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Se Kean ha davvero deciso di restare è perché sa che in questo momento Firenze è il suo mondo ideale, gli regala cose che da nessun’altra parte gli possono dare. In Viola si sente coccolato, è un idolo assoluto, può gestire la sua vita con pressioni relative, può allenarsi con tranquillità e con i suoi ritmi. Anche i colloqui con Pioli dovrebbero averlo orientato in questo senso. Kean sa che avrà la squadra che gioca per lui, come succedeva con Palladino. Anzi, il gioco veloce, il pressing, le ripartenze alte potrebbero favorirlo ancora di più, non dovrà più battersi da solo contro un’intera difesa. E Pioli è pure un grande gestore di uomini, è un allenatore della comprensione, non un sergente delle regole, ha sempre avuto un grande rapporto con i giocatori.
Il procuratore Lucci in questi anni ha fatto molto per Kean, deve averlo aiutato anche lui a capire che forse è meglio consolidarsi a Firenze con un’altra stagione ad alto livello per prepararsi meglio anche al mondiale americano. Poi l’anno prossimo, a ventisei anni, ci sarà ancora il mondo davanti se Kean avrà fatto un’altra stagione alla grande.
Insomma, sono ore decisive, ma le preoccupazioni dei giorni scorsi quando sono arrivate le proposte degli arabi e non solo, stanno lasciando il posto ai sorrisi. Tocchiamo ferro naturalmente, ma il puzzle ci porta verso una fumata bianca. E se Kean dovesse restare, sarà Grande Fiorentina.
Lo dico perché l’anno scorso la squadra c’era ed è mancato l’allenatore. Quest’anno l’allenatore di prima fascia c’è e la squadra potrebbe essere anche più forte. Aspettiamo Kean, ovviamente, ma intanto è stato riscattato Gudmundsson che rispetto all’anno scorso può fare solo meglio. Sono rimasti De Gea e Gosens, due valori veri. La difesa era già forte con Comuzzo, Pongracic, Pablo Mari e Ranieri, s’è aggiunto Viti, forse Valentini. In mezzo c’è da rilanciare il talento di Fagioli e Fazzini ha grande talento.
Servono un regista (Bernabè?) e un uomo di gamba, ma li compreranno. Mancano pure alcuni giocatori per completare la rosa, penso a uno come Zortea. Ma queste sono operazioni di contorno. L’ossatura della squadra c’è, è forte.
L’unico problema che resta da risolvere si chiama Dodò. Ci proverà anche Pioli a convincerlo, ma se dietro c’è davvero il Barcellona, non la vedo messa bene. Comunque, risolta la vicenda Kean tutto il resto diventa una passeggiata e restano due mesi di mercato per completare la squadra, cedere gli esuberi e reinvestire. Aspettiamo fiduciosi e se l’ottimismo è davvero il profumo della vita, lo sapremo presto.
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