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De Gea-Sommer, sfida Scudetto: quel “no” al Bayern Monaco e la staffetta mancata

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E' tutto vero: si parla di sfida Scudetto in vista di Fiorentina-Inter. Una sfida tra due ottime squadre con due ottimi portieri
Marta Bucalossi

Fiorentina-Inter, una delle sfide più attese, ma anche una sfida tra i pali. Le squadre infatti hanno due dei migliori portieri della Serie A e non solo (Gosens lo ha detto dopo Genova: "De Gea tra i migliori portieri in A". E David: "Solo in A...?") Due portieri ormai non più giovanissimi (De Gea 34 anni, Sommer 35 anni) che stanno dimostrando però che l’età non conta.

Due scuole differenti

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Sono due giocatori fisicamente simili, entrambi dotati di grande agilità e ottimi riflessi. De Gea non copre la porta con la sua fisicità, ma riesce a raggiungere palloni che sembrano inarrivabili. La sua casa è tra i pali, ma all’occorrenza sa giocare con la squadra e addirittura verticalizzare quando c’è lo spazio (ne sa qualcosa Kean che ha approfittato dell’assist per il goal del 3-1 contro il Verona).


Mentre Sommer, anche lui con riflessi felini, risulta decisivo dal dischetto: ha parato circa il 20% dei rigori affrontati, neutralizzando anche gente non da poco, come Kylian Mbappé ad Euro20 e, purtroppo per l’Italia, Jorginho nei due match di qualificazione a Qatar 2022. Vi ricorderete certo, poi, il primo rigore fallito da Nico Gonzalez a Firenze l'anno scorso. Forse c'entrano qualcosa gli occhiali magici con cui si allena, gli Strobe Glasses, con una tecnologia simile a quella delle luci stroboscopiche che migliora i riflessi e la valutazione della traiettoria del pallone frammentando l'immagine percepita, ma il succo del discorso è che i nerazzurri in porta hanno un "nonnetto" dai riflessi straordinari.

L'incrocio mancato

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Entrambi, seppur in squadre diverse, hanno avuto percorsi analoghi. Il portiere spagnolo inizia la sua carriera come attaccante, ed è solo in seguito che scopre che quei goal invece di segnarli, preferisce pararli. Cresce nelle giovanili dell’Atletico Madrid facendo il suo esordio in prima squadra prima in Champions League che in campionato. Infatti, con il primo portiere al mondiale Under 20, e il secondo infortunato, tocca al giovane De Gea. Ma la titolarità gli viene data con il nuovo l’allenatore che chiede al preparatore dei portieri chi dei tre fosse il più forte, sentendosi rispondere “el niño”, il bambino. Nel 2011 si trasferisce al Manchester United dove rimane fino alla stagione 22/23 vincendo diversi trofei (e lasciando il posto a Onana preso proprio dall’Inter). Durante quell’estate viene accostato a diverse squadre tra cui il Bayern Monaco, che era pronto a cedere proprio Sommer all’Inter, ma per De Gea è un no. Nemmeno dalla Baviera ha ricevuto le stesse "vibes" che gli ha dato Firenze.

Anche il portiere svizzero ha vestito maglie importanti. Cresciuto nel Basilea, con alcune parentesi in prestito, nel 2014 compie il grande salto: arriva la chiamata dal Borussia Mönchengladbach, la squadra della sua affermazione. Nel 2023 poi passa al Bayern Monaco per sostituire l’infortunato Neuer. L’anno seguente approda in Italia, all’Inter, dove vince lo Scudetto e va a un soffio da svariati record relativi alle statistiche dei portieri nel nostro campionato. Quest'anno la sua difesa lo protegge meno, come ha dimostrato il pazzesco Inter-Juve 4-4: forse sarà la difesa il punto debole da azzannare nell'affrontare la corazzata di Inzaghi nella sfida Scudetto di domenica. Perché sì, la possiamo davvero chiamare così, dopo un terzo di campionato, ed è anche e soprattutto grazie al nostro portierone.

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