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Palladino sempre più in bilico: un disastro senza Kean e De Gea

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L'analisi sul futuro di Raffaele Palladino sulla panchina e su coloro che hanno tenuto a galla la Fiorentina quest'anno
Enzo Bucchioni Editorialista 

“Madonna che silenzio c’è stasera”, tratta dal genio di Francesco Nuti. Silenzio al Viola Park. E’ in corso quella riflessione auspicata e richiesta a gran voce da tutti. Una riflessione profonda sul filo Firenze-New York.

Che fare con Palladino?

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La domanda delle domande è più o meno questa. E’ forte e chiara la sensazione che dopo Udine possa succedere di tutto, esonero compreso. E questa volta non sarebbe strano. Ho provato anch’io a riflettere, ma con la testa del dirigente, di Rocco Commisso, senza averne, ovviamente, le capacità. Sono comunque arrivato alla conclusione che dare oggi un’altra chance a questo allenatore sarebbe un rischio troppo alto. Insostenibile. Non sono più i tempi di Iachini, dei sentimenti, del paternalismo e credo che Rocco ora lo sappia benissimo. Il calcio ha imparato a conoscerlo. In questi anni la Fiorentina è cresciuta molto, l’hanno fatta crescere molto, ha acquisito una dimensione diversa, stagione dopo stagione è stata alzata l’asticella. Quest’anno per la prima volta questa crescita s’è fermata e in panchina c’era Palladino.


Un’altra considerazione che Rocco avrà sicuramente fatto è questa: non sono stati centrati gli obiettivi fissati dalla società, da lui stesso. Una squadra fatta per andare in Europa League, novantanove su cento resterà invece fuori da tutto. E’ complicato sostenere un allenatore che fallisce tutti gli obiettivi. Nessuno sopporterebbe un altro anno senza certezze, la piazza, ma anche Rocco. E poi credo si stia riflettendo pure su un’altra circostanza: nel 2026 la Fiorentina compirà cent’anni. Non si può rischiare di rovinare la festa con un altro campionato come questo. Ripeto: servono certezze. E risposte in linea con l’ambizione.

La riflessione, per ora, sembra avere tutte risposte negative. Il pollice è verso. Basta aspettare, se la Fiorentina prenderà la dolorosa decisione di cambiare guida tecnica lo sapremo lunedì. Per quanto mi riguarda non avrei dubbi e l’ho detto per tutta la stagione, prima velatamente e delicatamente per lasciare lavorare il giovane allenatore, adesso con toni più decisi perché è arrivata l’ora di farlo con un evidente fallimento.

Palladino non se la deve prendere, come gli ha ricordato il presidente degli allenatori Renzo Ulivieri, le critiche anche feroci fanno parte del gioco e non risparmiano nessuno. A tanti suoi colleghi umili sono servite a crescere. Non ho niente di personale con Palladino al quale auguro una grande carriera. Non ho neppure il piacere di conoscerlo, ma non serve, gli allenatori vanno valutati per quello che si vede sul campo e chi mi conosce sa benissimo che non facendo parte dei noti cerchiobottisti o dei noti leccaculisti (pardon!), sono abituato a dire quello che penso. E che vedo.

Prima di arrivare a un sintesi, però, mi piace anche confrontarmi con chi ne sa più di me e l’ho fatto non solo a Firenze, ma in mezza Italia. Conclusione?Stanno con Palladino soprattutto ex calciatori, ex allenatori o giornalisti distratti, quelli che vedono la Fiorentina negli highlight o solo quando gioca con le grandi, quelli che giudicano guardando la posizione in classifica e la trovano comunque a cinque punti dalla Champions. Criticano Palladino invece, quelli che fanno analisi più profonde, quelli che hanno visto tutte le partite dalle amichevoli estive in poi e si sono accorti della scarsa crescita del gioco e della assoluta mancanza di identità, ma anche della poca crescita dei singoli giocatori. A volte nulla. Hanno notato anche la poca capacità dell’allenatore di leggere le partite e di cambiarle con le sostituzioni, ma anche di interpretazioni faticose di molte gare. Si sono accorti di formazioni discutibili, di poco coraggio e di scarse idee. Salvo rare eccezioni come l’intuizione di Bove esterno.

Luci e ombre

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Ma attenzione, se le ombre vengono da un allenatore professionalmente molto giovane, inesperto, le luci le accendono soprattutto due grandi giocatori che si chiamano Kean e De Gea. Sono i gol di Kean, quasi tutti frutto di forza propria e non del gioco di squadra, sono le parate di De Gea, moltissime al limite dell’impossibile, a dare un minimo senso alla stagione della Fiorentina. Basterebbe rivedere con attenzione tutte le partite per rendersene conto. La firma di frequenza sotto l’Erasmus pagato da Rocco le hanno messe proprio Kean e De Gea. La Fiorentina sono loro.

Allora diciamo la dura verità: senza la stagione strepitosa di questi due giocatori, con Terracciano e Cabral tanto per capirci, probabilmente Palladino in classifica sarebbe a livello di Como o Torino. Un disastro per la squadra che gli hanno messo a disposizione e gli investimenti fatti. Dobbiamo tornare a vent’anni fa, a Toni e Gilardino, per ritrovare un attaccante come Kean. Per il portiere forse anche oltre Frey. Da qui si deve ripartire per fare un’analisi, una riflessione come ha detto Pradè, per valutare la stagione, capire gli errori, e decidere cosa fare per intervenire e migliorare nel futuro. E’ quello che la Fiorentina sta facendo in queste ore.

Se l’analisi sarà confermata, difficilmente il presidente andrà avanti con questo allenatore appena “allungato” solo per provare a dargli una carica positiva nel finale. Non è servito a niente. Ma non vanno trascurate neppure le prese di posizione dei tifosi, le prime contro un allenatore da quando Rocco è arrivato a Firenze. Insomma, ci siamo capiti. Quest’anno è andata così, ma l’anno prossimo non ci potrà essere un altro Erasmus.

L’anno prossimo quasi sicuramente senza le coppe, anche se una minima speranza resta, la Fiorentina dovrà pensare in grande. L’esempio del Napoli deve stimolare i programmi e le idee, tanto più che nell’estate del 2026 la Fiorentina compirà cent’anni. Serve un allenatore pronto e se fossi Rocco metterei in piedi una squadra per puntare alla Champions, mi regalerei una festa della quale si dovrà parlare per altri cent’anni. Ma è facile, i soldi non sono miei…