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L'editoriale

Italiano e il 4-2-3-1. Finalmente un’arma in più

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Il futuro tattico della Fiorentina

Alberto Polverosi

Se la Fiorentina non è messa bene in classifica non è colpa di una sconfitta immeritata come quella con l’Inter. Gli errori sono precedenti, come i cali di forma, le distrazioni, le valutazioni sbagliate. Detto questo, dalla sconfitta di sabato sera la Fiorentina può attingere nuove energie e soprattutto nuove idee. Non sarà facile ritrovare sulla propria strada un arbitraggio come quello di Valeri che ha sbagliato troppo danneggiando i viola: Dimarco era da rosso sul rigore e l’Inter avrebbe giocato un’ora in dieci; sul rigore nerazzurro si può discutere perché Lautaro ha toccato la palla per primo, ma l’ha toccata pure Terracciano prima di agganciare il piede dell’argentino; infine l’azione del 4-3 parte con una spinta furba di Dzeko a Milenkovic. Questi sono gli episodi che hanno deciso la partita, ma l’atteggiamento della squadra di Italiano era adeguato alla serata e all’avversario. La Fiorentina che ha iniziato a reagire già dopo il primo gol (preso a due minuti dall’inizio) e ha continuato anche dopo il secondo (preso al quarto d’ora), che ha rimontato una prima volta due gol e la seconda volta con una rete raggiungendo l’Inter sul 3-3, è sembrata di nuovo una squadra connessa con se stessa, rabbiosa, grintosa, finalmente cattiva in area avversaria.

Il cambio del modulo

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Il 3-3 sarebbe stato il risultato più giusto per come è andata la gara e la Fiorentina lo aveva raggiunto cambiando modulo dopo 50 minuti di partita, con l’Inter in vantaggio per 2-1. Quaranta minuti più gli 8' di recupero, un tempo intero con due centravanti per la prima volta da quando Vincenzo Italiano allena questa squadra. Un conto è giocare con Barak un po’ più avanti di due mediani, un conto è giocare con due esterni veri (Kouamé a sinistra e Ikoné a destra), più Jovic alle spalle di Cabral. Uscito Duncan (per Jovic) i mediani erano due, Amrabat e Bonaventura. Così l’allenatore ha finalmente abbandonato il suo dogma, l’irrinunciabile 4-3-3, passando al 4-2-3-1 per riacciuffare una partita che avrebbe davvero riacciuffato senza l’errore di Venuti. E’ una possibile svolta, di sicuro una nuova conoscenza, un arricchimento. Poteva capitare già in passato (a Empoli, per esempio, con i viola in vantaggio prima di un uomo, poi di due), ma Italiano era un fedelissimo, un ultrà del 4-3-3 e non sentiva ragioni. Ora invece sì. Contro l’Inter ha deciso che si può fare. Magari le prime volte non dall’inizio, secondo le esigenze della gara. Ikoné ha segnato quando il fronte offensivo della Fiorentina era già stato allargato dal nuovo modulo e Jovic ha fatto il 3-3 quando l’area nerazzurra era piena di maglie viola.

Una scelta di personalità

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Il 4-2-3-1 non è un toccasana, ovvio, tanto meno è la soluzione di tutti gli affanni viola perché è vero che favorisce il gioco offensivo (e tutti sanno quanto ce n’era bisogno), ma espone la difesa a rischi notevoli (tant’è vero che l’Inter ha segnato due gol, nella ripresa, e altri due poteva farne, sfruttando gli spazi). Quando si schiera la squadra con due attaccanti larghi e due attaccanti al centro, c’è bisogno dell’aiuto difensivo di tutt’e quattro, altrimenti salta tutto. Ma almeno ora c’è un’arma in più.

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