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Il commento

La ricerca di Palladino, l’ambizione di Pradè e la lezione di Velasco

Raffaele Palladino, Daniele Pradè
Palladino, novello Proust, è ancora alla ricerca del gioco perduto, Pradè invece è ambizioso.
Massimo Sandrelli

Raffaele Palladino si è assunto la responsabilità della sconfitta contro il Como: “non ho trasmesso l’energia necessaria…“ Un’affermazione pesante quanto francamente criptica. Che vuol dire? Durante la mia frequentazione di Coverciano non ho mai sentito parlare di questa materia. Un allenatore può predisporre un piano tattico, può suggerire movimenti, può indicare le debolezze dell’avversario, può perfino cercare di infondere entusiasmo, ma quanto ad energia non mi risultano esserci testi utili. Il gioco di una squadra è la somma delle qualità dei singoli che peraltro devono essere messi proprio dall’allenatore nelle loro posizioni più adatte.

Il bilancio della Fiorentina fino ad oggi è tutt’altro che disprezzabile. I 42 punti in classifica le permettono ancora di sperare in un piazzamento importante (Champions) ma il rendimento della squadra fino ad oggi si raffigura meglio come un elettrocardiogramma di chi attraversa un periodo piuttosto difficile. All’inizio pochino poi dalla 7 giornata fino alla 15ª i Viola hanno raccolto 27 punti, il 65% del proprio bottino, dopo una preoccupante depressione poi due vittorie e altre due sconfitte. Che il maggior difetto di questa squadra sia l’incostanza di rendimento pare un fatto chiaro ma i motivi non sono altrettanto chiari. Daniele Prade’ dice “noi abbiamo ambizioni, non vogliamo finire in una posizione anonima, lo dimostra anche il mercato che abbiamo fatto”.


A proposito, per tornare alla parte statistica c’è da notare che il periodo felice (quello dei 27 punti) è, più o meno, precedente proprio il mercato invernale. Se ne sono andati Quarta, Ikoné, Biraghi, Kayode, Sottil e Kouamé. Sono arrivati, Folorunsho, Pablo Mari’, Fagioli, Zaniolo, Ndour e Valentini, che però è stato subito dirottato a Verona. Di primo acchito non sembra che le parole del direttore Prade’ siano confortate dai numeri: dopo il mercato infatti, non si sono registrati quei progressi, almeno sotto il profilo dei risultati, che la società si era augurata. Allora? Vero è che è ancora troppo presto per valutare la qualità e rendimento di chi è arrivato. Alcuni sono indietro di allenamento, altri devono recuperare da qualche acciacco, altri ancora sono giovani che si devono formare.

Il dubbio che rimane è che Palladino sia ancora a cercare la “propria“ squadra. L’unica certezza è che manca un attaccante di ruolo da schierare, nell’emergenza, al posto di Kean. L’ultima considerazione riguarda due tra coloro che dovevano essere i campioni del mercato estivo: Gudmundsson e Colpani. E se il primo doveva essere il vero gioiello della”Corona”, il secondo doveva essere il “favorito”a corte. Julio Velasco, durante l’intervista in due puntate su Sky ha incantato per lucida intelligenza e brillante conoscenza del mestiere. Tutte parole da custodire per un appassionato di sport: “un allenatore deve allenare la testa dei giocatori, perché anche i migliori non sono preparati alla sconfitta, non ne possiedono gli anticorpi”.