Allegri e...Spalletti
—Ad aiutarlo, almeno come figura di riferimento, pare essere stato l'ex allenatore bianconero, Massimiliano Allegri. Non a caso, Fagioli ha raccontato in conferenza stampa di "una chiamata quasi da padre a figlio" tra lui e Allegri relativamente al suo futuro da calciatore, diviso, fino ad una settimana fa, tra Marsiglia e Fiorentina. Nel 2018, Max (come lo chiamano a Torino) parlava già così del talento smisurato del classe 2001:
Abbiamo un ragazzo, che si chiama Fagioli ed è 2001. Vedere giocare quel ragazzo a calcio, è un piacere. E' uno che conosce il calcio, che conosce i tempi di gioco, che sa quando si smarca, che sa quando si passa la palla. Veramente, è bello vederlo giocare
Se dobbiamo fare un'analisi tecnica, direi che possiamo affidarci a questa considerando che, non solo Allegri, ha sempre visto in lui qualcosa di speciale; Luciano Spalletti, pur di avere con sé Fagioli all'Europeo, ha affrontato l'ira della stampa e il pensare comune. Così, il CT azzurro, ha difeso la sua decisione:
Fagioli ha qualità uniche, che mancano ai centrocampisti italiani. La mia è una scelta tecnica. E' un giocatore che vede spazi che nessuno riesce a vedere
Thiago Motta
—Ad avvalorare però le parole di Fagioli ([…]sono il ragazzo che vedete ora, tranquillo, sereno e molto felice di essere qua[…]), sono le sue successive dichiarazioni ai canali ufficiali della Fiorentina in cui non nasconde il suo obiettivo di vincere la Conference League; il tutto abbinato ad una leggerezza non da sottovalutare, nel suo parlare. Insomma, idee chiare e qualche sassolino dalla scarpa da eliminare. Il rapporto con Thiago Motta non è mai veramente sbocciato, anzi. Inevitabilmente, dopo la stagione precedente vissuta dal ragazzo, Motta aveva, in qualche modo, il compito di dare a Fagioli la fiducia necessaria per riprendere a pieno regime il tabellino di marcia. Al tecnico bianconero, secondo quanto ha riportato la Gazzetta dello Sport, non sono piaciute, a livello di temperamento, le sue prestazioni, facendolo scalare piano piano sempre più verso il basso nelle gerarchie.
Troppa poca fiducia? Ha colpa il ragazzo? Ha colpa l'allenatore?Con Moise Kean abbiamo imparato a non fidarci troppo dei numeri, soprattutto di quelli di un giocatore di qualità proveniente dalla Juventus. Ricordate le 8,5 partite giocate da Fagioli da luglio ad oggi? Kean, in tutta scorsa stagione, è riuscito (ironicamente, vedendo quanto sta facendo attualmente) a giocare meno: 654 minuti distribuiti in 20 presenze, circa 7,2 partite (da 90 minuti) sulle gambe.
Un passato difficile e un venturo da tutelare: oggi, Firenze per Fagioli rappresenta il vero trampolino di lancio per estraniarsi prima, dal suo difficile passato, e poi dalla protezione dei tecnici (ad esempio di Allegri e Spalletti) nei suoi confronti; cosa che, alla lunga, può suonare quasi come una scusante alle sue prestazioni. Firenze per ritrovarsi, dimostrare e scrivere la propria storia. Come ieri per Kean, oggi per Fagioli: un ragazzo che ha un futuro (23 anni) ancora tutto da scrivere.
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