L'acquisto di Pablo Marì suscita varie riflessioni. Palladino può sorridere, ma il mercato della Fiorentina non si deve fermare qui
E venne il giorno di Pablo Marì. Atteso, voluto, quasi preteso dall'allenatore e, per questo, acquisto da accogliere comunque con piacere. Abbiam scritto piacere, e qua ci fermiamo, nel senso che stiamo parlando sicuramente di un buonissimo difensore, ma certo non di un campione o di uno capace di spostare gli equilibri. Detto questo però, e lasciando da parte qualsiasi altra considerazione su età, prospettive, progettualità o robe simili (che mi e ci stanno particolarmente a cuore, ma che a gennaio possono e in qualche caso devono contare un po' meno) è giusto, appunto, prendere il buono di questa operazione.
Dove stia, questo buono, è presto detto. Il fatto che sia stata un'esplicita richiesta di Palladino e che la società lo abbia accontentato porta con sé infatti due considerazioni. La prima: il club è davvero (e non solo a parole) al fianco del mister e continua a lavorare per provare a metterlo nelle migliori condizioni possibili per portare avanti il suo percorso. La seconda: il mister si conferma uno molto bravo a farsi comprare i giocatori. Qualità fondamentale, quasi quanto le competenze tecniche, tattiche, di lettura o di gestione. Del resto, sarebbe (è) dura pensare di far carriera senza poter allenare calciatori forti o, comunque, adatti alla propria idea di calcio. Da questo punto di vista insomma, bene così. Starà a lui poi decidere se tornare alla difesa a tre (sarebbe la spiegazione più convincente all'acquisto di Marì) o se utilizzare l'ex Monza nella linea a quattro e, quindi, al posto di uno tra Comuzzo e Ranieri.
La domanda è: e adesso? La risposta è complicatissima e l'unica certezza (non una novità) è che la Fiorentina è arrivata a ridosso della chiusura del mercato con il taccuino ancora pieno di appunti sulle cose da fare. Conosco l'obiezione, e la accetto: così fan (quasi) tutti. Basta darsi un'occhiata attorno infatti per accorgersi di come funzioni praticamente ovunque così. Soltanto la Juve, forse, ha fatto in tempi più rapidi gran parte di quello che aveva o ha in mente di fare. Ha preso un attaccante e un difensore e ora, da qua a lunedì, ne cercherà un altro. Per il resto, e fino ad oggi, tanto rumore per nulla. Il Napoli cerca ancora il post Kvara, il Milan un centravanti e chissà che altro, la Roma almeno una punta, e potremmo andare avanti. Il problema vero, o comunque quello più serio, è un altro.
Pensiamoci insieme. La Fiorentina ha “perso” un sacco di tempo dietro ad un attaccante esterno (Luiz Henrique), ha poi provato a prendere Man e nel frattempo si è messa a cercare, anche qua su precisa indicazione di Palladino, un “centrocampista forte fisicamente”, che avesse gamba, corsa e la capacità di coprire tanto campo. Un Frendrup, per intendersi, un Bondo, o qualcuno del genere. Allo stesso tempo però, girava e gira il nome di Cristiante (struttura fisica ok, ma corsa e copertura del campo molto molto meno) al quale in queste ore si è aggiunto quello di Fagioli. Un regista puro o, al massimo, una “mezzala d'ordine” per usare un linguaggio vintage. Ora, le spiegazioni possibili sono un paio. Una mi farebbe un gran piacere, e sarebbe quella che vorrebbe la Fiorentina decisa a prendere sia l'uno (il giocatore di sostanza) che l'altro (il regista) perché, a questo gruppo, mancano da morire entrambi visto che Adli non ha un'alternativa. L'altra ipotesi, è che non ci sia tutta questa chiarezza di idee e che si proceda così, un po' a tentoni, sperando prima o poi di portare a casa qualcosa/qualcuno.