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Fiorentina e Juve sono società amiche: perché non ce lo diciamo chiaro e tondo?

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Oppure vogliamo raccontarci che gran parte dei loro "scarti" finisce a Firenze per caso? Che è solo una coincidenza se ogni tre per due prendono il nostro giocatore migliore?
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Questo che avete iniziato a leggere dovrebbe essere un editoriale, un commento, un pezzo di opinione, ma si fa fatica in questo caso a parlare di opinione perché i fatti sono fin troppo alla luce del sole. Sono ormai cinque anni che la Fiorentina preleva spesso e volentieri i giocatori che la Juventus non impiega più, magari anche a prezzi notevoli, e cede ai bianconeri in maniera sistematica il proprio miglior giocatore. "Chiesa non sarà il mio Baggio", diceva Commisso in sede di presentazione. Non solo Chiesa, ma anche Vlahovic e ora Nico Gonzalez. Uno, due e tre, sistematicamente appunto, e se vogliamo ci possiamo mettere anche Bernardeschi dalla gestione Della Valle, tanto per completare il quadro. Ma rimanendo all'ultimo lustro, un affare può essere un caso, due una coincidenza, tre è una prova: tra Firenze e Torino esiste un canale preferenziale.

Respiriamo un attimo. Non state leggendo un pezzo di critica: sappiamo bene qual è il sentimento diffuso verso la Vecchia Signora in città, ma ci limitiamo a esporre i fatti. Il nostro commento vuole stimolare il vostro, più che altro. Avere rapporti particolari con determinati club non è un reato e nemmeno una novità. "Abbiamo aiutato la Roma, Tiago Pinto è un amico", diceva a luglio 2023 a Sky l'ad del Sassuolo Giovanni Carnevali parlando dell'acquisto dei giovani Volpato e Missori dai giallorossi, che allora avevano bisogno di fare cassa. Solo che rilevare la Fiorentina e mettere in piedi un asse tanto forte proprio con la Juventus è qualcosa che non sappiamo individuare con certezza nella zona grigia tra la strategia e l'inconsapevolezza di dove ci si trova. C'è una frase di Don Pino Puglisi che qui usiamo senza riferimenti al contesto storico in cui è stata formulata: “È difficilissimo morire per un amico, ma morire per dei nemici è ancora più difficile".


Predicare "bene", razzolare "male"

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Bene, male, dipende tutto dai punti di vista. Nemica è la Juventus per Firenze da quel maledetto 1982 ("meglio secondi che ladri") e a maggior ragione dal dittico finale UEFA ad Avellino-acquisto di Baggio nel 1990. Nemica parrebbe la Juventus per il Rocco Commisso patron viola, che più volte ha attaccato anche pubblicamente i bianconeri per i conti fuori dai parametri, per le cessioni stesse di Chiesa e Vlahovic, per episodi di campo. Addirittura, dall'America veniva fatto ventilare che sarebbero state alzate le barricate per Gonzalez. Però, alla fine, la questione non torna. Peste e corna, e poi oltre 8 milioni per Mandragora e fino a 18 per Kean, sperando di pagarli tutti perché vorrebbe dire tanti gol per l'attaccante in riva all'Arno. Peste e corna, e poi va da loro anche Nico. Ed ecco profilarsi l'ennesima operazione sul binario opposto, con Kostic, manco a dirlo un altro scarto, messo addirittura fuori rosa, pronto a vestirsi anche lui di viola.

Diciamocelo, mettiamoci il cuore in pace: altrimenti è uno stillicidio, un eterno ritorno dell'uguale da Nietzsche Gonzalez, più che Nico Gonzalez. C'è chi non accetterà mai la verità dei fatti, ma c'è anche chi, col tempo, potrebbe scendere a patti con questa faccenda, se la si vuol portare avanti. Normalizziamola, sdoganiamola. "Sì, è vero, il rapporto con la Juventus è ottimo. Sappiamo che è una realtà difficile da accettare per motivi noti, ma è quello che riteniamo più giusto per la salute della Fiorentina". E' una dichiarazione che richiede coraggio, qualcosa che può scatenare grande rabbia sul momento; ma che alla lunga toglierebbe ossigeno a tutte le supposizioni, a tutte le recriminazioni, a tutte le manifestazioni di sgomento della piazza ad un'ennesima cessione di un top o acquisto di un esubero. E anche a tutti i pezzi di commento tipo questo che avete appena letto.

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