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Salgono Adli e Carboni, ma il ritardo è sorprendente. Il gioco non si vede

Salgono Adli e Carboni, ma il ritardo è sorprendente. Il gioco non si vede - immagine 1
Adli e Carboni sono i due nomi che prendono quota nel mercato della Fiorentina, ma i tempi sono stretti. Sul campo il gioco latita
Enzo Bucchioni Editorialista 

Un centrocampista (Adli dal Milan) e un difensore per completare una squadra imperfetta e dare a Palladino quel che vuole Palladino.

I ritardi in casa Fiorentina sono evidenti e sorprendenti in campo, ma anche sul mercato, con appena quattro giorni di tempo davanti per provare a sistemare tutto.


Il momento è molto delicato, tanto per cambiare.

E giovedì in Ungheria c’è già una partita che è uno spartiacque per tutta la stagione: dentro o fuori dalla Conference.

E’ questo lo scenario di un fine agosto che sinceramente mi aspettavo diverso.

Non faccio drammi nè processi sommari, si può ancora sistemare tutto, ma la preoccupazione c’è per quel che ho visto nelle prime tre partite ufficiali e per quel che sarà o non sarà fino a venerdì sera quando si abbasserà il bandone del mercato.

Sono preoccupato soprattutto per il centrocampo. E’ il reparto chiave, mi sembra che i problemi nascano in gran parte da lì.

L’ultima idea è Adli, franco algerino del Milan, 24 anni, e tanta voglia di rilancio dopo due anni rossoneri in seconda fila. L’ho visto giocare nel centrocampo a due, ma anche a tre davanti alla difesa. Era più trequartista, Pioli l’ha reso duttile. Buona tecnica, mi sembra un giocatore di personalità e carattere. La Fiorentina ne ha tanto bisogno. La trattativa è avanzata, ma anche incagliata fra i quindici milioni con obbligo di riscatto a giugno dopo un anno di prestito e i dieci che vorrebbe pagare la Viola. Un’intesa è possibile (raggiunta in mattinata, ndr).

Si parlava anche di Prati del Cagliari, vent’anni, un ragazzo molto interessante nel giro delle nazionali giovanili azzurre. E’ un regista dinamico, ricorda Pessina che Palladino aveva a Monza. Per ora è poco continuo, ma è molto giovane.

Per la difesa i nomi sono gli stessi da tempo e sono tanti.

Sale Carboni del Monza e questa è la dimostrazione che la Fiorentina vuole aiutare Palladino con giocatori che conoscono il suo calcio. Carboni, 23 anni, ex Cagliari, sa giocare a tre, ma anche a  quattro. I rapporti con Galliani sono buoni ma la decisione è difficile, aspettando il Boca su Valentini. Lo libera per un milione?  Decisioni last minute. Kostic sembra invece  più lontano dopo essere stato vicino. La Juve voleva sbolognarlo, la Fiorentina si tiene la gioventù di Parisi. Almeno così pare.

Resta da dire qualcosa su Nico e qui non posso non ricordare quei fenomeni che per tre settimane, tutti i giorni, hanno detto e scritto “Nico alla Juve, si chiude oggi”.

Prima o poi doveva succedere e alla fine è successo sabato scorso. Ma non sarebbe mai bastato l’accordo in piedi da tempo fra i bianconeri e Nico Gonzalez se la cifra non si fosse avvicinata ai 40milioni come è stato alla fine, Rocco avrebbe tenuto Nico a Firenze.

A trenta non ha ceduto, anzi ha detto no. Ma neppure a trentacinque.

Davvero mercoledì scorso e non perché l’ho scritto io, ma perché questo stava succedendo, era tutto in alto mare. La Fiorentina avrebbe anche fatto giocare volentieri Nico giovedì scorso in Conference, lui s’è rifiutato. Prima della gara, ricorderete, il Dg Ferrari ha detto “non ci sono i presupposti per chiudere l’operazione”.

Non c’erano in effetti, poi la Juve li ha trovati quando ha capito che non c’era strada: servivano i soldi giusti. Alla fine sono otto di prestito, venticinque per l’ obbligo di riscatto e cinque di bonus raggiungibili: 38 milioni.

E’ vero che vendere un altro big alla Juve è fastidioso e impopolare, ma il giocatore aveva comunicato da tempo di voler ander via e non un via qualsiasi, ma alla Juve.

E poi, l’ho scritto mesi fa, per me Nico aveva già chiuso con la Fiorentina quando è stato fotografato fuori casa tre notti prima della finale di Atene.

Il problema però c’è: la Fiorentina perde un altro giocatore di primo livello e di personalità. La speranza è che Gudmundsson torni presto ai fasti del Genoa. C’è tremendamente bisogno della sua qualità, del suo dinamismo e dei suoi gol in una squadra che fa fatica a trovare una identità.

E questa è la mia seconda preoccupazione. Ribadisco che solo dopo la sosta per la Nazionale, dal quindici settembre in poi, si potranno dare giudizi più netti. Oggi c’è tanta nebbia, quella nebbia che ho visto in tutte le amichevoli non s’è diradata.

Come vuole giocare la Fiorentina?

Non si vede. Non è chiaro.

Il passaggio da Italiano a Palladino è più complicato del previsto, ho la sensazione che l’allenatore faccia fatica a spiegarsi e i giocatori a capire. Spero ovviamente di sbagliare, ma la preoccupazione sale quando sento dire “la fase difensiva è migliorata” dopo che comunque la Viola ha concesso palle gol anche al tenero Venezia. Quel Venezia che aveva preso tre gol dalla Lazio e faticherà a salvarsi.

E se è vero che il mercato è in ritardo, come ha sottolineato l’allenatore, se dopo un mese e mezzo la Fiorentina avesse un assetto chiaro, avrebbe comunque potuto vincere almeno con il Puskas e i lagunari.

E’ lo scotto da pagare per l’arrivo di un allenatore giovane, il rodaggio per un nuovo calcio?

Probabile. Possibile.

La pazienza serve, ho già ricordato della enorme fatica di Sacchi nei suoi inizi col Milan, sappiamo che Gasperini perse le prime cinque nell’avventura all’Atalanta, sono ancora convinto che rivedremo a Firenze il calcio del Monza anche se per ora non c’è traccia.

Tornando alla gara con il Venezia ho visto invece in Richardson qualità, gamba e anche personalità.

Serve il gioco per far crescere i giocatori. E servono i giocatori per far crescere il gioco.

E’ un po’ come la storia dell’uovo e della gallina, comunque fate presto.

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