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Oltre 25 anni dopo: Pioli è la voglia di un segnale chiaro alla piazza

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Il tifo viola si è espresso, adesso aspetta una mossa della società. Pioli può calmare gli animi della tifoseria?
Tommaso Ormini

Come scriveva David Guetta poche settimane fa, il tifo è sempre stato di natura polemico. Una verità inconfutabile, visti i fischi in passato anche a delle leggende come Batistuta, Toldo e Rui Costa. A Firenze, ma come a Roma, questo aspetto è particolarmente evidente. Alla fine è la natura dell'essere umano, l'insoddisfazione perenne, il non "accontentarsi" di quello che si ha. Però si arriva a un certo punto in cui le pretese diventano necessarie. Come disse Pradè in una sua storica conferenza stampa: "Il tifo viola è abituato al bello". Questo bello di cui parlava Pradè manca a Firenze da tanti anni, forse proprio dalla Fiorentina di Paulo Sousa, o se vogliamo da quella del primo Montella. Una squadra con dei calciatori con la c maiuscola, che faceva divertire Firenze nonostante non abbia vinto niente.

Ricordiamo che anche quella Fiorentina fu aspramente contestata. Storico rimane l'episodio del ritorno al Franchi di Siviglia, semifinale di Europa League. "Oh Montella portaci a Varsavia" intonava la curva viola, uno sfottò bello e buono, visto che i viola erano sotto di cinque gol nel doppio confronto.

Assurdo pensare ai fischi di quegli anni, guardando la situazione attuale. Una squadra che per tre anni consecutivi arrivò quarta in classifica, che all'epoca però non valeva la qualificazione alla Champions League. La situazione adesso non è diversa nel concetto, si è solo traslata verso il basso. Ai tempi era venuta a noia l'Europa League, considerata come una coppa da fare con le riserve a Firenze. Adesso quella coppa è diventata la Conference League, con l'Europa League che oramai sembra diventata un'impresa da raggiungere.

Pioli porterebbe un messaggio

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Palladino si è dimesso, con un accordo di riservatezza che non spiega i motivi di questa decisione. La sua annata, paradossalmente, è stata la migliore a livello di punti in Serie A dai tempi proprio di Montella. Adesso il prescelto sembra esser Stefano Pioli, questione Nazionale con il doppio ruolo di Ranieri permettendo. Un allenatore che conosce Firenze e che qui ha vissuto esperienze di vita che nessuno dimenticherà mai.

Quello che pare importante sottolineare è lo status attuale dell'allenatore parmense rispetto alla Fiorentina: ancora recentemente campione d'Italia, semifinalista in Champions League, un'esperienza con un professionista planetario come Cristiano Ronaldo. Vi ricordate qual è stato l'ultimo tecnico che è arrivato alla Fiorentina con un pedigree di questo tipo? Palladino, Italiano, e Montella sono cresciuti in viola, Prandelli ci si è consacrato, Sousa intrigava ma non era certo un profilo di rilievo. Bisogna risalire a Terim, che arrivava da tanti titoli in Turchia e dalla Coppa UEFA, e infine a Trapattoni, arrivato nel 1998 per succedere a Malesani e puntare a una definitiva affermazione.

Più di 25 anni dopo, sarebbe una novità in quel di Firenze, vista la politica viola nell'ultimo quarto di secolo sugli allenatori. Uno stipendio di circa tre milioni, più alto dei precedenti e che forse fa intendere le volontà di questa società, che riaffidandosi a Pioli, l'ultimo tecnico prima del passaggio di proprietà nelle mani di Commisso, proverebbe a chiudere un cerchio per aprirne uno nuovo e (auspicabilmente) con un raggio ben maggiore.