A giugno poteva diventare il nuovo attaccante della Fiorentina, adesso è capocannoniere all'Atalanta. Retegui fu vicino, ma cosa avrebbe comportato sul mercato?
“Cerchiamo un grande attaccante” dichiarò l'ormai lontano 4 giugno 2024 Daniele Pradè nella conferenza stampa di chiusura della scorsa stagione, in cui oltre ai bilanci del triennio-Italiano si gettavano le basi della Fiorentina attuale. Quell'attaccante avrebbe potuto essere Mateo Retegui, a lungo cercato, inseguito e poi mollato di fronte alle eccessive richieste del Genoa. È stato lui il primo nome della lista dei dirigenti viola prima di virare tra lo scetticismo generale su Moise Kean. A dire il vero, nemmeno l'italo-argentino aveva scaldato più di tanto i tifosi viola: 7 gol in 29 presenze nella stagione d'esordio in Serie A non giustificavano i 30 milioni chiesti dal Grifone per privarsi di un fin lì solo potenziale bomber.
Sedotto e abbandonato
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Se la Fiorentina non avrebbe mai speso più di 20 milioni per portarselo a casa, il crack di Scamacca scombina i piani dell'Atalanta, costretta a correre velocemente ai ripari. E i nerazzurri non tardano ad aprire il portafogli, sborsando 23 milioni (decisamente meno di quelli sparati dai rossoblu al club viola...) che consegnano a Gasperini l'attaccante che plana a suon di gol nel mondo Atalanta. Doppietta all'esordio, tripletta agli ex del Genoa, poker a Verona. Ventidue reti in campionato, venticinque stagionali, capocannoniere (a più 7 su Kean) e punto di riferimento anche per Spalletti, almeno fino alla doppia sfida con la Germania. La Fiorentina ci aveva visto lungo, ma ha fatto altrettanto virando sulla voglia di rivalsa di Moise.