L'ultimo numero 10 della Fiorentina non sta in campo, ma in panchina, e sforna invenzioni una dietro l'altra. Dal terzino che entra dentro al campo, passando per il centrale che sale in cabina di regia, fino allo stopper guastatore delle linee nemiche visto sia contro l'Atalanta che contro l'Udinese. Oppure qualcuno pensa che gli inserimenti da dietro di Quarta (su azione, non su palla da fermo) siano frutto del caso o della “follia” dell'ex River Plate? Qualcuno si sarà sorpreso, così come in molti son rimasti sbalorditi dal passaggio alla difesa a tre e dell'utilizzo delle due punte. La realtà è che Vincenzo Italiano ha la mente in perenne movimento, studia e pensa calcio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, alla ricerca continua di nuove soluzioni. Per questo, anche per la sostituzione di Dodò (a proposito, un grandissimo in bocca al lupo), ci aspettiamo un colpo di genio. Certo, il titolare sarà Kayode, ma il ragazzino non potrà giocarle tutte. A volte si vedrà un mancino “contromano” (Biraghi più di Parisi), a partita in corso si rivedrà la linea a tre, ma la sensazione è che nella testa del mister frulli la pazza idea di provare anche uno tra Sottil e Kouame. Del resto, stiamo parlando di un allenatore che a Trapani trasformò un trequartista (Pedro Costa Ferreira) nel miglior esterno basso di quel campionato, e che non si fece problemi a proporre un centrocampista (Benassi) terzino destro titolare in una gara complicata come quella (stagione 2021/2022) con l'Inter.
Nico, Bonaventura, Italiano. Tre “numeri 10”, tre fantasisti, al comando della Fiorentina. Sperando che continuino ad inventare calcio e a trasportare i viola oltre i propri limiti.
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