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Il fattore Pioli ha cambiato il vento. L’attesa per Kean e i colpi ancora da fare

Il fattore Pioli ha cambiato il vento. L’attesa per Kean e i colpi ancora da fare - immagine 1
La scelta di puntare sul tecnico emiliano ha sicuramente calmato gli animi della piazza, ma adesso serve un mercato all'altezza delle tanto sbandierate ambizioni
Matteo Magrini

Cosa può, un uomo. Cosa può, con la sua sola presenza, un allenatore. Oggi va di moda parlare di “aura” e se è vero che non è esattamente la prima parola che viene in mente quando pensi a Stefano Pioli è altrettanto innegabile che, apparenze o meno, è bastato il suo arrivo per far cambiare totalmente l'aria che tira attorno alla Fiorentina. Per questo, anche se ovviamente non solo per

questo, Daniele Pradè non ha avuto il minimo dubbio quando si è trattato di trovare il sostituto di Raffaele Palladino. Avrà magari pensato a qualche altro “big”, così come ha valutato un paio di profili alternativi (Farioli soprattutto) ma l'unico, vero tentativo concreto l'ha fatto proprio per Pioli. Perché sapeva, il diesse, cosa serviva in un momento in cui in città per la prima volta dopo tanto tempo il vento aveva preso a soffiare in faccia alla società. Sia chiaro. Ciò non significa che le contestazioni siano definitivamente alle spalle o che il comunicato della curva sia già carta straccia. Non è così, e non potrebbe esserlo. Diciamo che l'aver puntato su un allenatore affermato e di primissimo livello e non su un giovane da far crescere ha quantomeno placato gli animi e ha regalato al club un po' di credito e serenità rispetto alla fortissima pressione che si stava creando. Il fatto poi che Stefano sia poi un uomo amato dalla piazza, e legato alla città da un legame indissolubile, non fa altro che rafforzare il concetto. E così ecco l'ottimo inizio della campagna abbonamenti, la risposta piena di entusiasmo in vista della serata al Viola Park, la rinnovata voglia di Fiorentina che, nessuno se lo scordi mai, dev'essere alimentata e curata con enorme cura perché è il vero valore aggiunto.


L'importante, bene metterlo in chiaro fin da subito, è non pensare o sperare di potersi “parare” dietro a Pioli in eterno. Stavolta infatti, eventuali errori della società, difficilmente verrebbero scaricati sull'allenatore. Anzi. Possiamo scommettere fin da adesso che al contrario di quanto accaduto in passato (anche recentemente) in caso di risultati o situazioni negative nel mirino finirebbero prima di tutto i dirigenti e probabilmente, in seconda battuta, i calciatori. Un aspetto che chi di dovere dovrà avere ben stampato in testa anche e soprattutto durante l'estate e, quindi, da qua alla fine del mercato. Nessuno insomma, pensi che basti la figura del mister per “sentirsi al sicuro”. La scelta ha sicuramente influito in positivo sul clima, così come il fatto che un tecnico come Pioli abbia accettato di tornare può far ben sperare riguardo alle tante volte sbandierate “ambizioni”. Teoria, da trasformare in pratica dopo un avvio di mercato certamente incoraggiante.

Come? Dando seguito alle voci fatte trapelare ultimamente secondo le quali nel mirino ci sarebbero ancora: almeno un centrocampista di spessore; una seconda punta di prospettiva, un vice Dodò e, forse, un difensore centrale. Tutto, va da sé, al netto di cosa accadrà là davanti. A proposito. Restano poche ore prima che scada la clausola di Moise Kean e tutti si augurano che gli interessamenti delle scorse settimane non si trasformino in offerte concrete. Di certo, anche da questo punto di vista, la presenze e l'intervento di un tecnico come Pioli avrà sicuramente giocato un ruolo importante. Soprattutto perché l'addio di Palladino aveva colpito Moise e si può star certi che il bomber non avrebbe accolto allo stesso modo qualsiasi allenatore. Ad oggi comunque, e con la consapevolezza che tutto può cambiare nel giro di cinque minuti, sono tre le porte aperte: il rinnovo con la Fiorentina, l'Al Hilal e il Manchester United. Non resta che aspettare, sperando poi che il ragazzo e il suo agente rispettino la parola data e che eventualmente, dal 16 in poi, mettano da parte qualsiasi pensiero di addio.