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L’imbucata

La legge di Italiano si abbatte su Nzola. Serve una reazione di Mbala

Magrini
Cosa sta succedendo a Nzola? Adesso anche Italiano ha perso la pazienza. Urge reazione.
Matteo Magrini

Dura lex, sed lex. Lo dicevano i latini, ma si potrebbe applicare tranquillamente anche a Vincenzo Italiano. Del resto, col mister, è sempre andata così: patti chiari, amicizia lunga. Il riferimento, va da sé, è M'Bala Nzola. “Io non ce l'ho con nessuno – ha detto il tecnico l'altra sera, dopo la vittoria sul Genk – ma se le reazioni non arrivano in qualche modo bisogna stimolarle. È molto semplice. C'è chi in allenamento si guadagna la maglia, e i ragazzi lo sanno. Ogni giorno si riparte da zero, e se riprenderà ad andar forte in allenamento per me non ci saranno problemi”.

Chiaro, no?

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Evidentemente, nell'ultimo periodo, l'ex attaccante dello Spezia non ha lavorato nel modo giusto. In partita e (soprattutto) al Viola Park. Questione di atteggiamento, e di mentalità. C'è chi nelle difficoltà reagisce schiacciando ancora più forte il piede sull'acceleratore e chi, al contrario, si lascia andare. E se c'è qualcosa che fa “uscire di testa” Italiano è esattamente questo modo di fare. Mollare. Arrendersi. Parole che non rientrano nel vocabolario dell'allenatore viola e che, quindi, non possono rientrare nemmeno in quelle dei suoi calciatori.


Inutile girarci tanto attorno. Il momento per Nzola è molto ma molto delicato e dopo averlo difeso contro tutto e tutti il mister ha deciso di cambiare strategia. Non solo. Dietro al fastidio di Italiano infatti c'è un altro aspetto. E' stato lui, a regalare alla punta angolana questa clamorosa occasione. L'ha portato dal Trapani allo Spezia e, questa estate, l'ha “tirato via” da una squadra retrocessa e l'ha fatto arrivare a Firenze. Dalla serie B, all'Europa. E scusate se è poco. Per questo insomma, si aspetterebbe un comportamento completamente diverso.

Certo, che Nzola avesse un carattere particolare si sapeva

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Non a caso, in passato, aveva avuto più di una discussione sia con lo stesso Italiano che con Thiago Motta. Proprio quel precedente però, ci aiuta a capire che da parte dell'allenatore non esistono rancori. Al contrario. Il suo obiettivo è recuperarlo e se ha deciso di andarci giù così duro è proprio perché (conoscendolo meglio di chiunque altro) ha capito che era venuto il tempo del “castigo”. A proposito. Anche a Firenze, era già successo qualcosa di simile. Prima a Quarta (finito a lungo in panchina nel corso della prima stagione in viola del mister dopo qualche errore di troppo), poi a Terzic e Jovic (esclusi lo scorso anno dopo prese di posizione sui social non propriamente gentili nei confronti del mister) e, giusto qualche settimana fa, a Milenkovic. Ricordate, no? L'errore con la Lazio, e la successiva esclusione con la Juventus.

Dura lex, sed lex

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Con Italiano, chi va piano in allenamento o sbaglia atteggiamento in partita paga con la panchina. Un concetto chiaro, che il tecnico applica a tutti e senza guardare in faccia nessuno. Allo stesso tempo (e basta pensare ai vari Kouame, Ranieri, Duncan ecc ecc) chi se lo merita avrà sempre un'opportunità. “Nessuno deve sentirsi dimenticato, con me chi va forte avrà sempre una possibilità”, ha ripetuto anche l'altra sera. Adesso, quindi, tocca a Nzola. E' lui, a dover dare una risposta. A se stesso, prima di tutto, e all'allenatore. Uno che si è speso in prima persona per portarlo a Firenze e che, nonostante tutto, resta convinto di poterne fare una risorsa (molto) preziosa per la Fiorentina.

Occhio, però. Perché se nelle prossime settimane da M'Bala non arriveranno i segnali giusti allora nessuno scenario sarebbe da escludere. Nemmeno quello, clamoroso, di una bocciatura definitiva.

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