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Italiano entusiasta di Kokorin, ora può rimanere. Jovic via? Non solo per scelta tecnica

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L'attaccante serbo ha deluso e non poco, mentre chi si sta guadagnando la fiducia del tecnico viola è a sorpresa Sasha Kokorin. Kouamé in campo a Vienna?
Enzo Bucchioni Editorialista 

Provate a ripensare a cos’era la Fiorentina un anno fa, alla vigilia della sfida con il Twente e confrontatela con quella di oggi. Un anno dopo è tutta un’altra squadra, ma anche un’altra storia, a dimostrazione del grande lavoro fatto dalla società e dall’allenatore che ha cambiato la mentalità, ha dato la linea, e sta ancora lavorando per far diventare un capolavoro la sua Fiorentina. L’allenatore è cresciuto moltissimo, è stato bravo e umile a capire come muoversi in un terreno per lui sconosciuto come l’Europa, s’è modificato e ha modificato i suoi sistemi di lavoro per arrivare a dare alla sua squadra personalità, assetto e capacità di gestire tre partite la settimana. Vincenzo Italiano è entrato nel mondo delle grandi società insieme alla sua squadra e alla fine ha scoperto di poterci stare benissimo. Oggi la Fiorentina può giocarsela con chiunque, non mi sembra poco, è più matura, ha maggiore personalità e maggiore qualità, oltre all’esperienza. Oggi, un anno dopo, possiamo dire che l’orizzonte è radicalmente cambiato e credo sia una grande soddisfazione per Rocco Commisso vedere che sono costretti ad ammetterlo anche quelli che fino a meno di un mese fa continuano a spargere veleni e sospetti sulla campagna acquisti, sui programmi futuri e sulle ambizioni, mettendo in giro il venticello della maldicenza “tanto vende dopo il Viola Park così incassa di più”. Basterebbe capire un po’ più di calcio, conoscere i giocatori ed essere sereni, ma adesso il riciclarsi sta diventando un’arte e una grande corsa. Comunque, anche se un anno dopo è cambiato l’orizzonte, stasera c’è pur sempre una partita da giocare e va affrontata come sappiamo, come fosse un finale. E in fondo lo è. Senza pensare all’avversario, ma badando a trovare concentrazione, determinazione, rabbia agonistica: giocando da Fiorentina. E’ l’unica strada, è sempre stato così con la mentalità data da Italiano. Poi si può vincere, perdere o pareggiare, ma la mentalità è sempre la stessa e sarà la stessa anche a Vienna contro il Rapid, la Fiorentina andrà in campo per imporre il suo gioco [LEGGI TUTTI I RISULTATI DELLE GARE DEL PLAY OFF].

A Vienna per il sogno europeo

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Questo passaggio del turno è il primo obiettivo stagionale e di questo tutti sono consapevoli. A cominciare proprio dall’allenatore che ora sa perfettamente come dosare le forze e il gruppo, è passato dal tanto turn over di un anno fa alle giuste rotazioni che hanno portato questo gruppo a giocare più di sessanta partite tutte a un buon livello di forma atletica e mentale. Si riparte da lì. Il lavoro fatto s’è già visto a Genova, i correttivi apportati (Nzola e Arthur) hanno funzionato da subito, non prevedo grandi cambiamenti di formazione, con la consapevolezza che i nuovi più giovani devono entrare per gradi, che queste sono partite dove si parte dalle certezze. Se vogliamo pensare alla formazione, in porta Terracciano proprio per la sua esperienza e perché Christensen sta imparando la lingua e come gioca la squadra. A destra in difesa rientra Dodò che ha smaltito il problema al tallone destro, anche se non sta ancora benissimo. Kayode, fra l’altro, è rimasto a casa influenzato. In mezzo sono tentato dal pensare ancora alla coppia Milenkovic-Ranieri e sull’esterno come fai a togliere il Biraghi visto a Genova? Fra l’altro Parisi, che sarà il futuro, non ha un minuto nelle coppe. Più probabile giochi con il Lecce. Anche a centrocampo mi aspetto la conferma di Bonaventura, Arthur e Mandragora se hanno smaltito i carichi di Genova. In attacco la sorpresa potrebbe essere Kouamé sull’esterno al posto di Brekalo, con dall'altra parte Nico. Beltran? Non vedo gli allenamenti, non so come si sia inserito nel gioco, se ha già assimilato i movimenti o meno. A naso sono portato a pensare ancora a Nzola se ha recuperato la gara di Genova non essendo ancora in condizione a pochi giorni dal suo arrivo. E se ci fosse spazio per Kokorin? Come vi scrivevo l’altro giorno Italiano è entusiasta di questo giocatore, è completamente diverso da quello che conoscevamo e se lo permetteranno i problemi di lista potrebbe anche rimanere in rosa.


L'ultima settimana di mercato

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Andrà via Jovic, vi confermo quanto scritto. Non è stato neppure convocato e l’atteggiamento delle ultime settimane, anzi di tutto il ritiro, ha sorpreso in negativo e non poco. Anche per questo l’allenatore ne ha preteso il taglio. Dove andrà? Se ne occupa Ramadani, ovviamente, che lo sta proponendo a tutte le società in cerca di un attaccante. Dopo il Milan è la volta della Roma, si aspetta la valutazione di Mourinho. In maglia viola comunque ha chiuso. Sul fronte mercato le uscite, o meglio la sistemazione delle solite situazioni, compresa questa, stanno occupando i dirigenti viola. Anche Amrabat sta diventando un problema e non aggiungo una virgola a quanto scritto nell'ultimo editoriale: non è sereno e giustamente resta a casa. Quarta no, lui aspetta tranquillo. E la trattativa va avanti. La Fiorentina è pronta, ha le idee chiare, è stato riproposto Murillo, ma per ora a cifre troppo alte. A quelli che si preoccupano del vice Arthur dico che nel calcio fluido di Italiano avrete sicuramente visto come si muovono Bonaventura e Mandragora quando Arthur è marcato a uomo. Ci sono correttivi tattici interni. Un altro Arthur non c’è, ora l’hanno capito tutti che è un gran giocatore, non si giocano a caso più di venti partite con il Brasile, non si vincono a caso la coppa America o la Liga con il Barcellona. Sarà eventualmente sostituito con altre soluzioni interne che ci sono. C’è chi si preoccupa anche del vice Bonaventura. E’ un altro insostitubile, ma Barak può fare quel ruolo, pure Infantino che sta piacendo moltissimo. E in prospettiva ecco l’idea Baldanzi o la proposta Samardzic. E poi, con due mediani tipo Mandragora-Duncan, in certe situazioni, Italiano sta lavorando anche a un 4-2-3-1 con Beltran sottopunta dietro a Nzola.

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