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L'imbucata

Il campo e un’arma di distrazione di massa

Magrini
Il commento al campo e a tutto quanto gira introno al mondo Fiorentina
Matteo Magrini

Una, dieci, cento, mille riflessioni. Tutto, in soli 90'. Poco più, se si considera quanto successo (anche) prima del fischio d'inizio. Campo, stadio, mercato. Ha detto tanto, il pomeriggio di ieri, e i segnali da cogliere sono tutti (nessuno escluso) particolarmente importante. Il primo aspetto da considerare, come da abitudini del calcio italiano, è il risultato. La domanda è: come accogliere il pareggio con l'Udinese. Personalmente, per come si era messa (due volte) la gara, credo che possa essere accolto con moderata soddisfazione. Certo sulla carta queste son le gare da vincere altrimenti, difendere questa classifica, sarà difficile. Così come resta il rammarico per quel palo di Bonaventura a tempo praticamente scaduto. Un match però va analizzato sui 90', e sarebbe un errore non considerare il primo tempo (nel quale la Fiorentina poteva serenamente ritrovarsi sotto per 0-2), e quel gol preso nella ripresa che poteva scrivere la parola fine sul tentativo di rimonta.

Ecco. Questo ci offre poi lo spunto per sottolineare il carattere dei viola. Una squadra che non muore mai e che, come da filosofia del suo allenatore, ha imparato “ad odiare la sconfitta”. E così, ecco la seconda reazione, il rigore di Nzola (bravo, bravissimo a prendersi sulle spalle una responsabilità che pesava una tonnellata) e, appunto, quella clamorosa occasione nel finale. Sotto questo aspetto insomma, non ci sono più dubbi. La Fiorentina ha un'anima forte, quasi indistruttibile, e grazie ad essa riesce ormai a restare in piedi anche quando pare barcollare pericolosamente verso il burrone.


E poi gli attaccanti. Di Nzola abbiamo detto (e quell'azione con controllo di tacco subito dopo il rigore può fare sperare in qualcosa di nuovo), mentre Beltran si è finalmente ricordato che un centravanti, per segnare, non può sempre sperare nell'errore dell'avversario. Deve attaccare il primo palo, sfidare il proprio marcatore diretto, anticiparlo. E basta ripensare al colpo di testa dell'1-1 per capire di cosa stiamo parlando. A proposito. Per l'argentino è il terzo gol nelle ultime cinque partite giocate in campionato. Vedi mai che si stia lentamente sbloccando. Una rete, la sua, arrivata grazie ad un cross perfetto di Faraoni. Ottimo, il suo inserimento, che serve da spunto per capire quanto siano fondamentali i rinforzi.

E così veniamo agli argomenti che esulano dal terreno di gioco. Due temi che, stando a quanto successo ieri dentro e fuori dal Franchi, viaggiano paralleli. Il riferimento è ovviamente alla pesantissima contestazione nei confronti del Sindaco Nardella e del Governatore Giani. Prima domanda, così, en passant: com'è stato possibile far entrare in Curva Fiesole dei gazebo? Sia chiaro, quel tipo di manifestazione è anche ironica e simpatica, ma restano tanti, tantissimi dubbi in tema di sicurezza e filtraggio. Sempre che, ma sia mai fare un pensiero tanto maligno, non ci fosse una specie di intesa tra tifo, club e addetti ai controlli.

Detto questo, non vorremmo che il Franchi fosse diventato non solo un terreno di scontro politico e di campagna elettorale (dal quale una società di calcio dovrebbe guardarsi bene dall'intervenire direttamente) ma anche una “straordinaria” arma di distrazione di massa. L'idea infatti (ma soprattutto la richiesta/esigenza) di squadra e allenatore era presentarsi al via del 2024 con i due acquisti più importanti: il terzino destro, e l'attaccante esterno. Il primo invece è stato messo a disposizione del mister soltanto alla terza partita dell'anno, mentre del secondo ancora non c'è traccia e, sempre che non arrivi nel giro di qualche mezz'ora, non ci sarà nemmeno per la sfida di giovedì in Supercoppa col Napoli. Eppure la tifoseria (almeno quella che ieri se l'è presa con le istituzioni anche con orribili cenni razzisti che sarebbe bene venissero condannati da dirigenza e proprietà) sembra più interessata alla questione stadio. Sia chiaro. Anzi. Chiarissimo: si tratta di un argomento centrale e del quale è giusto parlare così come è certo che da parte del Sindaco ci siano stati degli errori, ma in questo momento sarebbe giusto chiedere a chi di dovere che mettesse la stessa determinazione nel rinforzare la squadra.

Non solo. Se per i tifosi (ed è ripetiamo legittimo) il tema Franchi/trasloco momentaneo è tanto importante, perché prendersela solo con una parte. O c'è davvero chi pensa che questa situazione sia imputabile solo e soltanto alla politica? Ricordiamo, per chi si fosse distratto, che la Fiorentina mesi fa aveva accettato nero su bianco il il trasloco, in un’email ufficiale indirizzata al Comune di Firenze salvo poi, in seguito, impuntarsi pretendendo di restare a giocare a Campo di Marte anche durante i lavori. Un atteggiamento, questo, che difficilmente può portare a qualcosa. Sarebbe meglio lasciar perdere rancori personali o interessi politici e pensare (tutti, nessuno escluso) soltanto al bene comune: la Fiorentina.

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