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Buffon, Vlahovic e Coelho. Kean nella sua dimensione: non c’è motivo di andare

Filippo Caroli Redattore 
Buffon indica la via a Kean. Firenze lo ha fatto esplodere: è nel suo ambiente ideale

"Le persone giungono sempre al momento giusto nei luoghi in cui sono attese". Prendiamo in prestito questa massima da Il cammino di Santiago di Paulo Coelho per dire che sì, Moise Kean è arrivato a Firenze nel momento giusto e nella città che lo stava aspettando con trepidazione. E a dirlo non siamo noi, ma i freddi numeri, che premiano Kean come uno dei migliori calciatori d'Italia e d'Europa quest'anno. Arrivato con un monolitico "zero" alla casella dei gol e degli assist nel 2023/2024, Kean in otto mesi ha eguagliato i gol segnati in quattro anni di Juve ed è nella top ten (senza contare i rigori) dei marcatori dei cinque migliori campionati europei al fianco di mostri sacri come Harry Kane e Momo Salah. Quando si dice che il contesto fa la differenza. Inevitabile che con un rendimento così si formasse la coda di squadre pretendenti.

Quasi quarant'anni dopo Coelho un ben più prosaico (ci perdonerà) Gigi Buffon parla così a Dazn: "A Kean consiglierei di fare quel che lo rende felice. Alcuni hanno bisogno di determinati ambienti per performare al meglio, e probabilmente Moise ha trovato questo a Firenze. Ne tenga conto". Al di là delle simpatie o antipatie personali, non si può certo dire che Buffon il mondo del pallone non lo conosca e la stagione dell'attaccante astigiano gli dà pienamente ragione. A Firenze Kean ha trovato una dimensione a lui congeniale capace di far sprigionare in maniera dirompente tutto il suo talento. Un allenatore che lo ha voluto fin da subito, una piazza passionale che lo ha immediatamente ricoperto d'affetto, una società che ha creduto in lui e che ha accettato di non inserire in rosa un vicario per responsabilizzarlo ancora di più.

Insomma, oggi Moise Kean vive in un ambiente perfetto che lo ha portato ad esplodere. E se davvero il suo ex compagno Buffon ha ragione, non c'è motivo di lasciare la Fiorentina dopo una sola stagione. Basti pensare ai tanti giocatori che, lasciata Firenze in cerca di fortune altrove, non hanno rispettato le attese. Nastasic, Kalinic, Bernardeschi, Vlahovic. Questi soltanto quattro nomi per restare alla storia recente, ma la lista sarebbe ben più lunga. Firenze ha dato a Kean ciò che gli mancava: fiducia, centralità, affetto. E lui ha restituito tutto con gli interessi. Per questo, oggi, più che domandarsi dove potrebbe andare domani, la vera domanda è: perché mai dovrebbe andarsene? In un mondo in cui spesso si rincorre l’altrove, Moise ha trovato un presente che profuma di futuro. E a volte, restare è il gesto più rivoluzionario di tutti.