L'assetto dei viola con Gudmundsson
—Dalla sua Palladino ha già sperimentato con l'Atalanta un modulo che potrebbe essere intrigante per Gudmundsson e per la Fiorentina: 3-5-1-1 o 3-5-2 con l’ex Genoa che agisce alle spalle di Moise Kean o che gli sta vicino e gli gira attorno a metà tra un trequartista ed una seconda punta. Nel Genoa giocava così, in fase di possesso Gudmundsson arretrava anche fino alla linea di metà campo per ricevere il pallone, con Retegui che rimaneva su come riferimento e l'islandese che si proponeva per coordinare la manovra d'attacco del Grifone, uno spirito di iniziativa che in questo avvio di stagione servirebbe più che mai ai gigliati. In fase di non possesso, Gudmundsson si abbassava occupando una posizione intermedia tra i tre centrocampisti e l’attaccante, rimanendo comunque un punto di riferimento per la ripartenza rossoblu. Insomma, faceva quello che forse manca ai viola in questo momento, ovvero fungeva da sostegno e rifinitore della prima punta, con Kean che in questo momento di forma potrebbe, forse, esser ancor più valorizzato dall'islandese. Certo, anche il 3-4-2-1 o il 4-3-2-1 potrebbero essere congeniali al nuovo 10 viola, libero in questi casi di agire sulla trequarti con il sostegno di un compagno di reparto, ma stando alle prestazioni ed all'attuale rosa gigliata, forse il 3-5-1-1 o 3-5-2 che dir si voglia, potrebbero davvero essere gli assetti della svolta per lui e per i viola.
Tempus fugit
—La speranza è questa, che i viola ripartano dal suo giocatore con maggior qualità, e la partita di domani ci dirà se Palladino ha già delineato la sua Fiorentina "islandese" o se per Gudmundsson non è ancora tempo di salire in cattedra. Tempus fugit nel frattempo, ed i punti che la Fiorentina e Palladino possono lasciarsi sfuggire nelle prossime delicate partite sono davvero pochi per una squadra chiamata a mettere sul campo, a un mese e mezzo dall'inizio della stagione, prestazioni più concrete e meritevoli per una squadra "ambiziosa".
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