Il gioco rallentato sugli esterni
—Il gioco sorregge questa squadra, la personalità c’è sempre, l’organizzazione pure, ma ci sono anche altri problemi che rallentano le rotelline e così tutto gira a una velocità prevedibile per gli avversari. Gli esterni, ad esempio. Mancano terribilmente a questa squadra le triangolazioni in velocità sugli esterni e con altrettanta velocità la ricerca del fondo. Come mai? Semplice. Parisi è bravo e si vede, ma con il piede sbagliato, giocando a destra, i movimenti e il tocco di palla non sono naturali, ci deve pensare, rallenta. E gli spazi si chiudono, gli avversari si compattano. A sinistra non è in un gran momento neppure Biraghi, dopo l’infortunio non ha ripreso la condizione, fa fatica a sovrapporsi, i tempi non sono sempre giusti. E neppure i cross. Con la Juventus è mancata anche la soluzione Quarta. Per ovviare alla solita marcatura a uomo di Arthur, Italiano aveva chiesto all’argentino di impostare il gioco. Le sue avanzate hanno spesso aperto spazi e liberato Arthur, ma con Quarta in marcatura come domenica scorsa e gli avversari che hanno schermato anche questa mossa, l’arma è diventata meno efficace rispetto alla sorpresa di inizio campionato.
Italiano e le nuove soluzioni
—Succede così che la Fiorentina abbia il 70 per cento di possesso, tiri 24 volte contro 4, batta 9 calci d’angolo contro 1, ma non ricordo vere occasioni da gol o azioni pericolose a parte una punizione e un Nico davanti alla porta con tiro debole. Non è facile risolvere, trovare soluzioni, il livello tecnico dei giocatori è questo, mancano anche la cattiveria e l’istinto del gol, e come spiegato tante volte, la qualità cresce soltanto quando funziona il gioco ad alto ritmo. Si vedranno miglioramenti, aspettando i centravanti, quando saranno recuperati alcuni ad alto livello di forma, o tornerà Kayode con Parisi a spingere a sinistra come a Napoli. Una mano possono darla gli avversari che giocano, che non fanno barricate, che affrontano la Fiorentina a viso aperto, ma ormai sono sempre meno. Italiano è uno che studia calcio, ora mi aspetto anche dalla sua capacità e dalle sue intuizioni, soluzioni come quella di Bonaventura fra attacco e centrocampo che ha cambiato la stagione scorsa, o altre che abbiamo raccontato e hanno migliorato il suo calcio fluido.
Beltran e Nzola non sono Jovic e Cabral
—Ma se l’analisi tattica appena fatta per capire senza drammatizzare, ci racconta di alcune difficoltà, questa resta comunque una squadra che crea, che ha voglia, che gioca a calcio e che ha molte armi per tirarsi fuori da un momento no. Ha conoscenze solide, come ho detto spesso, e con la voglia di migliorarsi le difficoltà si superano più facilmente. Ripartiamo dunque dai sette punti in più in classifica, dal lavoro e da Italiano che ha portato questa squadra fino a questo punto e la può portare oltre. E poi resto ancora convinto che possa bastare poco per ritrovare Nzola, magari un gol, una bella gara. Il calcio ha una vasta letteratura di situazioni simili. Beltran crescerà, questo è scritto. E aspettiamo alcuni come Barak o Ikonè a livelli più alti. Per i nostalgici, quando dicevamo che fra Jovic e Cabral non se ne fa uno, e non per consolarsi, avete visto il disastroso Jovic al Milan e Cabral che con il Benfica ha segnato soltanto due gol nelle coppe nazionali portoghesi contro squadre minori?. Almeno Beltran è un giovane e ripeto, andate a vedere cosa faceva Lautaro quando è arrivato all’Inter e pensate a cosa è oggi.
Una partita da rimandare e le responsabilità
—Comunque domenica scorsa non si doveva giocare. La spinta e l’adrenalina della curva Fiesole sono mancate, ma avevano e hanno ragione loro, se il calcio avesse ancora un cuore, se avesse voglia di tornare vicino alla gente, avrebbe dovuto fermarsi. Ma ormai è solo business e diritti tv, un mondo lontano dal mondo reale. Non so ancora per quanto…Chi poteva fermare la macchina? Non certamente la Lega calcio, ma la politica e le istituzioni sì. Solo se avessero capito prima, solo se invece di dire venerdì scorso “fermare la partita non è una priorità”, da subito avessero fatto pressioni a tutti i livelli, una speranza ci poteva essere. Hanno cominciato ad andare dietro alla Curva e alla gente indignata solo quando era troppo tardi per riuscirci, per populismo e nulla più.
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