Quattro sconfitte, tre pareggi: non c’è bisogno di scomodare gli statistici per capire che è uno dei peggiori tabellini di sempre. La squadra gioca poco e anche quando va in vantaggio come è successo con Cagliari, Como, Roma e Milan finisce per perdere o al massimo pareggiare. Se ne desume che si tratta di un gruppo di giocatori insicuri e soprattutto non capaci di “stare” nella partita con fiducia e con la testa. Certo, spesso si è trattato di episodi maldestri, di ingenuità e anche di malasorte ma poco importa. Secondo la fantomatica legge di Murphy quando qualcosa va male può andare anche peggio. Ecco in queste sette partite nel bilancio della Fiorentina ci sono pali, rigori non dati o rigori dubbi dati contro, una caleidoscopio di sfortune che sa di record. L’ultimo, quello contro il Milan, Gimenez dopo il tocco di Parisi si accascia al suolo come se fosse stato colpito con un randello è un eclatante esempio di simulazione che Concetto Lo Bello avrebbe punito con una severa reprimenda ma oggi, in epoca Var, i “guardoni” di Lissone giudicano dalla poltrona con poca o nessuna esperienza di giocatori e quindi intervengono anche senza titolo. Ma il calcio “tecnologico” è così, non c’è da stupirsi: figuriamoci a Milano. Resta il fatto che la Fiorentina è ultima in classifica in condominio con Pisa e Genoa. Daniele Pradè si è addossato tutte le colpe, Pioli è afflitto e quasi inebetito ma manca una figura iconica in questo momento: il presidente.

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Fiorentina, ora tocca al Presidente
Rocco Commisso è un appassionato ricco imprenditore che aveva delegato l’impresa fiorentina al suo fedele amico Joe Barone. Non sappiamo se Commisso non vuole o non può stare qua ma il fatto è che manca il Presidente. La società deve essere presente al più alto livello. I giocatori, anche i più esperti, quando vedono il Presidente sanno che è il momento di partecipare con la massima concentrazione, colgono in pieno la delicatezza del momento, si rendono conto che è in gioco il loro futuro. Direttore generale e allenatore hanno in presenza qualcuno cui render conto. E’ un regola che vale ovunque a qualunque latitudine. La presenza del Presidente toglie alibi a chiunque e sancisce la gravità del momento. Non c’è una ricetta per uscire da una situazione così imbarazzante ma il Presidente è come il comandante di una nave, nel pericolo deve essere sul ponte. Non si può comandare via telefono…Vi ricorda qualcosa?
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