Non ci sono alternative. O di qua, o di là. Difenderlo vuol dire andare nello spogliatoio, dire chiaramente che lui è il mister e che con lui si andrà avanti e, magari, “tagliare” i rami secchi. Traduzione: mandar via (se ci si riesce) chi, tanto per tornare a parole usate lunedì, chi “ha mal di pancia”. Se invece si pensa che il gruppo ormai va da un'altra parte (ma dal Viola Park assicurano che non sia così) e che il tecnico non sia in grado di riprendere in mano il timone e di rimettere ka barra a dritta allora non si perda tanto tempo, e si cambi.
Esonero? No, può ancora sistemare le cose
—Personalmente, guardando la classifica, credo che esonerare oggi Palladino sarebbe contro ogni logica e che sia giusto dargli ancora (come qualche mese fa) la possibilità di sistemare le cose. Lui però, deve dimostrare la stessa intelligenza mostrata in quel caso. Possibile, per fare un esempio, che non si sia accorto che questa squadra, almeno in questo momento, con due mediani non sia in grado di reggere più di 20'? Possibile che non abbia capito che bisogna “avvicinare” il baricentro a Kean? Possibile gestire in questo modo Gudmundsson? Che senso ha, se non per metterlo nel mirino come primo responsabile, farlo giocare per poi toglierlo dopo 45'? Non è così, che si recupera un giocatore. Certo, lui (Gud) deve fare molto ma molto di più. Ma tanto di più. Anche qua, serve probabilmente l'intervento del club.
L'importante, dopo aver fatto finta di avere la squadra più forte del mondo e di avere un nuovo profeta in panchina, è essersi resi conto della realtà. Bastava, come sempre, mantenere un po' di equilibrio. Il gruppo è buono, in qualche individualità molto buono, e l'allenatore è sicuramente un buon allenatore. Di fenomeni però, non ce n'erano e non ce ne sono. E invece per tanto tempo si è buttata la polvere sotto al tappeto e quella polvere, oggi, ha invaso la casa. Si può far pulizia? Sicuramente sì. Ma farla tutta insieme, si sa, è sempre parecchio più faticoso.
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