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A modo mio

Il gesto di Ndour e il problema di Fagioli

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Con questo pezzo inizia la collaborazione un'altra grande firma del giornalismo fiorentino a cui diamo il benvenuto
Massimo Sandrelli

Non sono un appassionato delle pagelle per i calciatori. Non ho mai creduto che un cronista possa avere il tempo e il modo per esprimere, alla fine di una partita, in una sintesi così precisa, la prova di undici (o nel caso peggiore di ventidue). Ma ormai è prassi comune, inoltre il Fantacalcio verte proprio su quei numeri, per cui mi sono quasi rassegnato. Trovo molto più interessante esprimere giudizi su chi si mette in evidenza, in positivo o in negativo.

Promosso

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Cominciamo da Cher Ndour. Ventun anni, un metro e novanta, già con varie esperienze alle spalle dal Paris St. Germain al Portogallo e la Turchia, giunge a Firenze nel febbraio 2025. Nel frattempo vanta un’ampia militanza nelle nazionali azzurre dall’under 15 fino all’under 21, perché è un italiano figlio di padre senegalese. Fino a giovedì non si era mai messo in grande evidenza. Il centrocampo viola, diciamocelo, è peggio dei cantieri per la tranvia: i lavori in corso sembrano non finire mai. Pioli gli offre un maglia da titolare contro i cechi del Sigma. Ndour è un longilineo potente che non parrebbe poter recitare al meglio il ruolo di fantasista, ruolo dove occorrono agilità e destrezza tecnica. Dopo qualche incertezza iniziale Ndour ha cominciato a macinare ma il suo piccolo capolavoro l’ha realizzato in un lampo: dopo una ripartenza, di testa, beffando gli avversari, ha suggerito un delizioso assist per Piccoli, indirizzandolo in un corridoio lungo come un’autostrada ed è stato 1-0. Ecco, quel gesto tecnico ne rivela l’attitudine. Significa che possiede istinto, qualità e rapidità di pensiero. Nei minuti di recupero, poi, un’altra piccola prodezza. Approfittando delle maglie larghissime della difesa dei cechi, un passo e si è esibito in un tiro potente e preciso: 2-0. Non si può dire quanto possa crescere ma la sua età e la fiducia di Pioli gli fanno meritare un buon voto di speranza: promosso.

Bocciato

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Nicolò Fagioli ha 24 anni, quasi venticinque. E’ sempre stato considerato un talento. Buona tecnica, buona visione di gioco, la sua carriera è stata funestata da recenti “problemi personali”. Pioli cerca di impiegarlo come regista ma lui regista non lo è. Prende palla e la porta, magari tenta un dribbling invece di cercare lo “scarico” verso un compagno libero, spesso s’intorta in qualche giravolta rischiando perfino di perdere il pallone. E’ successo proprio così all’inizio della partita e la squadra del Sigma ha impensierito per l’unica volta De Gea con un tiro improvviso. Nessuno può concedersi il lusso di perdere palla a ridosso della propria difesa, men che mai colui che ha il compito di far ripartire la squadra con ordine e saggezza. Taluni dicono che sia colpa del brutto periodo che ha dovuto passare e che quindi abbia perso sicurezza, io credo che lui possa esprimersi meglio quando gioca più vicino alla porta avversaria, zona di campo, però, discretamente affollata. Quindi anche se con rammarico un voto basso: regista bocciato.

Da rivedere

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Stefano Pioli è un buon allenatore. Magari non possiede la grinta di Antonio Conte, la strafottenza di Giampiero Gasperini, il cinismo di Massimiliano Allegri ma è un tecnico che sa di calcio e tratta i suoi giocatori con rispetto. Procede cercando di convincere con il dialogo, rifiutando gesti plateali. Sa che deve riordinare il “cantiere” e che, con i suoi modi, ci vuole tempo. Sa anche che il tempo nel calcio è scandito dai risultati, per noi merita fiducia: Adelante Stefano, con giudizio.