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L'editoriale

Jovic sveglia, ora c’è Kouamé che può fare il centravanti

Enzo-bucchioni
Il tema del giorno è uno solo: Jovic si sveglia o non si sveglia?

Enzo Bucchioni

Il tema del giorno è uno e uno solo: Jovic si sveglia o non si sveglia? Me lo chiedono in tanti, ovviamente anche al bar, e la domanda è assolutamente legittima, visto che il vero problema della Fiorentina in questo inizio stagione si chiama gol. Forse se lo starà chiedendo anche Italiano. Naturalmente io non so quando e se l’attaccante serbo tornerà quello che tutti speravano e sperano, di sicuro non lo sa neppure lo stesso Italiano che le sta provando di tutte per rimetterlo in moto, ma il problema è grave e anche serio. Jovic fa fatica, Cabral da gennaio è migliorato, ma non tanto da potersi candidare alla maglia da titolare stabile. Due centravanti, lo stesso problema: buttarla dentro.

Che fare?

Quattro gol in cinque partite sono oggettivamente pochi, soprattutto se rapportati alle occasioni prodotte e al lavoro svolto dalla Fiorentina. All’inizio del secondo tempo contro la Juventus serviva solo il colpo del KO, i bianconeri erano barcollanti, non riuscivano più a uscire dall’area, ma nessuno è stato capace di andare oltre lo strapotere di Perin. Una situazione frustrante. Se è vero che i gol li possono e li devono segnare tutti e l’anno scorso è stato così, il gioco di Italiano porta al tiro gli esterni, i centrocampisti, anche i difensori, è altrettanto vero che nello sviluppo della manovra il centravanti oggi non è dominante come dovrebbe.

È questo che salta agli occhi forse più del gol, quando la Fiorentina cerca di penetrare o di giocare centralmente, tutto diventa più complicato e macchinoso, spesso i difensori anticipano, chiudono e ripartono. Le difficoltà in qualche modo erano prevedibili, sapevamo che Jovic negli ultimi tre anni aveva giocato pochissimo, s’era arrugginito e intristito. A Moena Italiano disse “è da riattivare fisicamente e mentalmente”, ma dopo due mesi di miglioramenti se ne vedono davvero pochi. È stata una scommessa e forse un azzardo e tali restano, consapevoli che però potrebbe diventare un grande colpo.

Ma ora che succede?

In campionato fino ad oggi Jovic ha giocato 374 minuti e segnato una volta sola (un gran bel gol) contro la Cremonese. Si pensava che quella rete potesse scaldarlo, potesse farlo sentire importante e soprattutto riuscisse a farlo sentire ancora un goleador vero. Niente. Non s’è sbloccato. La condizione fisica non sembra ottimale, ma anche mentalmente sembra spento. Servirebbero rabbia, corsa, aggressività e intensità, ma all’orizzonte c’è nebbia. Normale? Probabilmente sì. Non si torna giocatori veri o atleti veri in fretta dopo tre anni così.

Io, lo dico con chiarezza, continuo a pensare che uno come Jovic vada aspettato con pazienza. Il calcio è strano, a volte basta poco, una scintilla, un gol, un’azione per rilanciarti e Jovic le qualità tecniche ce le ha e non sono comuni. Mi fido anche di Carlo Ancelotti che me lo ha descritto forte forte in area, sia di testa che di piede. Lo aspettiamo, aspettiamolo consapevoli che Jovic potrebbe diventare l’uomo che cambia la stagione della Fiorentina. Però è anche vero che adesso pure lui deve dare di più. Il Real e i giorni di gloria sono lontani, deve ritrovare la gioia di giocare, deve capire che nessuno vive di rendita e il passato non torna se non lo chiami a gran voce.

Jovic sveglia, ora c’è Kouamé che può fare il centravanti- immagine 2

"Guarda Kouamé"

Jovic non fa gol, ma lavora poco anche per la squadra e questo è un altro problema. I numeri sono impietosi, quattro recuperi palla in cinque partite in un calcio dove gli attaccanti dovrebbero essere i primi difensori è davvero poca roba. La sintesi è questa: le difficoltà sono evidenti, aspettiamo con pazienza Jovic sicuri che farà ancora la differenza, ma lui deve cominciare a dare di più. Non è facile, non sarà automatico. In tanti parlano con lui, lo stanno aiutando e noi siamo fiduciosi. Gli dicono anche e soprattutto: “Guarda Kouamé”. Era fuori dal progetto, tecnicamente giudicato non di primo livello, ma s’é rimesso in gioco, ha accettato un anno in prestito, ha lavorato con umiltà, è migliorato tantissimo e con intelligenza ha capito anche il calcio di Italiano. Ora gioca per sé stesso, fa la giocata, ma lavora anche in sintonia con la squadra.

