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Il pasticcio dello stadio frena il futuro della Fiorentina

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Appuntamento con il consueto editoriale di Enzo Bucchioni. Focus sulla partita di questa sera contro il Lech Poznan, ma non manca una riflessione sul futuro dello stadio
Enzo Bucchioni Editorialista 

La semifinale di Conference League è in tasca e stasera con il Poznan è solo un problema di approccio e di concentrazione. Italiano ha ragione a sottolinearlo, questo particolare è fondamentale e, diciamolo, ormai l’unico che divide la Fiorentina da un altro passo in avanti verso uno degli obiettivi stagionali. Nel ritorno con il Braga qualche problema c’è stato ma, sinceramente, da allora questa squadra mi sembra molto cresciuta non solo nel gioco, ma anche sotto l’aspetto mentale, nella capacità di interpretare le partite e le situazioni. Problemi non ne vedo e detto questo, prese le giuste precauzioni, i polacchi dovrebbero comunque vincere quattro a zero, basta ricordare questo. Però la concentrazione serve per evitare di subire gol, di andare in difficoltà o in ansia, l’esser costretti poi a rincorrere e a mettere troppe energie mentali e fisiche in una partita che invece con attenzione e concentrazione può essere superata tenendo il motore al minimo dei giri per risparmiarlo in questo eccitante rush finale. Lo stesso discorso e lo stesso atteggiamento che saranno necessari fra una settimana esatta contro la Cremonese dopo il due a zero dell’andata. Qualificazione in tasca a patto di affrontare la partita con la consapevolezza che i lombardi sono una squadra organizzata e non mollano mai.

La Fiorentina sta bene

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Comunque la Fiorentina sta bene anche fisicamente, s’è visto pure con l’Atalanta. Si gioca tanto, c’è qualche acciaccato, stasera Amrabat, Brekalo e Ikonè non ci saranno, ma Italiano dimostra che con le sue rotazioni su gran parte della rosa (sedici-diciotto giocatori) ha portato tutta la squadra a un ottimo livello nel momento decisivo della stagione senza “cotture” e senza giocatori poco coinvolti. Anche questo non era facile in una annata come questa, con un lungo stop per il mondiale, ma un’altra dimostrazione di come ci sia uno staff preparato e attento a supportare le idee dell’allenatore che hanno portato la Fiorentina a esprimere il suo calcio organizzato, divertente, brillante, con l’idea fissa di giocare tutte le partite per vincere. Questa squadra ha una grande mentalità e anche contro la difesa strenua dell’Atalanta, difesa fatta benissimo, ha creato e gestito bene pure la complicata fase difensiva a rischio contropiede. Nel calcio la perfezione non esiste, in alcune situazioni servono atteggiamenti diversi (i gol con Spezia e Atalanta restano errori evitabili), i miglioramenti sono stati straordinari, ma ne servono ancora. Questo Italiano lo sa e la squadra lo deve recepire. A volte una palla in tribuna non è reato. L’allenatore ieri ha parlato a lungo alla squadra prima dell’allenamento. Le ambizioni sono tante e giuste, ma deve essere chiara una cosa: non è ancora successo niente. Ci sono davanti cinquanta giorni (speriamo) durante i quali questo gruppo deve avere soltanto la testa e l’atteggiamento giusti per provare ad arrivare in fondo in tutte e tre le competizioni.

Nell’altro quarto fra Nizza e Basilea si parte dal due a due dell’andata e sinceramente in semifinale preferirei gli svizzeri. Il Nizza giocava meglio qualche tempo fa, è calato, ma ha comunque individualità superiori e giocatori che possono far male. Detto che tutte e due squadre restano alla portata della Fiorentina. Ma tempo al tempo.

A proposito di rotazioni, oltre ai tre indisponibili, ricordiamo che Dodò e Milnkovic sono diffidati e in caso di altro giallo salterebbero la semifinale. Ricordiamo pure che dopo questo turno tutti i cartellini si azzerano. Non so come la pensa Italiano, per evitare rischi terrei in panca entrambi questi difensori, ma a volte c’è il rischio di cambiare troppo. Vedremo. E allora come al solito ci divertiamo a provare una formazione. Terracciano in porta. Venuti, Quarta, Igor e Biraghi in difesa. Barak, Castrovilli e Bonaventura a centrocampo. Nico, Jovic e Saponara in attacco. Con Sottil, Terzic, Kouamè e Duncan, forse Ranieri, forse Bianco, in campo appena la partita si mette sui binari giusti.

