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Lavorare sodo e testa al campo. Le critiche a Commisso? Una storia già vista

Enzo Bucchioni
Enzo Bucchioni fa il punto della situazione (delicata) in casa viola

Enzo Bucchioni

Ci sono momenti e momenti e visto che questo non è un bel momento, comincio con il dire che avrei preferito non sapere che Nico Gonzalez e Igor hanno passato la serata di domenica in una nota discoteca fiorentina. E poi, sapete con chi? Lucas Torreira. Più meno come sempre… Guarda caso. A volte ritornano. Son ragazzi, diceva il saggio, ma se perdi con la Juve, e nelle ultime cinque partite hai portato a casa solo un punto con la Lazio, forse sarebbe stato meglio rimanere in casa a riposare e riflettere. Forse. Non sono un bacchettone e chi mi conosce lo sa, ciascuno della sua vita privata fa quel che vuole, i giocatori preferisco valutarli sul campo, ma torno ai momenti, alle opportunità, al clima che si respira nella città dove lavori. Alla professione che fai. E allora io in discoteca domenica sera non ci sarei andato, ma forse è un problema mio che non ho più l’età. Speriamo non diventi un problema per la Fiorentina alle prese con una situazione difficile da capire e ancora più difficile da risolvere, che richiederebbe compattezza assoluta, determinazione, silenzio e lavoro. Come si esce da una crisi come questa? Domanda delle domande. Gli allenatori in genere ti rispondono con il lavoro appunto, dedicando ancora più tempo e più attenzione agli allenamenti, atletici e tattici, allo studio degli avversari, all’alimentazione, alla gestione personale. A tutto. Le difficoltà sono evidenti, ma quello che rende l’analisi più complicata e gli interventi più difficili è proprio quello che si vede in campo. Se ci fosse una squadra senza personalità, senza gioco, senza attenzione, le modalità di intervento sarebbero tante, le strade da battere diverse. Anche le più drastiche. Ma non è il caso della Fiorentina che comunque la prestazione più o meno la tira fuori, anche con la Juventus avrebbe meritato il pareggio.

Un problema da aggirare

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Provando a fare l’allenatore, e fatelo pure voi che è sempre un classico, mi sono chiesto tante volte cosa potrei fare per far cambiare o provare a far cambiare il corso delle cose, ma sono arrivato più meno alle stesse determinazioni di Italiano. Non ci sono giocatori da far fuori o altri da promuovere, il modulo è stato cambiato e ricambiato. Non posso neppure chiedere all’allenatore di cambiare i suoi principi di gioco che sono poi quelli che hanno fatto la sua fortuna e la fortuna della Fiorentina la scorsa stagione. Eppure è deprimente quando perdi per un errore, quando giochi e basta una palla inattiva a condannarti, quando fai possesso palla più degli avversari, quando sei la seconda squadra del campionato dopo il Napoli a creare occasioni da gol. Tutto questo e hai tanti punti quanti il Lecce. Perché? Ho detto più volte che forse basta una scossa, un episodio, un’idea per cambiare rotta. Ma è troppo tempo che s’aspetta e in questo limbo è sinceramente difficile. Il problema vero c’è, è quello del gol e lo conosciamo da un pezzo: oggi però non è più risolvibile dall’esterno. La Fiorentina è questa, davanti ha Cabral e Jovic, Jovic e Cabral: sei gol in due, quanti ne ha fatti Elmas da solo, riserva del Napoli. E anche il ricorso al falso nueve non ha dato risultati sperabili perché tutti i giocatori d’attacco della Fiorentina da Nico a Ikonè, da Saponara a Kouamè, al gol non danno del tu. Non è il loro mestiere. E allora, a questo punto, non resta che cercare di compattarsi, di provare a tirare fuori il meglio da ciascuno e da tutti. Credo invece non sia il momento di mettere la ghigliottina in piazza e di fare processi, si dovranno fare caso mai a fine stagione. Ma questo i tifosi veri lo hanno capito prima di tutti, sono pronti a stare vicino fino alla fine dell’anno a questa squadra, a questi ragazzi, ovviamente se vedranno impegno, attaccamento, determinazione e la voglia comunque di provarci. Lo stesso non si può dire dei Soliti Noti che si professano tifosi della Fiorentina, dicono di voler bene alla squadra viola e in realtà si attaccano a tutto e tutti per provare a far saltare in aria il banco per ragioni personali, voglia di protagonismo, desiderio di rivalsa, desiderio di affossare questa proprietà che non si è prestata ai loro giochi e ai loro ricatti. Anche politici.

Diffidare dei falsi profeti

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Spero che prima o poi Rocco faccia nomi e cognomi, racconti le pressioni che ha avuto. In questo momento, anche i critici più feroci e in buona fede, categoria nobile, dovrebbero capire che attaccare a testa bassa non ha senso e non porta da nessuna parte. Si può comprare un attaccante da venti gol e la Fiorentina non lo vuol prendere? Non è questa la storia, almeno non oggi. E’ evidente che siano stati commessi degli errori, ormai è chiaro che Cabral e Jovic difficilmente torneranno ad essere determinanti (anche se lo speriamo ancora), alcune scelte anche in chiave mercato sono state sbagliate, ma tutto fa parte del gioco. Gli errori dovranno essere corretti, ovvio. Si dovrà fare meglio in futuro e Rocco dovrà chiedere spiegazioni ai suoi e ai giocatori in questione, normale. Ma oggi, con la Conference ancora in ballo, una finale di Coppa Italia all’orizzonte e comunque la zona Europa a sei punti, ha senso buttare tutto all’aria, sparare sempre con il lanciafiamme? A quale scopo? Già, a quale scopo? Le critiche serie e c’è tanto da criticare, si fanno per costruire, per suggerire idee e soluzioni. E’ inaccettabile sentir dire “questi se ne devono andare”. C’è qualcosa di meglio all’orizzonte? No. E allora? Lo dico ai tifosi veri: diffidate dai falsi profeti. Chi oggi spara a zero sulla Fiorentina e su questa dirigenza è ispirato da livore personale e dalla politica che spinge e spera che Rocco se ne vada per mettere in mano la Fiorentina a una proprietà amica. Più o meno la stessa storia che ha portato Della Valle a mollare, ma Rocco sembra ancora tosto e questo braccio di ferro che sta facendo solo il male della Fiorentina lo spinge comunque a ribattere colpo sui colpo. E questo clima dovrebbe dispiacere ai tifosi veri e sono la stragrande maggioranza. Proprio loro dovrebbero cominciare a distinguere e isolare chi rema contro per interessi personali. E non sono pochi. Alcuni allo scoperto e altri (i peggiori) mascherati. Curioso, ad esempio, che proprio molti di loro ipercritici non abbiano sparato sul progetto del Franchi quando abbiamo saputo che il parterre sarà scoperto e i tifosi si bagneranno. Ecco, quello va bene. Uno stadio da 200 milioni di soldi nostri dove si dovrà andare con l’ombrello nel 2026, ma a questi signori non importa. L’importante è che se ne vada Rocco…

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