Parole chiarissime, che rispecchiano in pieno la filosofia dell'allenatore. Consapevolezza (ci sono squadre più forti) ma anche quella sana e mai nascosta ambizione di chi vuol sempre andare oltre i propri limiti. Lo ha fatto nei due anni precedenti e, insieme alla squadra, ci proverà anche quest'anno. Del resto quanto visto fino ad oggi racconta una realtà molto precisa: la Fiorentina se l'è giocata alla pari (o anche di più) con tutti, Inter esclusa. Sognare insomma si può, anche se è sempre bene farlo tenendo i piedi ben piantati a terra.
Sperare si può
—L'occasione però, è ghiotta. Parecchio ghiotta. Non irripetibile, forse, ma quasi. Le difficoltà del Napoli, quelle della Lazio, i problemi della Roma, la discontinuità dell'Atalanta. Sperare insomma, si può. Ecco perché alle parole (“lavoriamo per la Champions” ha detto qualche giorno fa Joe Barone) bisognerebbe far seguire i fatti. Evitando, e capisco che il parallelo dia sempre fastidio, di commettere l'errore commesso ormai quasi due anni fa quando, a metà campionato, i viola si stavano giocando un posto in Paradiso. Cosa è successo, si sa. Un mercato poco coraggioso (cessione di Vlahovic), scelte non indovinate (Cabral, Piatek, Ikonè) e arrivederci altissima classifica.
Una lezione che può servire. Certe volte infatti, bisogna cogliere l'attimo. Rischiare qualcosa, magari investendo cifre inizialmente non programmate, con la consapevolezza che farlo potrebbe portare ad un risultato capace, da solo, di ripagare la spesa fatta. Servono un terzino destro, un difensore centrale e, soprattutto, un attaccante esterno che sappia finalmente dare un contributo serio e continuo in termini di gol e assist. Mica semplice, sia chiaro. A gennaio, si sa, trovare giocatori capaci di spostare gli equilibri è (molto) complicato. Il tentativo, però, va fatto.
Tante volte insomma abbiamo presentato le partite della Fiorentina parlando di “esame di maturità” e non sempre, i viola, li hanno superati. Segno evidente di come manchi ancora qualcosa per salire un altro gradino. Ecco. Stavolta, l'esame, è per il club. Farsi trovar pronto e rilanciare o limitarsi al “compitino” e sperare in bene. Non ci sono alternative. E se si “lavora per la Champions” questo è il momento giusto per dimostrarlo.
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