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Ferrari e Goretti via, altrimenti è Serie B. Subito un uomo di calcio per aiutare Vanoli

Ferrari e Goretti via, altrimenti è Serie B. Subito un uomo di calcio per aiutare Vanoli - immagine 1
La Fiorentina sta andando giù a picco, servono decisioni forti. L'editoriale di Enzo Bucchioni per Violanews
Enzo Bucchioni Editorialista 

Hanno vinto Parma e Genoa, ora la zona salvezza è lontana sette punti, siamo ben oltre il dramma, per chi non l’avesse ancora capito. E mi riferisco ovviamente a chi comanda in Fiorentina, al direttore Alessandro Ferrari, ma anche al giovane inesperto ds Goretti, che nelle ultime settimane hanno fatto chiaramente capire con le loro inquietanti parole, con i fatti e i non fatti, di non essere in grado di guidare la Fiorentina in assoluto, ma in particolare in un momento come questo.

Si sono sentite assurde parole dette a vanvera del tipo “siamo a un passo dall’uscirne fuori” o “stiamo bene”, e poi i ringraziamenti alla squadra che sta andando in serie B, l’imbarazzante cena di Natale, la sceneggiata del megafono con la squadra consegnata ai tifosi, l’inutile ottimismo e i sorrisi sbandierati in tv, soprattutto prima delle gare, i giorni liberi quando si dovrebbe lavorare e confrontarsi, stare almeno assieme per capire cosa succede e chiarire, il falso buonismo fatto circolare del tipo al Viola Park siamo tutti uniti. Oppure i duri provvedimenti annunciati e mai presi, hanno dato e stanno dando l’idea di un gruppo di comando che non sa cosa fare e quando fa peggiora la situazione. Sono sul precipizio. Ballano sul Titanic.

La società non esiste, non ha forza, non ha idee, non ha uomini in grado di incidere, di avere un minimo carisma o esperienza calcistica e i giocatori lo hanno capito da un pezzo. Vanno avanti ognuno per la loro direzione, in ordine sparso, a seconda della loro convenienza e delle loro amicizie interne. Molti stanno già pensando più al futuro che al presente della Fiorentina. Senso di appartenenza zero.

E se lo spogliatoio è spaccato e bollente, non fosse altro per gli episodi di sabato con il Sassuolo e un intervallo caldissimo fra il primo e il secondo tempo, l’allenatore è un uomo solo.

Vanoli è già impotente dopo cinque partite, non riesce a cambiare le cose. Il gruppo non lo segue, prima dei risultati lo confermano le sue urla, chiede cose che nessuno in campo fa. E forse neanche fuori.

In più non ha mai vissuto momenti del genere, non ha l’esperienza necessaria, non ha trovato neppure il coraggio di cambiare modulo o di mettere da parte giocatori palesemente lontani da un rendimento appena accettabile. Non dimostra di sapere come ci si può salvare in una situazione del genere. Sarebbe da esonerare anche lui per quello che s’è visto in campo e sentito dalle sue parole tipo la storia del rigore smentita da Gud: non ha lo spogliatoio in mano.

Vanoli uomo solo come lo era Pioli, anche lui ha fallito per questo. Ci sono mille problemi che non ha saputo risolvere neanche lui, tutti derivanti dalla cattiva gestione attuale di questa dirigenza ma che affondano anche nella passata stagione, nel rapporto con Palladino deflagrato con le dimissioni. Tutto è rimasto irrisolto, soprattutto nello spogliatoio.

Lo dicevamo e scrivevamo nel post mortem di Joe Barone, scegliere Ferrari come direttore è stato un errore colossale: purtroppo per la Fiorentina i fatti ci stanno dando ragione. Non è possibile mettere una persona senza conoscenza del mondo del calcio in un ruolo così delicato, la fiducia non basta, il buon rapporto con il presidente neppure. La lontananza di Commisso ha ingigantito tutte le difficoltà. Sicuramente lui sa molto meno di quello che avrebbe dovuto sapere, a cominciare dalla inquietante storia di Palladino definito “un figlio” poche ore prima delle dimissioni. Nessuno gli aveva detto che per restare l’allenatore aveva chiesto la testa di Pradè e di altri due membri importanti della società.

E’ una situazione di non ritorno, perdere altro tempo significa condannare la Fiorentina alla serie B.

Questa drammatica analisi di fatti veri porta a una considerazione sola e drastica: se Commisso vuole salvare la Fiorentina deve sostituire subito Ferrari e Goretti per mettere la società in mano a uomini di calcio con esperienza e personalità.

Sono mesi che suggerisco di contattare Galliani, ho scritto di Walter Sabatini che di recente ha salvato la Salernitana o altri di questo spessore e storia. Penso anche a manager esperti come Umberto Gandini e Michele Uva. Ma pure grandi bandiere come Antognoni o Batistuta. Gente che possa guardare negli occhi allenatore e giocatori, gente credibile quando apre la porta dello spogliatoio per dare ordini, chiedere spiegazioni e ricompattare.

Non prendere decisioni rapide, andare avanti così significa volere la retrocessione. E’ ingenuo pensare che solo perché l’organico è buono, magari battendo il Verona domenica prossima, si possa ripartire. Magari.

La situazione è complicata e difficile anche per dirigenti esperti, sperare di tirarsi fuori con questo management è pia illusione.

Non torna più nulla, neppure il rapporto con i tifosi della curva investiti di una responsabilità troppo grossa sempre per colpa della debolezza della società. I tifosi aiutano, ma le partite non le vincono. E l’unione con i tifosi non le fa vincere, come abbiamo visto.

Il silenzio del Viola Park nel post Sassuolo è inquietante, forse si sono concessi il ponte. Cosa stanno decidendo?

Ranieri può fare ancora il capitano dopo l’insubordinazione con Vanoli?

Kean ha ancora voglia di fare la differenza o s’è scazzato (scusate, ci vuole) definitivamente?

Gud e Fagioli sono sempre giocatori sui quali puntare?

Le decisioni dure annunciate da Goretti dove sono? Quando saranno prese?

Non si sente parlare di niente, neppure del vecchio e classico ritiro al Viola Park.

Ma non mi piace neppure la resa anticipata che si respira in città.

Firenze non vuole retrocedere, andrebbe detto ad alta voce. Con civiltà, ma alzando i toni della contestazione. Questo silenzio diventa assenso.

Fra l’altro prima del Verona c’è pure da battere la Dinamo Kiev in Conference, dopo due sconfitte ora in classifica la Fiorentina è fuori dalle prime otto.

E chi si illude di una possibile vendita della società a breve non sa che qualsiasi potenziale acquirente in un momento come questo sta a vedere e aspetta. Più le cose vanno male più il prezzo si può abbassare, si può contrattare da una posizione di forza. Ammesso e non concesso, ovviamente, che Rocco Commisso voglia vendere.

Purtroppo non sta bene e questo ci dispiace molto, ma da lui ci aspettiamo comunque un segnale forte.

Non credo voglia passare alla storia come il peggior presidente della Fiorentina dopo aver speso più di cinquecento milioni: decida qualcosa in fretta per uscirne fuori prima possibile.