Franchi, due aspetti fondamentali

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Intanto continua a tenere banco la vicenda stadio Franchi alimentata dalle dichiarazioni del dg della Fiorentina Joe Barone che giustamente ha messo l’accento su due discorsi fondamentali che aspettano una risposta. Quanto sarà l’affitto del nuovo Franchi? Dove giocherà la Fiorentina durante i lavori? Ce ne sarebbero anche altri, ma questi due sono interrogativi fondamentali per una società di calcio che deve programmare il futuro sotto l’aspetto economico, ma anche sportivo. Cominciamo da quest’ultimo. Meno di un mese fa il sindaco Nardella annunciò che “La Fiorentina durante i lavori non potrà giocare al Franchi per due anni”. Devastante. Mai successo prima a nessuna squadra in più di cent’anni di campionato italiano. Vi immaginate una società che vuole crescere, che punta a rimanere in Europa, magari andare in Champions, giocare due anni sempre in trasferta, con pochi tifosi al seguito, mille disagi e una rimessa economica calcolata attorno ai trenta milioni? Sarebbe impossibile crescere, anzi il rischio è quello di dover ridimensionare le ambizioni. Il sindaco ha capito (meno male) di averla detta e fatta grossa e nel frattempo s’è corretto dicendo “cercheremo una soluzione per far rimanere il più possibile la Fiorentina a Firenze anche durante i lavori”. Soluzione però che al momento non c’è ancora e tiene in bilico e in scacco tutti. Ma la Fiorentina che adesso paga più di un milione di affitto e ha chiesto lo sconto perché entro tre mesi lascerà il Centro Sportivo Astori e tutti gli uffici per trasferirsi al Viola Park, quanto dovrà sborsare per giocare nel nuovo Franchi? Questo è l’altro tema. Anche qui, sia chiaro, non saranno spiccioli e la Fiorentina dovrà mettere in bilancio tutti gli anni anche i dieci milioni che costerà mantenere il Viola Park. Il Franchi è un bene pubblico che se sarà restaurato, costerà più di duecento milioni di soldi pubblici, dovrà essere quindi concesso a un privato a un canone stabilito secondo parametri legali, certificati dalla Corte dei conti. Sicuramente la cifra sarà molto alta e la Fiorentina non potrà avere corsie preferenziali e lo sappiamo. Ma quanto sarà?

Il sindaco non risponde e il rischio che poi la valutazione statale porti a una situazione simile a quella della Mercafir è altissimo. Ricorderete che, all’epoca, Nardella parlava di cifre abbordabili per l’acquisizione del terreno della Mercafir, ma quando poi l’organismo pubblico preposto per legge stabilì in 25 milioni il valore del terreno e quindi la base d’asta nessuno, né Rocco né altri, parteciparono ritenendolo troppo caro. E saltò tutto il progetto, plastico compreso. Sono ormai anni che sostengo che questa operazione restauro del Franchi, per me sbagliata a prescindere, sia stata fatta con faciloneria e il più classico ottimismo nardelliano. Ecco altre dimostrazioni.

E c'è la domanda delle domande

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Tutto quello che oggi la Fiorentina chiede avrebbe già dovuto essere chiaro in linea di massima, già discusso, già trovate soluzioni a cominciare dal dove far giocare la Viola. Siamo sempre a cercar di mettere pezze.

Ma poi, si farà il restauro? A questo punto la domanda delle domande è questa, in attesa delle decisioni dell’Europa e del Pnrr. Resterebbe comunque un’avventurosa fuga in avanti, con basi economiche e pratiche poco solide, il futuro incerto e adesso, finalmente, se ne stanno accorgendo tutti. Sapete di un comitato di cittadini di Campo di Marte che ha chiesto all’Europa di bloccare i fondi, sappiamo del no del ministro delle infrastrutture Salvini, la Fondazione Nervi farà presto un’altra battaglia. Insomma dall’aver già presentato con sfarzo e soldi pubblici nel salone dei 500 un’opera già fatta quando non c’è ancora niente se non un progetto di uno studio privato dopo un concorso, ad oggi mi sento di dire che tutto quello che avevo previsto sta diventando realtà. E chi racconta favole per autopromuovere tutto quello che fa e soprattutto non fa, rischia di restare con un cerino politico in mano. Alla fine, forse sarebbe meglio che l’Europa bloccasse tutto per evitare di indebitare per non so quanti anni il comune di Firenze e i nostri figli perché i soldi all’Europa vanno restituiti con gli interessi e si rimettesse tutto sul tavolo con la nuova amministrazione per cercare una soluzione, magari coinvolgendo Commisso o altri imprenditori privati. Perché poi c’è anche questa grana di non poco conto. Il sindaco Nardella è in scadenza, fra una decina di mesi finirà l’ultimo mandato e se dovesse candidarsi in Europa dovrà dimettersi anche prima, in autunno.

Come si fa a lasciare in giro una bomba del genere? E per favore, per vostra dignità, non paragonate più il Flaminio al Franchi. A Roma il Flaminio è stato abbandonato perché Roma e Lazio giocano all’Olimpico, le altre società minori di vari sport che lo usavano lo hanno lasciato ed è questo il motivo dell’incuria attuale: non serve a nessuno. Non credo che si possano assimilare le due situazioni e lanciare falsi allarmi, a meno che Giani e Nardella non pensino che il Franchi oggi non serva a nessuno dimenticando un particolare: ci gioca la Fiorentina.

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