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Joe, le ore più drammatiche. Arriva anche Rocco dall’America

Joe, le ore più drammatiche. Arriva anche Rocco dall’America - immagine 1
L'editoriale di Enzo Bucchioni per Violanews. Nelle ore più drammatiche, Joe Barone continua a lottare tra la vita e la morte
Enzo Bucchioni Editorialista 

Ogni minuto che passa senza un segnale positivo è un minuto che fa trepidare fino a temere un dramma senza ritorno. Joe Barone è appeso a un filo ormai da un giorno e mezzo e quel filo è solo una macchina dal nome strano che dà ossigeno ai polmoni e impulsi al cuore. Non resta che aspettare o pregare per chi ha fede. Tutti gli altri devono mettere insieme le loro energie e i pensieri positivi nella speranza che anche il corpo di Joe Barone possa dare al più presto quel segnale che aspettiamo, quel segnale capace di andare oltre le macchine.

Un segnale forte, un segnale di vita.

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Lo aspetta la famiglia, lo aspetta Rocco Commisso, lo aspettano tutti, lo aspetta il Popolo Viola che sa benissimo quanto Joe Barone abbia fatto in quasi cinque anni e cosa rappresenti per la Fiorentina. Anni duri, difficili, tosti come lui, ma che non possono non essere considerati anni da ricordare per tutto il mondo viola che oggi, anche grazie a Joe Barone, ha un centro sportivo fra i più belli d’Europa, una squadra che presa in zona retrocessione è cresciuta fino a giocarsi due finali, una società fra le più organizzate d’Italia.


Il mondo di Joe è questo, l’ha costruito lui, giorno dopo giorno con orgoglio, con le sue battaglie, le sue asprezze, la sua franchezza, il suo carattere non facile, la sua energia. E’ il suo mondo viola dove speriamo di rivederlo al più presto a battersi come un leone per un obiettivo solo: fare più grande la Fiorentina e difenderla da tutto e da tutti.

Ma l’attesa è lunga, nervosa, sfibrante.

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Il Popolo Viola, il suo popolo, quelli che gli vogliono bene, quelli che hanno capito il suo spirito, è sotto choc. Un nuovo choc, perché c’è sempre Astori nel cuore, nell’anima e nel ricordo. Un altro Astori sarebbe insopportabile. Inaccettabile. Ha già sofferto e pagato abbastanza la Fiorentina, non si capisce perché il Destino sia passato un’altra volta a bussare con la sua faccia peggiore. E’ impossibile farsene una ragione e pensare che in fondo la vita è anche questa per tutti noi, diventa una riflessione da condividere. La livella, la chiamava Totò, ma i percorsi faticosi fanno paura.

E così il pensiero oggi va, ovviamente alla moglie, ai quattro figli, al nipote, Joe è diventato orgogliosamente nonno da poco. Agli amici e al mondo Fiorentina che non lo lascia mai solo e lo aspetta davanti a una porta chiusa, da Italiano a Ferrari a tutti i dirigenti e tutta la squadra che giovedì tornerà ad allenarsi con la voglia di fare sempre meglio, come vuole il direttore Joe. Sono apparsi anche degli striscioni a Milano e a Firenze, fanno il tifo per la vita.

Altrimenti che mondo del calcio sarebbe?

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La prova provata che, ancora una volta, i tifosi veri, quelli che capiscono meglio gli uomini e il loro carattere, quelli che hanno capito Joe, non sempre sono in giacca e cravatta, magari davanti a una telecamera, ma nelle curve e sulla strada.

Domani arriverà dall’America anche Rocco Commisso, vuole esserci nonostante gli inviti alla prudenza dei suoi medici. Vuole esserci anche lui davanti a quella porta chiusa per portare energia e speranza. E’ la sua voglia di vita. Joe per Rocco è come il fratello più giovane che non ha avuto. Non serve aggiungere altro quando c’è una vita in ballo. Il silenzio e la riflessione sono gli unici compagni di strada da prendere sottobraccio per continuare il viaggio della speranza.

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