00:57 min
L'analisi

Fiorentina, quando l’imprevedibilità non è di casa

Saverio Pestuggia Direttore responsabile 
Appunti sulla prestazione degli attaccanti della Fiorentina ieri sera all'esordio di Conference League.

Il calcio è materia semplice a che se qualche 'santone' lo vorrebbe far diventare complicato e pieno di tattiche spesso astruse. Tanti anni fa il grande Sven Goran Eriksson ospite a Radio Blu mi disse "Nel calcio bisogna attaccare velocemente e difendersi cercando di rallentare le azioni degli avversari". Concetti semplici che negli ultimi anni con il possesso palla estenuante (che barba!!!) il calcio ha perso. Si preferisce partire dalla difesa per fare uscire dal guscio gli avversari capovolgendo i concetti di Sven. Pensatela come volete, ma io do sempre ragione al compianto tecnico svedese. Vorrei velocità e imprevedibilità con qualche giocatore che crei superiorità numerica soprattutto sulle fasce con dribbling ficcanti o sovrapposizioni, per intendersi, come quelle di Dodò.

Tutto questo lungo prologo per mostrarvi come gli esterni impiegati ieri sera non abbiamo mai o quasi creato superiorità facendo il solito movimento mono direzionale che ormai tutti hanno imparato a conoscere. Certamente non tutta la colpa del primo tempo assai brutto deve ricadere su Sottil e Ikoné con il francese a cui l'amico David Guetta ha assegnato un 6 in pagella. I centrocampisti raramente hanno rischiato il passaggio in verticale anche per lo scarso movimento dei quattro giocatori offensivi  quindi anche Beltran e Kouamé che è in grande difficoltà quando deve dialogare nello stretto. Sulle fasce Kayode è apparso timoroso e lontano parente del baldanzoso giovanotto esploso nella scorsa stagione. Parisi ha alternato qualche uscita a buoni recuperi, ma non ha quasi mai creato problemi ai gallesi.

Ma, ripeto, dove è d'obbligo creare superiorità numerica saltando l'uomo è sulle fasce e ieri non abbiamo mai visto niente di tutto questo. Nel grafico sulla sinistra i passaggi di Sottil quasi tutti, salvo un paio, a compagni che si trovavano alle sue spalle. In grigio quelli non andati a buon fine. A destra Ikoné con la medesima situazione salvo un paio di passaggi orizzontali in area di rigore. Per entrambi mancanza di imprevedibilità e uscita quasi sempre sul piede migliore. Sarebbe troppo lungo analizzare i passaggi di tutti i compagni e quindi prendiamo ad esempio più in basso quelli compiuti da Gudmundsson nei 30 minuti in cui è stato in campo.

 

 

Anche l'islandese ha passato spesso la palla indietro ma un paio di volte ha servito palloni importanti in violetto nel grafico che non sono stati sfruttati a dovere a Kouamé e Kean. E poi ha svariato a destra e sinistra non restando ancorato su una fascia.