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Fiorentina, la sfida giusta per ripartire. Servono orgoglio, rabbia e un nuovo Gud

Fiorentina, la sfida giusta per ripartire. Servono orgoglio, rabbia e un nuovo Gud - immagine 1
Verso il Milan, l'editoriale di Enzo Bucchioni per Violanews: contro i rossoneri il match giusto per dare una scossa alla stagione
Enzo Bucchioni Editorialista 

Ci sono partite che fanno paura e invece possono diventare una forza. Per la Fiorentina a San Siro contro il Milan può essere una di quelle sfide lì, che ti aiutano a ritrovare l’orgoglio, la rabbia e la voglia di dimostrare che non sei solo una squadra mediocre relegata in fondo alla classifica.

Lo dico e le penso perché a ogni angolo del calcio trovi situazioni come questa, che sembrano create apposta da un grande regista. E qui, oltre alla Fiorentina in difficoltà che può ritrovarsi, c’è molto di più, c’è Pioli che torna dove ha vinto lo scudetto per riallacciare il suo percorso, per ritrovare la magia che sembra averlo abbandonato.

Milan-Fiorentina me la immagino così, una partita messa apposta sulla strada viola per darti una nuova, forse l’ultima occasione di questo periodo.

Del resto pensare negativo non aiuta, la Viola sta andando male, ma ha dentro tanti valori tecnici e umani, tanta esperienza che ti devono portare sul terreno della sfida a te stesso, sulla voglia di reagire e di dimostrare. Giocare in queste condizioni a San Siro deve essere una potentissima iniezione di adrenalina, mi aspetto l’atteggiamento del leone ferito perché se dovessimo ritrovare delle pecore si aprirebbero scenari foschi. Molto foschi.

Lo dico andando oltre le formazioni possibili, i moduli e tutto il resto, mi aspetto solo una squadra feroce. Tutto il resto può diventare una conseguenza.

Riuscirà questa metamorfosi?

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Le premesse ci sono, l’esperienza di Pioli può essere trainante. Mi immagino che in queste giornate passate al Viola Park l’allenatore abbia lavorato molto sul campo, ma ancora di più sulla testa dei giocatori che, come ha detto Gosens, devono reagire.

Fra l’altro il Milan dopo aver perso Saelemaekers (difficile il recupero in extremis) dovrà fare a meno di un altro elemento fondamentale come Pulisic e non si sa come stiano davvero Rabiot, Estupinan e Gimenez, della serie tutto fa. (IL PUNTO SUGLI INFORTUNATI ROSSONERI)

La Fiorentina i suoi infortunati, toccando ferro, li sta recuperando. Dodò, Fazzini. Sohm hanno ricominciato ad allenarsi in gruppo.

E Kean?

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Il medico viola ha confermato quello che vi avevo scritto martedì scorso alla faccia dei profeti di sventura che hanno parlato di quindici giorni di stop: per Milano può farcela. La caviglia non ha lesioni e non è gonfia, resta il dolore, ma le terapie sono efficaci e il tempo per provare il recupero non manca. In certi casi basta una rifinitura della domenica mattina per capire cosa fare e il giocatore ha già detto che vuole esserci.

Proprio dai big deve partire la riscossa. Pioli ha parlato a lungo con tutti i giocatori, ma soprattutto con quelli che per carisma, valore tecnico ed esperienza devono essere trainanti in questo momento delicato.

Penso che a San Siro li vedremo in campo tutti, anche il discusso Gudmundsson, anche il desaparecido Fagioli, e poi i De Gea, Gosens, Dodò, Kean appunto, lo stesso Pablo Mari che per esperienza è secondo a pochi.

Vedremo se Pioli si inventerà qualcosa dal punto di vista tattico e se Pongracic sarà recuperato, ma si dovrebbe andare verso un 3-4-2-1 con Kean (o Piccoli) Gud e Fagioli davanti, Gosens e Dodò esterni, in mezzo se sta bene Sohm potrebbe far tornare la tentazione dei due mediani con Mandragora, oppure c’è sempre Nicolussi. Dietro Ranieri e Pablo Mari, speriamo con Pongracic per lasciare recuperare Comuzzo. Poi mancando tre giorni pieni di lavoro, aspettando i nazionali, ovviamente ci sono margini per valutazioni diverse, last minute.

Intanto la discussione di questi ultimi giorni ha portato inevitabilmente attorno a Gudmundsson e al suo rendimento in nazionale (gol e assist) molto diverso da quello in viola.

Penso che Gud sia uno di quei giocatori che hanno bisogno di sentirsi dire “vai in campo e fai quello che vuoi”, quelli che devono essere investiti di una centralità assoluta. Poteva succedere a Genova, ora in nazionale. In un calcio organizzato come quello che Pioli cerca di dare alla Fiorentina è più difficile, temo faccia fatica, deve essere lui a crescere, anche mentalmente, a chiedersi se vuole diventare un grande giocatore o solo questo a metà che la Viola fa fatica a capire da più di un anno.