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HISTORIA MAGISTRA VITAE?

Comuzzo fuori è un diritto di Palladino, evitare un Kayode-bis un suo dovere

Pietro Comuzzo, Raffaele Palladino
E' ancora fresca la soddisfazione del tecnico per aver trattenuto il difensore a fronte di un'importante offerta del Napoli. All'orizzonte c'è però il rischio di ricadere in un errore altrettanto recente
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Non si vuole esprimere con queste righe una critica, in quanto parliamo di un'eventualità futura; le critiche, quando si fanno, le si fanno su ciò che è già accaduto. Quindi, questo è un auspicio, una speranza. E ci riferiamo a Pietro Comuzzo, che dopo Fiorentina-Torino del 19 gennaio è diventato a tutti gli effetti alternativo a Pongracic nel ruolo di difensore centrale destro. Quando ha giocato, lo ha fatto in una posizione ibrida tra terzo di difesa e terzino destro, con il croato sempre in campo. Questi sono i fatti, che si completano nella loro cronaca con i novanta minuti trascorsi in panchina in occasione di Fiorentina-Como. Da qui parte la nostra riflessione.

Il calo di Comuzzo

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Il giovanissimo difensore friulano, dopo una prima parte di stagione strabiliante e addirittura una convocazione autunnale in Nazionale maggiore, ha accusato un calo nel rendimento e commesso degli errori individuali. Nulla di fuori dal mondo, specie alla sua età, e quindi Palladino ha ritenuto, disponendo di un Pongracic finalmente in condizione di scendere in campo, di lasciarlo fuori inizialmente a Roma con la Lazio e nella successiva sfida contro il Genoa (in entrambi i casi inserendolo nel nuovo ruolo nella ripresa), per poi tornare a schierarlo nell'emergenza contro l'Inter in casa, con Dodò avanzato. Il ritorno di San Siro lo ha saltato per squalifica, e si arriva all'ultima col Como, non giocata.


Il "grande acquisto" di gennaio

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Nel mezzo, sono trascorsi giorni di grande agitazione a causa dell'offerta sui 35 milioni di euro, compresi i bonus, da parte del Napoli. Com'è andata lo sappiamo tutti: la Fiorentina ha ritenuto di non privarsi di un giocatore importante a gennaio, alzando la richiesta e scoraggiando gli azzurri, puntando sulla crescita di Comuzzo e facendo contentissimo Palladino, che ha sottolineato la propria soddisfazione in conferenza stampa: "Comuzzo è forte, è già nell'orbita della nazionale. Lo definisco il nostro grande acquisto di gennaio. Merito al presidente e alla società di averlo tenuto. È stato un grande segnale per tutto l'ambiente". Sarebbe bello se Comuzzo potesse rimanere per sempre ed essere una bandiera, ma bisogna tener presente che ormai tutti i giocatori hanno un prezzo e la società, trattenendolo, scommette anche su una lievitazione del prezzo del suo cartellino da qui a giugno. Meglio lasciarlo andare a bocce ferme e con un assegno maggiore in tasca, no?

Non succeda come con Kayode

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Questo pensiero, immaginiamo, è lo stesso che ha accompagnato la permanenza a Firenze di Michael Kayode quest'estate, quando dalla Premier League arrivavano offerte di poco superiori ai 20 milioni di euro. Nella prima parte di stagione, però, Kayode non ha giocato quasi mai, e il suo valore si è abbassato, seppur non notevolmente: il Brentford, che lo ha prelevato a gennaio, lo può riscattare per poco meno di 20 milioni. Una gran bella plusvalenza, che però poteva essere ancora maggiore, se proprio addio doveva essere, sei mesi prima. Ecco, lo stesso errore, allora, non si ripeta con Comuzzo. Intendiamoci: non per questo Palladino deve essere obbligato a farlo giocare, se ritiene che ci siano giocatori più adatti alla ricerca della vittoria. Però, se non schierare Comuzzo rientra nei diritti dell'allenatore, non far abbassare il suo valore rientra nei suoi doveri, o per lo meno nei suoi obiettivi.

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Comuzzo