Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

esclusive

Gudmundsson in campo: come cambiano i viola. La scintilla che serve ai gigliati

Gudmundsson in campo: come cambiano i viola. La scintilla che serve ai gigliati - immagine 1
L'islandese chiamato a dare uno sprint ai gigliati: ecco come potrebbe agire in fase offensiva e di non possesso
Niccolò Ghinassi
Niccolò Ghinassi Redattore 

Scavallata la metà di settembre, la Fiorentina di Palladino è ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale, le prestazioni non sono state pressoché mai convincenti e, in questo contesto, urge inevitabilmente una nuova energia, una scintilla che accenda la squadra e riporti entusiasmo nella tifoseria per spingere i viola verso parti della classifica più ambite. Certo, è ancora presto alla quinta giornata di campionato per trarre conclusioni affrettate, ma quel che emerge attualmente è sicuramente l'estrema necessità di dare un'identità forte alla squadra e di accendere la miccia che faccia detonare l'entusiasmo di giocatori e tifosi. Ecco che allora la partita coi biancocelesti di domani diviene fondamentale. E proprio in quest'ottica il giocatore maggiormente sotto osservazione è lui:  Albert Gudmundsson.

Un acquisto importante

—  

Gudmundsson che sulla carta è il giocatore più forte dell'attuale rosa gigliata, Gudmundsson che, tra prestito, riscatto e bonus, è stato il giocatore più pagato nell'ultima sessione di mercato estiva della Fiorentina (LEGGI QUI I DATI DEL MERCATO DEI VIOLA). Va da sé che tutti si aspettano molto da questo giocatore, e che è proprio lui, quindi, che è chiamato a dare una scossa all’ambiente ed a rendersi utile per trovare finalmente la prima vittoria in campionato dopo i punti sprecati con Parma, Venezia e Monza (l'Atalanta non ce la mettiamo, ma anche dal match di Bergamo si poteva tirar fuori qualcosa in più).


L'assetto dei viola con Gudmundsson

—  

Dalla sua Palladino ha già sperimentato con l'Atalanta un modulo che potrebbe essere intrigante per Gudmundsson e per la Fiorentina: 3-5-1-1 o 3-5-2 con l’ex Genoa che agisce alle spalle di Moise Kean o che gli sta vicino e gli gira attorno a metà tra un trequartista ed una seconda punta. Nel Genoa giocava così, in fase di possesso Gudmundsson arretrava anche fino alla linea di metà campo per ricevere il pallone, con Retegui che rimaneva su come riferimento e l'islandese che si proponeva per coordinare la manovra d'attacco del Grifone, uno spirito di iniziativa che in questo avvio di stagione servirebbe più che mai ai gigliati. In fase di non possesso, Gudmundsson si abbassava occupando una posizione intermedia tra i tre centrocampisti e l’attaccante, rimanendo comunque un punto di riferimento per la ripartenza rossoblu. Insomma, faceva quello che forse manca ai viola in questo momento, ovvero fungeva da sostegno e rifinitore della prima punta, con Kean che in questo momento di forma potrebbe, forse, esser ancor più valorizzato dall'islandese. Certo, anche il 3-4-2-1 o il 4-3-2-1 potrebbero essere congeniali al nuovo 10 viola, libero in questi casi di agire sulla trequarti con il sostegno di un compagno di reparto, ma stando alle prestazioni ed all'attuale rosa gigliata, forse il 3-5-1-1 o 3-5-2 che dir si voglia, potrebbero davvero essere gli assetti della svolta per lui e per i viola.

Tempus fugit

—  

La speranza è questa, che i viola ripartano dal suo giocatore con maggior qualità, e la partita di domani ci dirà se Palladino ha già delineato la sua Fiorentina "islandese" o se per Gudmundsson non è ancora tempo di salire in cattedra. Tempus fugit nel frattempo, ed i punti che la Fiorentina e Palladino possono lasciarsi sfuggire nelle prossime delicate partite sono davvero pochi per una squadra chiamata a mettere sul campo, a un mese e mezzo dall'inizio della stagione, prestazioni più concrete e meritevoli per una squadra "ambiziosa".

Gudmundsson

 

tutte le notizie di