Kouamé-Jovic non sarà mai un dualismo, ma adesso l’allenatore ha una soluzione in più. Kouamé all’occorrenza può fare anche il centravanti, lo ha fatto a Genova e nella Fiorentina di Iachini, sicuramente può diventare un’arma e anche una soluzione. Italiano farà l’impossibile per recuperare Jovic, spera di ripetere quello che ha fatto con Amrabat, ma a Kouamé centravanti ci pensa. Eccome se ci pensa. I momenti magici dei giocatori vanno sfruttati e Italiano lo sa bene. Nico Gonzalez sta uscendo dal brutto infortunio alla pianta del piede e tornerà a prendersi la fascia destra, a quel punto tutto può succedere.

Problema in difesa?

Per qualcuno c’è anche il problema difesa, ma mi chiedo e vi chiedo: Nastasic quanto è stato utile l’anno scorso? Zero o quasi. Credo che un giocatore come Ranieri che ha fame e voglia, discrete qualità tecniche, reduce da una buona stagione a Salerno, possa dare di più di quanto non abbia dato il serbo. Primo test giovedì in Conference in coppia con Quarta che avrà il compito di guidare la difesa in assenza di Igor e Milenkovic che starà fuori per un paio di settimane. E poi, lo dico per tutti, ci sono solo due mesi e mezzo da giocare, il campionato si fermerà a novembre e a gennaio riaprirà il mercato. Ricordare tutto questo mi serve anche per provare a capire il mare mosso che ancora una volta circonda la Fiorentina. Non ce la faccio. È più forte di me.

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Negatività da scacciare

Non condivido e non capisco la negatività che ancora una volta accompagna una squadra che ha appena conquistato l’Europa, ha messo in crisi Napoli e Juve, gioca con personalità. Pareggiare a Empoli e perdere a Udine dove la Roma è stata travolta quattro a zero? Ci può stare. Capisco la delusione, durante queste gare era anche la mia, ma è così difficile, passata la rabbia, provare a ragionare invece di fare processi a tutto e a tutti, mettere in discussione Rocco e l’allenatore, far sembrare tutto nero e irrimediabilmente compromesso. Provate a non ascoltare i repressi e i depressi, i frustrati e gli incompetenti che popolano il mondo Fiorentina, alcuni anche per interessi personali delusi, ragionate con la vostra testa.

C'è del buono

È vero, ci sono state difficoltà (l’ho appena scritto) ma questa è una squadra da buttare? O da contestare? Una proprietà che non sta investendo? Fuori Firenze sono increduli, vedono cose buone e non capiscono il viola scuro, nel senso del buio che viene da una parte della città. Dico una cosa sola che sta succedendo in queste ore: anche gli incompetenti e i frustrati sono stati costretti a scoprire Dodò. Loro dovere, invece, sarebbe stato conoscerlo prima per spiegare che la Fiorentina ha fatto un grande colpo. E sarà al cinquanta per cento dopo i sette mesi di stop. Ma con lui devono crescere anche Barak e Mandragora oltre a Jovic. Torneranno pure Duncan (altro ko delicato) e Bonaventura (condoglianze davvero di cuore).

Ci sono stati tanti problemi di condizione fisica in questo inizio stagione e questo è vero. Lampante. Mai la formazione-tipo. Sicuramente andava spiegato meglio per evitare tutte le critiche piovute su Italiano (anche le mie) per il turn over di Udine. Quando hai giocatori che ti chiedono di non giocare perché non hanno recuperato (anche Amrabat),quando hai tanti infortunati (Gonzalez, ma all’ultimo anche Sottil e Milenkovic), quando l’emergenza è alta, i nove cambi sono stati obbligati e adesso sono comprensibili. Facciamolo sapere prima, non dopo alcuni giorni.

Palcoscenico europeo

Ecco cosa sta succedendo, niente di drammatico o irrimediabile, semplicemente una stagione diversa, più difficile da gestire. Troppi giocatori non abituati a giocare ogni tre giorni stanno faticando tanto, troppo, avranno ancora bisogno di tempo per tornare al top. Pensate che solo quattro viola (Dodò, Jovic, Ikonè e Gollini) negli ultimi anni hanno giocato le coppe. Ecco, questa è la fotografia di un momento che per qualcuno non sarà esaltante, ma che comunque fa parte di un percorso di crescita in atto evidente per tutti, meno che per i "paraocchiati". Nessuno sottolinea, ad esempio, che la fase difensiva funziona molto meglio dell’anno scorso. Non è un caso, ma frutto del lavoro.

Oggi parla Rocco...

Ma l’evento del giorno è un altro: dopo mesi tornerà a parlare Rocco Commisso. Lo conosciamo, non avrà peli sulla lingua. Fossi in lui, però, mi rivolgerei ai trentamila e oltre tifosi sani che ogni volta popolano il Franchi, al Popolo Viola che a ogni partita c’è sempre, con cuore e calore. Lascerei perdere Quelli. Non contano nulla e essere citati da Rocco per loro diventa una medaglia. Conviene ignorarli e andare avanti per la strada tracciata che ha già portato in Europa e forse porterà anche oltre. Tutto si può far meglio, ma già oggi si sta facendo buon calcio e Italiano è stata una scelta precisa della società. Rocco se la prenda invece con i ritardi e la burocrazia. Con quelli che non gli hanno fatto fare lo stadio che avrebbe alzato il fatturato e consentito di comprare (o tenere) qualche giocatore in più.

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