E' quasi sempre questione di punti di vista. E allora, arrivati ormai alla vigilia dell'esordio ufficiale della stagione, si può ragionare in due modi. Si può per esempio tornare col pensiero a 12 mesi fa, e guardare con che formazione la Fiorentina affrontava il playoff di andata di Conference contro la Puskas Akademia. De Gea; Quarta, Pongracic, Ranieri; Kayode, Mandragora, Bianco, Parisi; Colpani, Sottil; Beltran. Nella ripresa entrarono poi Dodò, Amrabat, Ikonè, Kouame e Kean. Modulo 3-4-2-1, allenatore Raffaele Palladino. Una squadra nemmeno vicina a quella che avrebbe poi affrontato la stagione, costretta a chiedere un favore ad Amrabat e piena di giocatori che, chi prima chi dopo, sarebbe poi uscita di scena. Ovvio quindi, scegliendo questo approccio, che non si possa non notare un deciso passo in avanti.

LA VIGILIA
Domani si parte: meglio di un anno fa, ma Pioli aspetta e merita rinforzi
Domani infatti i viola affronteranno il Polissya con un 11 che somiglierà parecchio a quello al quale Stefano Pioli (altro passo in avanti non indifferente rispetto all'anno scorso, forse il più importante) si affiderà poi in gran parte (almeno) della prima parte di stagione. Ipotesi. De Gea; Comuzzo, Pongracic, Ranieri; Dodò, Sohm, Fagioli, Gosens; Gudmundsson; Dzeko, Kean. Una squadra decisamente più fatta e strutturata, con un'idea tattica precisa e ben delineata in testa e non con un atteggiamento (ricordate la difesa a tre, Biraghi braccetto ecc ecc...) sostanzialmente improvvisato e sicuramente forzato. Con ottimismo insomma, si può farsi prendere così. Eppure, c'è un però.
L'altra campana
—E così veniamo all'altra faccia della medaglia o, se volete, all'approccio più pessimista. Ad oggi infatti, e non è un mistero per nessuno essendo stato Pioli in persona a parlare di rosa fatta “al 70%”, alla Fiorentina manca ancora più di una pedina per poter parlare di mercato finito e soddisfacente. Soprattutto, mancano giocatori e risorse che possano dare corpo a quel sogno Champions del quale tutti, giocatori in primis, vanno parlando. E pazienza se qualche cortigiano più aziendalista dell'azienda pensa che i viola siano già, allo stato attuale, competitivi per tale obiettivo. Bisognerebbe ricordargli che a cose normali in Champions ci vanno in quattro e che non risulta, sempre che non mi sia perso qualcosa, che abbiano squalificato, cancellato o pesantemente penalizzato squadre come Napoli, Inter, Milan, Juventus e Roma. Se poi invece si è convinti che già oggi, con questa rosa, la Fiorentina sia pronta a correre alla pari anche solo con una di queste allora beh. Alzo le mani.
La realtà è che mancano (almeno) tre giocatori: un centravanti forte che possa dare il cambio a Kean, un centrocampista con caratteristiche offensive che possa fare il trequartista (un altro Fazzini, per intendersi) e un vice Dodò. A voler essere super pignoli invece, ed è un'altra delle esigenze evidenziate da Pioli alla dirigenza, servirebbe anche un difensore con caratteristiche diverse (uno più veloce) rispetto a Pablo Marì. Missione impossibile? No, anche se le enormi difficoltà in uscita stanno bloccando tutto il mercato in entrata. E così ci ritroviamo a dover tornare su un aspetto già trattato tante volte. Da una parte il monte ingaggi, arrivato ormai molto vicino ai limiti imposti dall'Uefa. Così vicino da non poter fare nulla di nulla di nulla senza prima essersi liberato di qualcuno? E' questa la domanda chiave. Perché se è così, allora lo stallo attuale è ovviamente comprensibile ma altrettanto preoccupante perché vorrebbe dire che, senza cessioni, la rosa resterebbe queste.
Qual è il punto?
—Se però esiste ancora margine per intervenire (ovviamente non su giocatori alla Pellegrini con ingaggi da 4 milioni o oltre) e si sta aspettando perché l'input è “si spende solo quello che si incassa” allora il discorso cambia, e torna alla questione delle ambizioni. Mi spiego. Uno come Piccoli (obiettivo numero uno per l'attacco) o uno come Ilenikhena hanno stipendi più che “normali” ma, essendo giovani e forti, costano. Diciamo non meno di 20 milioni e la Fiorentina, ed è un gran merito di questa società, ha una capacità a livello di liquidità da scudetto, nemmeno da Champions. Se vuole, tanto per capirsi, può. Sta tutto qua. C'è ancora spazio a livello salariale? Allora serve uno sforzo per i cartellini, e dare a Pioli almeno qualcosa di quello che chiede il prima possibile. Non c'è spazio? E allora siamo nelle mani di Beltran, delle sue decisioni, e di qualche amatore che si faccia venire la voglia di prendere qualcuno tra Barak, Ikonè e compagnia esuberante...
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