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Bigica Jr a VN: “Figlio d’arte? E’ più un peso che altro. Rubino è forte, punto”

Bigica Jr a VN: “Figlio d’arte? E’ più un peso che altro. Rubino è forte, punto” - immagine 1
Ecco la seconda parte dell'intervista, incentrata più sul campo e sul percorso di Tommaso Rubino
Tommaso Ormini

Seconda parte dell'intervista con Niccolò Bigica, figlio del tecnico Emiliano, un passato nella Primavera della Fiorentina (QUI LA PRIMA). Qui ci siamo concentrati più su domande di campo e sul percorso di Tommaso Rubino, parente e grande amico di Niccolò, che con "Tommi" condivide anche l'essere figlio d'arte.

Chi meglio di te può spiegare come sia e quali siano i vantaggi e gli svantaggi?

—  

È un'etichetta che molte volte non riesci a scrollarti di dosso. Per far sì che questo diventi un punto a proprio favore è necessario dimostrare il proprio valore e diventare qualcuno. Se non lo fai, sarai sempre considerato il figlio che non ci è riuscito, il raccomandato etc... Secondo me va sempre valutata la persona prima di tutto. Sono completamente in disaccordo con chi dice che i figli d'arte siano avvantaggiati, l'ho provato sulla mia pelle. Se uno non è all'altezza, puoi essere figlio di chi vuoi, sarai fatto fuori in qualsiasi categoria.


Che percorso vedi come il migliore per Tommaso?

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Penso che ogni ragazzo scopra il suo percorso vivendolo passo passo. Lui deve innanzitutto continuare a dimostrare in primavera, dove sta già facendo benissimo. A fine anno la società insieme a lui faranno le loro valutazioni. Lui è sempre stato tutelato sia come ragazzo che come calciatore, e la politica che sta adottando la Fiorentina con i giovani è fantastica. Spero che Tommi intraprenda il miglior percorso possibile e che venga consigliato bene da tutti. Ovvio, molto dipenderà da lui, serve che il suo grado di attitudine, la sua fame rimanga la stessa di oggi.

Quali dei grandi in prima squadra lo stanno aiutando?

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Il gruppo della Fiorentina è fantastico. Mi ha parlato benissimo di Quarta, Biraghi, Dodo. Quello a cui è più legato sicuramente è Kouamé, visto che è anche nostro vicino di casa. Anche Mandragora lo sta aiutando a inserirsi in squadra.

E su Palladino...?

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Già da Monza è stata una sua caratteristica e soprattutto volontà. Ovvio che a Firenze sia più difficile farlo, ma si vede che lo vuole fare anche qui, e Tommi ne è l'esempio. Lanciarlo in una partita così, con Marassi che è sempre una bolgia, significa credere nel ragazzo e avere tanto coraggio, facendogli capire cosa vuol dire giocare a livelli alti e in stadi caldi.

 

 

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