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Il dopo-Vlahovic: subito Piatek e poi Cabral

Il dopo-Vlahovic: subito Piatek e poi Cabral - immagine 1

Il commento, in esclusiva per Violanews, di Alberto Polverosi sull'attacco della Fiorentina

Alberto Polverosi

Di Vlahovic non smetteremo mai di parlarne a Firenze. Dopo trent’anni brucia ancora il trasferimento alla Juve di Baggio (da non confondere col serbo, sul piano tecnico e dei sentimenti, questo sia chiaro), figuriamoci se per i tifosi viola non brucia quello del capocannoniere della Serie A dopo solo una settimana. Tuttavia sono discussioni inutili, Vlahovic ha scelto se stesso, la carriera, i soldi, la vittoria facile (vediamo,vediamo) e ha gettato tutto il resto. E’ un problema suo.

A Firenze sono rimasti un buon allenatore e una bella squadra e sono arrivati tre rinforzi di spessore, anche se da verificare nel nostro campionato. Arrivano da tre tornei stranieri, Ikoné dalla Ligue 1, Piatek dalla Bundesliga (anche se due anni fa era in Serie A) e Cabral dalla Super League svizzera. In tre possono non far rimpiangere Vlahovic? E’ la speranza di Commisso e di Italiano, a cui tocca rilanciare la scommessa. L’aveva vinta alla fine del girone d’andata, riportando la Fiorentina in corsa per l’Europa, ora deve ricominciare da capo. Ikoné è un esterno ed andrà in concorrenza con Callejon, Sottil (il futuro è suo, ma anche nel presente merita più spazio), Saponara (giusta e tempestiva la proposta di rinnovo da parte del club viola) e Gonzalez. Più intrigante è la discussione intorno a Piatek e Cabral, visto che uno dei due dovrà prendere il posto di Vlahovic. A naso, potrebbe essere il polacco a sostituire il serbo nella prossima gara contro la Lazio. E’ a Firenze da un mese, ha segnato un gol a Napoli in Coppa Italia, ha debuttato da titolare a Cagliari (proprio al posto del serbo) pur senza buoni risultati, mentre Cabral è arrivato da pochi giorni.

Ma dopo la Lazio, a chi toccherà la maglia da titolare? All’inizio della stagione scorsa, Iachini faceva ruotare Kouamé, Cutrone e Vlahovic, poi arrivò Prandelli e puntò deciso sul neo juventino. Italiano farà come Iachini, tenendo sempre aperto il ballottaggio Piatek-Cabral, o farà come Prandelli, puntando su uno dei due? Sempre a naso, optiamo per la seconda ipotesi col brasiliano favorito sul polacco. Sono due centravanti molto diversi. Piatek è un risolutore, un uomo da area di rigore, quello è il suo regno. Lo spunto, il guizzo, il rimbalzo che sorprende, tutto questo rientra nel bagaglio di un giocatore che negli ultimi 24 mesi di Bundesliga ha segnato solo 12 gol in 56 presenze. Non è un trascinatore, ha bisogno di rifornimenti per diventare decisivo. Quando ha accettato il trasferimento a Firenze sapeva già che avrebbe fatto la riserva a Vlahovic, vediamo ora se aumenta il livello della competitività per conquistare più spazio. Cabral è più acrobatico e più tecnico. Opportunista pure lui, segna di destro (il suo piede preferito), ma anche di sinistro, ha un bel colpo di testa, una notevole elevazione e un ottimo tempismo. Ha il tiro e una soluzione sempre pronta. Porta a Firenze una montagna di gol, in 31 partite ufficiali nella prima parte di questa stagione ne ha segnati 27 fra campionato, preliminari e Conference League. Va visto contro le difese italiane, che hanno poco in comune con quelle elvetiche. Cabral è qualcosa più di una scommessa ma non ancora una certezza, anche se da lui i fiorentini si aspettano un altro Vlahovic, magari con un altro finale...

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