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Squadra irriconoscibile

Fiorentina, la lezione di Conceiçao vale anche per te: per vincere serve volerlo

Fiorentina squadra contestata dopo Fiorentina-Torino
Nonostante la superiorità numerica, i viola non hanno chiuso la gara nel secondo tempo, anzi hanno tenuto in partita l'avversario
Stefano Niccoli
Stefano Niccoli Redattore 

Il segno in schedina è X, ma è come se ci fosse scritto 2. Sì, perché il pareggio contro il Torino è assimilabile ad una sconfitta. Inutile girarci troppo intorno. La Fiorentina non c'è più, sciolta come neve al sole. Se non verrà messo al più presto un freno a questa deriva, il rischio di buttare all'aria quanto di buono fatto fino all'inizio di dicembre è alto. Altissimo. La sconfitta contro il Napoli poteva essere, in qualche modo, giustificata perché rimediata contro una squadra più forte. Il pari contro il Torino no. Per niente. Perché arrivato in casa e, soprattutto, avendo avuto la superiorità numerica di un uomo per quasi un'ora. Se la Fiorentina fosse stata una Squadra con la S maiuscola, con una mentalità vincente, sarebbe entrata in campo nel secondo tempo col chiaro intento di chiudere la gara cercando di segnare altri gol. Ranieri e soci avrebbero dovuto azzannare la preda soffocandola.

L'hanno, invece, tenuta in vita. Pranzo amaro, indigesto. La Fiorentina è ancora in un'ottima posizione di classifica, niente è perso, ma la sensazione (o la certezza?) è che il giochino si sia rotto. "Se non hai la base, la voglia, la fame, la voglia di vincere la partita e ogni duello come se fosse quello decisivo. Qui manca questo". Così Sergio Conceicao dopo la sconfitta del suo Milan contro la Juventus. Parole che possiamo traslare tranquillamente in ambito Fiorentina. Ed è questo l'aspetto che più preoccupa e che più fa arrabbiare i tifosi: la squadra non ha avuto la voglia e la forza di vincere. Se la Fiorentina avesse messo all'angolo il Torino creando azioni su azioni, nessuno le avrebbe potuto rimproverare niente. Anzi, le sarebbe stata riconosciuta la volontà e la caparbietà di provare ad uscire dal Franchi coi tre punti. Così, però, non è stato. La ripresa è stata una sciagura, un encefalogramma piatto. Dispiace scriverlo, ma, ad oggi, la dura e cruda realtà è questa.

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