Il ciclo di Pradè? Finito
—E poi non vorrei più sentir dare la colpa a Joe Barone. Fino a quando qualcuno non mi mostrerà gli accordi firmati prima del 16 marzo 2024, per me Joe non può aver fatto questa scelta. Non tornano i tempi. E qui arrivo a Daniele Pradè, un altro contestato dai tifosi. Come responsabile dell’area tecnica credo che il fallimento degli obiettivi sia da addebitare in primis proprio a lui. E se, ipotesi, non avesse condiviso la scelta di Palladino come sembra aver fatto intendere durante la stagione, avrebbe dovuto dimettersi a suo tempo. A conti fatti, da quando Commisso l’ha riportato in viola in mano ci sono mosche e un rapporto stanco. Pradè è da troppi anni alla Fiorentina. A proposito di finali perse, lui è l’unico ad averne fallite quattro visto che c’era anche nel 2014 con Della Valle nella famosa sfida di Coppa Italia contro il Napoli di Benitez. E poi è un direttore vecchio stampo, opera di riflesso, lavora con un gruppo di procuratori amici, quando hanno proposte valide i giocatori sono validi, altrimenti si prende quel che resta. E soprattutto nasce sempre un mercato in seconda battuta, con squadre figlie di incastri, fatte last minute, come quelli che aspettano a programmare le vacanze per cercare di strappare soluzioni e prezzi migliori. Come si vede, a Firenze non arrivano giovani di prospettiva, neppure dal vasto mercato sudamericano. Se non strapagandoli come fatto con Beltran che poi ha pure deluso. Pensate invece come lavora Sartori al Bologna, i giocatori li vede, li valuta, E' impensabile sa capirne il valore futuro, gli ultimi Castro e Dominguez (per dirne due) e pure Ndoye. Io stesso che non sono Pradè, lo vidi giocare nel Basilea contro la Fiorentina tre anni fa e pensai: questo sarebbe da prendere nell’intervallo. L’ha preso Sartori, dalla Svizzera però la Fiorentina ha ingaggiato Cabral… Dov’è l’errore? Un nuovo direttore dell’area tecnica con un nuovo allenatore scelto da lui e un progetto tecnico rivisto, davvero ambizioso è il sogno di tutti i tifosi viola. Realizzabile? Non lo so. La storia ci insegna che Rocco Commisso si affeziona ai suoi collaboratori, degli uomini prende sempre il meglio, è convinto che i suoi consigli possano far crescere tutti. Nell’economia, nelle aziende è possibile. Lo ha dimostrato. Il calcio è un mondo dove certi valori non esistono o faticano, e l’allenatore oggi è troppo centrale e importante. Certo, lo capisco, magari mandar via Palladino e rivederlo fra due-tre anni diventare maturo in un’altra società potrebbe dar noia, ma l’ambizione della Fiorentina non può essere a tempo, ma immediata. Non so come andrà a finire. Sono sicuro invece che sarà impossibile ripresentarsi a luglio in ritiro con Palladino in panchina, senza Kean e tutti gli altri giocatori più forti di quest’anno. Credo che la tifoseria non lo sopporterebbe. Vanno tenuti tutti o va cambiato tutto.
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