detto il tedesco. 


Parole forti, importanti, trasparenti. Portatrici sane di entusiasmo e convinzione. Quelle di un leader, appunto. E Gosens, sebbene sia arrivato da pochi mesi a Firenze dopo la deludente esperienza a Berlino, lo è. Senza se e senza ma. Gli ci è voluto poco per diventare una colonna portante della prima Fiorentina targata Raffaele Palladino. Già contro il Monza ha fatto vedere, gol a parte, di avere una marcia in più sulla fascia sinistra. 

Ecco, quella marcia l’ha dovuta scalare all’indietro con il passaggio al nuovo modulo. La difesa a tre lascia spazio a quella a quattro, Biraghi si siede in panchina e Gosens gli prende il posto sull’out mancino. “Abbiamo una Ferrari, ma la lasciamo parcheggiata in garage”: opinione di gran parte dei tifosi commentando la “rivoluzione” tattica operata da Palladino qualche settimana fa. E’ vero, probabilmente il “motore” di Gosens è depotenziato, ma non importa. E qui torniamo alle sue parole nel post gara di Lecce. Non conta il singolo per quanto forte possa essere (parole simili le ha pronunciate in un contesto diverso Fonseca sul Milan e Leao), ma il bene della squadra. E, di conseguenza, gli obiettivi da raggiungere. Parole di grande maturità. Ma, soprattutto, dimostrazione di un’intelligenza superiore. La Fiorentina aveva bisogno di un uomo, oltreché di un giocatore, così.

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