Giovedì col Panathinaikos è una partita spartiacque, per la Conference e forse per l'intera stagione. Cosa ti aspetti?
Una partita che finalmente allinea tutti sullo stesso sentimento, ci convoca tutti dalla stessa parte: vincere, passare, restare dentro l’Europa. Voglio pensare che nessuno sia attratto dal calcolo: almeno non giovedì. Te lo dico perché questo è il tipico atteggiamento dei momenti difficili, l’inquietudine, la delusione, la frustrazione che fanno approcciare la partita con due spinte emotive opposte: vincere, certamente. Ma anche perdere, tutto sommato, così magari cambia qualcosa o qualcuno. È una situazione tossica ma nel calcio sembra inevitabile. Invece gli uomini (in campo, in panchina) di questa diseguale stagione hanno ancora molto da fare, da dare, da dimostrare. E poi ci saranno le valutazioni, e quello sarà il momento decisivo perché si possono sbagliare partite, acquisti ma il momento fondamentale è quando si arriva alla valutazione, saper pesare tutto quello che è successo, tutti i limiti e tutte le possibilità. Sapere dare un senso a quanto accaduto, oltre risultati e classifiche. Alle persone, ai tecnici, all’organico. E da quella valutazione programmare il futuro prossimo e lontano. Un’analisi è seria se ognuno è disposto a mettere sul tavolo i propri errori, non solo a cercare le altrui colpe. Mai sopravvalutare o sottovalutare il proprio contributo.
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