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Cos’è e chi gioca nella Japan University, ultima avversaria della preseason viola

Cos’è e chi gioca nella Japan University, ultima avversaria della preseason viola - immagine 1
L'approfondimento di VN sulla selezione accademica nipponica, una sorta di fenomeno all'interno del proprio ambito
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Un po' Captain Tsubasa (che altro non è che il titolo originale di Holly e Benji), un po' Inazuma Eleven, un po' Ao Ashi e un po' Blue Lock. E ci scusiamo se ne abbiamo tralasciati un po'. Dici calcio e Giappone e pensi subito ai vari anime spokon, cioè a tema sportivo, che hanno accompagnato e stanno accompagnando i pomeriggi degli appassionati del genere. Eppure il calcio, nel paese del Sol Levante, è tutt'altro che roba per bambini, dato che parliamo di un movimento in costante crescita.

La Fiorentina, per chiudere il proprio precampionato dopo la tournée inglese, ha scelto di misurarsi coi ragazzi della JUFA, ovvero la Japan University Football Association, una sorta di Nazionale che mette assieme i migliori giocatori nipponici in età accademica. Per comprendere il livello della squadra che si presenterà al Viola Park giovedì 14 agosto e sfiderà la formazione di Pioli a partire dalle ore 20 (dove vederla in tv e streaming) è sufficiente dare un'occhiata ai risultati del miniciclo di partite che sta giocando in Italia in questa prima metà di agosto: Genoa (pareggio 1-1), Cesena (pareggio 1-1), Hellas Verona (sconfitta all'ultimo per 1-0), Milan Futuro (13 agosto) e infine appunto la Fiorentina.

La JUFA è una realtà internazionale

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Questi ragazzi sono i rappresentanti attuali di una selezione che a livello di Universiadi (campionati riservati agli studenti universitari di tutto il mondo, con svolgimento quadriennale e con un programma di gare quasi del tutto uguale a quello delle olimpiadi) non ha rivali, con sette titoli totali, nessuno come loro nella storia della manifestazione. E l'ultima edizione, nel 2019, l'hanno vinta giocatori del calibro di Mitoma (oggi al Brighton), Ueda (oggi al Feyenoord) e Hatate (oggi al Celtic di Glasgow, vera e propria oasi giapponese in Europa), battendo ai rigori l'Italia in semifinale e 4-1 il Brasile in finale.

Oggi, la formazione della JUFA, allenata da Hirokazu Kawazu e supportata nella tournée italiana dalla Sport Events Society del CEO Giampaolo Colautti (ex collaboratore di Alberto Zaccheroni proprio sulla panchina della Nazionale maggiore giapponese), conta tra le proprie fila una manciata di giovani che già hanno un precontratto con società professionistiche in J1 League, il massimo campionato locale. Lo schema base è un 4-3-3, interpretato in maniera camaleontica dai giocatori in rosa: da tenere d'occhio Shinoda e Tsunoda, gli autori dei gol nei pareggi contro Genoa e Cesena, ma anche Hosoi (unico sempre schierato nelle prime tre uscite) e i portieri Sato e Diouf, quest'ultimo dalle chiare origini africane come il numero 1 del Parma Zion Suzuki.

JUFA vs Genoa: Sato; Hosoi, Hayashi, Shibuya, Sakai; Yamaichi, Tsunoda, Muto; Hidano, Jujieda, Shinoda.

JUFA vs Cesena: Sato, Hosoi, Yoshimura, Yamaichi, Matsunaga; Hidano, Tsunoda, Shinoda; Hayashi, Ikegaya, Homma.

JUFA vs Verona: Diouf, Hosoi, Yakushida, Ueki, Mochiyama; Yamaichi, Tanaka, Tsuneto; Muto, Shibuya, Fujieda.