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Chi l’ha detto che i giocatori viola non sono abituati alla lotta salvezza?
"La Fiorentina rischia molto, non sono abituati a lottare per non retrocedere".
Vi sarà capitato, almeno una volta negli ultimi tempi, di sentire queste parole da giornalisti, opinionisti, tifosi al bar. E' una verità inconfutabile che le squadre blasonate che si trovano invischiate in situazioni di classifica scomode rischino di avere delle difficoltà date dal contesto alieno per i giocatori in rosa, quindi è un concetto che affiora in maniera spontanea. Ma soffermiamoci un attimo, appunto, sui giocatori che compongono la rosa della Fiorentina, e non sulla storia del club viola, che raramente ha navigato in acque così pericolose: siamo sicuri che la lotta per non retrocedere sia un terreno così inesplorato?
Ci mettiamo anche i portieri, dato che sono solo tre. De Gea, tra Atletico Madrid e Manchester United, è effettivamente nuovo a un contesto di ricerca della salvezza, ma dei titolari dietro è l'unico. Abbiamo dovuto cercare, ma Dodò, che è arrivato dai giganti ucraini dello Shakhtar Donetsk, prima di sbarcare in Europa è retrocesso col Coritiba in Brasile, mentre Gosens, l'altro big delle corsie esterne, ha vissuto un po' la stessa situazione odierna in Germania, all'Union Berlino, che dai gironi di Champions League si è salvato all'ultimo in Bundesliga 2023/24. Parisi si è salvato con l'Empoli nel 2022/23. Quanto ai centrali... beh, Pablo Marì si è salvato col Monza e Pongracic col Lecce nel 2023/24, Ranieri con la Salernitana nel 2021/22. Viti, poi, è retrocesso con Empoli e Sassuolo. A vivere la novità sono Martinelli, Comuzzo e Fortini, che però arrivano dal settore giovanile e quindi non hanno esperienza pregressa. E poi si completa il trio dei portieri con Lezzerini, che ha fatto parte del Venezia in A nel 2021/22 e del Brescia fallito l'anno scorso. Ci sarebbe anche Lamptey, che ha giocato per Chelsea e Brighton, ma per ora non ha potuto dare il proprio apporto a causa di un brutto infortunio.
Anche nel mezzo c'è qualcuno che non ha mai lottato per la salvezza prima d'ora: Nicolò Fagioli, sempre alla Juventus salvo una stagione da promozione in prestito alla Cremonese, Cher Ndour (Benfica, PSG, Besiktas) e Amir Richardson (Le Havre in Ligue 2, Reims). Il resto? Mandragora è retrocesso col Crotone nel 2017/18 e poi si è salvato col Torino nel 2021/22, Sohm si è salvato l'anno scorso col Parma, Nicolussi è retrocesso col Venezia, Fazzini è retrocesso insieme a Viti nell'Empoli. Lasciamo da parte Sabiri, che rimane un po' un oggetto misterioso e ha appena una presenza da subentrante in campionato.
Kean come Fagioli, dato il passato juventino? No: è retrocesso in prestito al Verona nella stagione 2017/18, per cui anche il bomber sa cosa vuol dire lottare per difendere la categoria. Gudmundsson si è brillantemente salvato col Genoa nel 2023/24, prima di arrivare a Firenze, mentre Piccoli è un vero specialista dopo Spezia, Lecce e Cagliari. Rimane Dzeko: carriera stellare, dal Wolfsburg campione di Germania al Fenerbahce di Mourinho passando per Manchester City, Roma, Inter. Insomma, ci sono giocatori che sono come pesci fuor d'acqua nel gorgo della salvezza, ma la stragrande maggioranza della rosa viola è ben attrezzata per la missione intrapresa da Paolo Vanoli. L'errore, semmai, l'abbiamo tutti fatto a seguire la valutazione estiva di dirigenti e allenatore che erano convinti di poter guardare a orizzonti europei...
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