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VERGOGNA NAZIONALE

In confronto alla FIGC, alla Fiorentina sono fenomeni: se salta Pioli è un problema

Commisso, Gravina
Quanto abbiamo avuto modo di vedere in casa Italia resterà nella storia in negativo, e a farne le spese potrebbe essere proprio il club viola
Matteo Magrini

Quando sei lì che ti chiedi “ma perché, sempre a noi'”. Quando ti interroghi su come sia possibile ritrovarsi, sempre, in mezzo a casi inspiegabili e melodrammi vari. Quando dopo aver visto un allenatore andarsene senza aver diretto nemmeno un allenamento ne vedi un altro che confermato, col contratto allungato e col presidente che lo chiama “figlio”, saluta tutti e se ne va senza spiegare il perché. Quando una società parla di “pressioni eccessive” e l'altro fa trapelare “insanabili frizioni col direttore sportivo” dopo aver minacciato per mesi chi osava sostenerlo. Quando sei quasi arreso a vivere nelle peggiori delle realtà possibili e poi, all'improvviso, sbucano loro: la Nazionale e (soprattutto) la Federazione. 

Masterclass al contrario

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Sembrava impossibile mettere in piedi un teatrino più comico (o tragico) di quello a cui abbiamo assistito a Firenze nelle ultime settimane e invece, appunto, è proprio vero che al peggio non c'è mai fine. Il riferimento, va da sé, è a quanto successo in una domenica che verrà ricordata per sempre come quella della peggior figura alla quale un movimento (sia sportivo, politico o quello che volete) possa esporsi. C'è una sola parola per commentare quanto successo: vergogna. Perché non si era mai visto un allenatore annunciare in prima persona il proprio esonero (solo Fonseca al Milan, forse), col presidente che ha preso quella decisione a mangiare tartine a Parma al Festival della Serie A e che, tanto per scavare e andare più a fondo nel ridicolo, ha pure deciso di mandarlo in panchina (tra l'altro in una gara più che determinante) il mister esonerato. E noi che ce la prendiamo con la Fiorentina. Geni del calcio e fenomeni della comunicazione/gestione a confronto di Gravina e soci. Ecco. Semmai, visto che Spalletti (che da ct ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare) non è esattamente l'ultimo degli allenatori, avrebbe dovuto salutare un minuto dopo. Che ci vada qualcun altro, in panchina. E invece no.

Dead man walking

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E così stasera andrà in scena una partita dell'assurdo e, da domani, si cercherà di capire chi sarà il prossimo ct. E qua entra in gioco la Fiorentina. La situazione, se ho capito bene, è più o meno questa: la Figc sta facendo di tutto per convincere Ranieri che, almeno in un primo momento, lasciava intendere di non voler abbandonare la Roma. L'Italia però (anche questa Italia) è pur sempre l'Italia ed è normale che ci sta pensando. Stesso discorso, più o meno, per Stefano Pioli. Un uomo che aveva e ha accolto con entusiasmi trascinante la possibilità di tornare a Firenze ma che, davanti alla chiamata azzurra, sarebbe ovviamente in difficoltà. Si vedrà. Con una premessa, ed una certezza. La premessa: nessuno, in alcun caso, si azzardi ad accusare Pioli di essersi rimangiato accordi o di aver tradito una parola data. La certezza: per i viola, dovesse sfumare il suo ritorno, il problema sarebbe enorme. Perché l'alternativa più concreta (Vieira) ha appena rinnovato col Genoa e perché, una volta approfondito il discorso con Pioli, si erano lasciate stare tutte le altre ipotesi. Resterebbero comunque nomi importanti o affascinanti. Due, su tutti: Thiago Motta e Farioli. A meno che, ma al momento nessuno in società pare averne discusso, non si tenti il colpaccio di coda e non si chiami Spalletti. Suggestioni, ad ora, niente di più.

Tutto sbagliato

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Non resta che aspettare, magari ingannando l'attesa riflettendo un po' sullo stato (pietoso) del calcio italiano. Sia chiaro. Basterebbe ripensare a quanto abbiamo appena detto (Gravina, il mister esonerato abbandonato a se stesso, la Norvegia definita “corazzata”, un allenatore cacciato ma chiamato a sedersi comunque in panchina) per darsi diverse risposte. Come dire: ci sarebbero un miliardo di riflessioni da fare (sulle scuole calcio; sul livello degli istruttori; sulla mentalità; su chi sfotte il Barcellona perché a San Siro continua ad attaccare salvo accorgersi che in Europa giocano tutti così; sulla mancanza di coraggio ecc ecc...) ma se questi sono i personaggi (definirli dirigenti mi vien difficile) che devono rilanciare il pallone beh...è meglio fermarsi....fare un enorme in bocca al lupo al prossimo ct sperando che prima o poi ne arrivi una che dica “Signori, io vengo, ma il giorno dopo dovete sparire tutti quanti e deve essere ribaltata tutta, ma dico tutta, la classe dirigente”.