Si può pensare di tutto e il filosofo suggerisce che nella vita non ti devi mai meravigliare di niente, ma sinceramente faccio fatica a pensare che questo sia Stefano Pioli e, soprattutto, questa sia una squadra di Stefano Pioli. Che succede?
E’ tornato con troppa carica, con troppa voglia, con l’ambizione, per affetto, di voler riportare la Fiorentina a vincere dopo venticinque anni e questo carico di responsabilità lo condiziona? Lo rende meno lucido? Si può ipotizzare di tutto, anche che stia caricando la squadra di troppi concetti tattici, l’abbia appesantita, un po’ come è successo a Spalletti che in nazionale voleva strafare. Abbiamo visto come è andata a finire. Non lo so, mi sembra strano anche questo. Pioli ha tanto buon senso.
Può essere allora che la squadra faccia fatica a seguirlo perché abituata al calcio basico, più semplice, pane e salame dell’anno scorso? Sarebbe curioso, sono tutti professionisti che hanno giocato con allenatori diversi.
Allora forse abbiamo sopravvalutato questo organico? Globalmente direi di sì. Ho sentito troppo entusiasmo, troppi sette e sette e mezzo al mercato. Ho dato 6,5 che non è poco, ma ho anche scritto e lo ripeto che questa squadra è meno forte di quella dell’anno scorso. L’anno scorso Pradè si fece dare giocatori dalla Juve, dal Milan, dal Manchester, dalla Roma, dalla Lazio, quasi tutti reduci dalla Champions League, dalle nazionali, da esperienze di alto livello che ti maturano e ti danno grande esperienza anche quando non sei titolare. Quest’anno, in questo strano mercato fatto in gran parte dal procuratore Lucci, sono arrivati giocatori da due squadre retrocesse come Empoli e Venezia, da due che hanno faticato a salvarsi (Parma e Cagliari) e quello del Genoa (Gudmundsson) aveva faticato anche l’anno scorso. Non è che stiano pagando il salto di categoria come succede spesso in questi casi, e serva tempo per alzare il livello?
Comunque dal mercato sono mancati un centrocampista e un difensore di personalità, due leader che servivano. E non ho capito perché sia stata costruita una squadra senza esterni quando nel calcio di oggi sono fondamentali per tutti. Mi hanno detto che ha voluto così Pioli, ma non ci credo. Al Milan giocava sugli esterni, non avendoli, domenica ha adattato nel ruolo un terzino (Lamptey) e un centrocampista (Fazzini).
Al di là delle ipotesi più o meno condivisibili, che Pioli sia in difficoltà è evidente. Ieri ha impostato una gara per non far giocare l’avversario e basta, come di solito fa una piccola con una squadra molto più forte. Tutto ha funzionato per mezz’ora, quando sono cominciate a mancare le energie la Fiorentina non ci ha capito più nulla. E Pioli non è intervenuto in tempo, come ha fatto mille volte al Milan, per cambiare modulo o uomini. Piccoli andava cambiato nell’intervallo o nei primi minuti della ripresa per mettere Gud (se sta bene) oppure Fazzini sottopunta con un centrocampista in più per dare forza a una squadra che si stava sciogliendo. Ma poteva tornare anche con la difesa a tre, cinque con gli esterni, per chiudere le fasce del Como.
Tanti problemi, tante cose. Per questo dico che da fuori è difficile capire che fare, cosa suggerire e, soprattutto, intuire come possa andare a finire. Lascio libere tutte le soluzioni, anche quelle estreme, se la Fiorentina non dovesse vincere domenica prossima a Pisa. Poi ci sono la Conference, la Roma e il Milan.
E non si può non chiamare in causa anche la società. La curva ha ragione a contestare Pradè. Il Como (tanto per fare un esempio) ha speso cento milioni per fare una signora squadra, piena di giovani dal grande talento, alcuni sconosciuti ai più, ma fortissimi. Pradè ne ha spesi novanta per comprare da squadre di bassa classifica a prezzo eccessivo, Piccoli è l’esempio. Che calcio si vuol fare? Che visione c’è del futuro? Vi ricordo che se Palladino non si fosse dimesso, questa società sarebbe ripartita con un allenatore e un direttore che faticavano a dirsi buongiorno. E’ questo il progetto sportivo? Forse anche a Pradè avrebbe fatto bene cambiare aria (come hanno suggerito i tifosi) dopo una decina d’anni a Firenze con quattro finali e zero tituli, come direbbe Mourinho.
Comunque questo non è ancora il momento dei processi, ma della calma e della fermezza. La società ha fatto bene a confermare decisamente Pioli. E’ un allenatore di prima fascia e credo che riuscirà a dimostrarlo presto. Anche la partenza al Milan non fu facile, spuntarono i “Pioli-out” che in breve divennero “Pioli on fire”. Speriamo succeda anche qui con questa squadra non perfetta, ma che ha diversi giocatori di livello superiore a cominciare dal portiere per finire al centroavanti della Nazionale. Le ambizioni non si possono cancellare a settembre.
La sorpresa per questo “non inizio” è tanta, la delusione enorme, ma credo che peggio di quello che s’è visto nelle prime quattro giornate non possa andare. La ricetta è il lavoro, è credere in un gioco e andare avanti. Tornerà presto il sereno? Oggi non vedo segnali, ma la mia fiducia in Pioli resta alta. Se non ci riesce lui…
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