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Da Roma, Ferrante a VN: “Dentro il momento di Pellegrini e cosa può ancora dare”
Lorenzo Pellegrini è il nome uscito oggi in orbita Fiorentina. Il centrocampista della Roma non sta vivendo mesi facili nella capitale. Tanti infortuni, la panchina con Ranieri che pure lo ha definito simile a Lampard... La storia d'amore sembra finita e la Fiorentina proprio per questo si è interessata al ragazzo (QUI LA NOTIZIA). Per saperne di più della sua situazione, noi di ViolaNews, siamo andati a disturbare Annalisa Ferrante, giornalista romana di TeleRadioStereo. Ecco le sue parole ai nostri microfoni:
"Pellegrini vive un momento delicato e si trova davanti a un bivio importante. Da una parte c’è la fascia da capitano che lo ha accompagnato negli ultimi anni, dall’altra la nuova gestione Gasperini che ha subito ridisegnato la gerarchia dello spogliatoio: il tecnico ha infatti introdotto un sistema più “collegiale” della leadership, dove non c’è un solo capitano simbolo ma più figure di riferimento. Un segnale che, inevitabilmente, ridimensiona il peso istituzionale di Pellegrini. Sul piano fisico, il giocatore sta ancora facendo i conti con un infortunio che lo ha condizionato e che ne ha frenato il rendimento. Già a gennaio scorso c’erano state aperture a un addio, con alcuni club pronti a sondare il terreno. La sensazione è che, se la sua centralità nel progetto di Gasperini non verrà confermata, il capitano possa davvero prendere in considerazione una nuova avventura".
"È vero, i romani cresciuti a Trigoria hanno sempre goduto di un’aura particolare agli occhi dei tifosi. Ma con Pellegrini il discorso si è complicato. Da capitano gli si chiedeva di essere trascinatore assoluto, sia in campo sia nello spogliatoio. Il peso delle aspettative, unito alle difficoltà fisiche, ha creato fratture: applausi quando segna o illumina la manovra, mugugni e critiche quando manca. Un amore sì, ma completamente diverso rispetto a quello per Totti o De Rossi".
"Gasperini predilige centrocampisti di corsa, pressing e continuità. Pellegrini ha grande tecnica e visione, ma non sempre intensità costante. Da un lato, il tecnico ama centrocampisti dinamici, capaci di correre e pressare; dall’altro, Pellegrini ha qualità tecniche e letture di gioco che potrebbero tornare utili in un sistema fluido come quello del nuovo allenatore. Bisognerà capire se avrà la pazienza di rilanciarlo, o riterrà di sacrificare il capitano per dare il via alla sua rifondazione. Alla Fiorentina sicuramente il suo profilo potrebbe sposarsi meglio con un gioco di possesso e rifinitura".
"Il tema economico è reale. La Roma, come altri club italiani, è vincolata dal Fair Play Finanziario e dal piano di rientro delle perdite. Cedere un calciatore cresciuto nel settore giovanile come Pellegrini significherebbe registrare una plusvalenza totale, visto che il suo cartellino non ha costi storici anche se 2017 la Roma lo riacquistò dal Sassuolo pagando circa 10 milioni di euro, cifra poi ammortizzata a bilancio negli anni successivi. Oggi, dopo otto stagioni, quell’investimento è sostanzialmente già ammortizzato: quindi sì è sicuramente uno scenario che il club non può ignorare, anche se l’aspetto simbolico rende la decisione dolorosa".
"Il dibattito accompagna Pellegrini da anni. Da trequartista può esprimere meglio la sua qualità negli ultimi trenta metri, soprattutto con inserimenti e assist. Da mezz’ala, però, può partire da più dietro, sfruttando la visione di gioco. Il problema è che in entrambe le posizioni ha bisogno di una condizione atletica impeccabile: senza gamba, rischia di essere né carne né pesce".
"Il paragone era suggestivo, ma forse prematuro. Lampard univa doti realizzative, corsa e resistenza di livello mondiale. Pellegrini ha tecnica e intelligenza, ma non ha mai avuto continuità realizzativa né fisica. Le panchine, soprattutto con Mourinho, sono arrivate perché lo Special One voleva muscoli e ritmo che il capitano non riusciva sempre a garantire".
"La stagione migliore resta probabilmente la 2020/21 con Paulo Fonseca. Giocava da trequartista in un 4-2-3-1 che gli permetteva libertà tra le linee, con Veretout a garantire copertura e gamba dietro di lui. Quell’anno chiuse con numeri importanti in termini di gol e assist, dando la sensazione di essere finalmente pronto al salto. Poi la continuità non è arrivata, ma quella versione di Pellegrini resta il riferimento per chi crede ancora nella sua rinascita".
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