Le considerazioni di Bucciantini su Fiorentina-Lecce e su Palladino: "Anche i grandi allenatori hanno faticato all'inizio, ora va protetto"
Cosa ci ha lasciato Fiorentina-Lecce e cosa ci può lasciare la Fiorentina da qui a fine stagione? Ne abbiamo parlato con il noto opinionista e volto di Sky Sport, Marco Bucciantini. A seguire il nostro botta e risposta:
Quanto è importante questa vittoria?
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"Ambientalmente e mentalmente, la partita contro il Lecce era difficile da giocare. C'era urgenza di punti da parte di entrambe le squadre, ma la Fiorentina aveva bisogno di riconquistare fiducia e affetto. Serviva ritrovarsi come gruppo e come squadra. Questa era l'unica via per (ri)avere di nuovo, davanti ai nostri occhi, una formazione in grado di determinare. La Fiorentina è partita bene, ha trovato il vantaggio e ha controllato molto bene per almeno un'ora, ad eccezione di un rimpallo fortunoso a favore dei salentini nel finale del primo tempo. Il Lecce fa fatica a segnare, si sa, ma la Fiorentina ha concesso poco e si è difesa molto bene. Il Lecce, nel secondo tempo, ha dovuto inevitabilmente prendersi dei rischi ed alzare il baricentro, ma la Fiorentina, dalla sua, avrebbe meritato anche il secondo gol. Il più grande rischio è stato sulla paralisi collettiva dopo la traversa di Beltran. L'occasione per il pareggio il Lecce l'ha avuta (con Danilo Veiga) ma non l'ha sfruttata. Ieri tutto sommato, ho visto una squadra organizzata, attenta, ordinata e vogliosa di portare a casa questo risultato. Non è un qualcosa di banale, perché molti giocatori non avevamo mai giocato insieme e davanti non c'erano attaccanti di mestiere. Ad un certo punto, sarebbe servito proprio il centravanti in grado di giocare spalle alla porta. Beltran e Zaniolo hanno lottato, ma, per loro natura, hanno fatto fatica e hanno dimostrato, in questo, dei grandi limiti".
Sul modulo
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"Il 3-5-2, in questo momento, è la disposizione migliore che la Fiorentina possa adottare. In rosa hai tanti difensori centrali, tante mezzali e pochi esterni e Palladino ha voluto sfruttare meglio quelle che sono le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione. Sul 4-2-3-1, il tecnico viola ci ha costruito praticamente il suo intero percorso a Firenze, ma l'ha utilizzato perché, in quel momento, era l'arma più efficiente ed efficace per la squadra. Adesso, col 3-5-2, Fagioli e Adli possono finalmente diventare le mezzali tecniche e Folorunsho quella energica. Per giocare così serve però grande condizione, soprattutto sugli esterni. Dodò l'abbiamo visto sempre calare di rendimento in quel tipo di posizione. Da terzino si sente, solitamente, più padrone della fascia. Ieri, però, il brasiliano ha messo in mostra la sua miglior prestazione in quel tipo di ruolo e questo rasserena la situazione, e non di poco. Gosens, dall'altro lato, ha subito ritrovato il feeling con l'area di rigore. Il tedesco ha il colpo e il posizionamento dell'attaccante. Ci tengo, però, a soffermarmi sul profilo di Dodò. A volte, mette in campo prestazioni più o meno precise, ma l'atteggiamento positivo di Dodò è trascinante. Certi gesti, come l'andare subito ad abbracciare la panchina dopo il gol, sono di rilievo. Dunque, se Gosens e Dodò stanno bene, forse abbiamo trovato il modulo giusto per esaltare al meglio i top player di questa Fiorentina. Il modulo è davvero una nota lieta della serata contro il Lecce".
Troppe critiche a Palladino?
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"Molti grandi allenatori sono passati da momenti difficili, soprattutto nei primi anni. Conte, dopo due mesi in Serie A, è stato esonerato; stessa cosa per Lippi. Gasperini è stato promosso col Crotone e poi l'anno dopo, a metà anno di B, è stato mandato via. Per Palladino, questo è il primo anno dove siede su una panchina di livello con grandi aspettative (l'Europa). Non è un obiettivo semplice; la Fiorentina, negli scorsi anni, è andata in Europa anche perché, grazie a qualche incastro, è riuscita ad entrare anche l'ottava della classifica. Quest'anno, forse nemmeno il settimo posto potrebbe valere l'Europa. La Fiorentina è appesa all'Europa con squadre come Milan e Roma (che hai messo sotto in classifica) che hanno organici ben maggiori e hanno speso tanto di più. Oggi la critica è troppo facile. Io resto accanto ad un allenatore giovane che si sta facendo la pelle in questi momenti difficili. Personalmente, ho trovato insufficienti alcune delle ultime prestazioni della Fiorentina, però, quando si sceglie un tecnico quarantenne, bisogna proteggerlo e non isolarlo. Palladino non dimenticherà la serata di ieri, la prima volta in cui era davvero a rischio esonero ma ha saputo superarla. Con la vittoria di ieri, ha ancora messo in discussione le sue idee per il bene della squadra, per cercare di trarne il massimo beneficio. Palladino si è dunque guadagnato un'altra possibilità; adesso bisogna ricreare qualcosa. Magari possono essere tre mesi e poi saluti, ma c'è bisogno di chiudere la stagione in un certo modo, anche per capire quale sia il valore di certi giocatori. C'è lo scoglio dei sessanta punti da superare e molto altro. Adesso bisogna proteggere l'allenatore e restare accanto all'uomo anche se la società avesse già preso altre decisioni. E' in queste situazioni ed esperienze che si può diventare un grande allenatore e tirare fuori il meglio di sè. Personalmente, sento un eccesso di negatività nei confronti del tecnico, cosa che, anche se dovuta dalla delusione di alcune prestazioni, non può essere giustificata. Lo so che chiedere l'esonero di Palladino in questo momento è più popolare, ma per me è una cosa brutta e non mi sento di essere popolare su questa critica eccessiva".