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Fabio Paratici sia il benvenuto. E’ questo il senso di tutto il discorso che faremo, a scanso di equivoci.
Era da tanto tempo, ancora prima di questi mesi disastrosi, che in Fiorentina si sentiva la mancanza di un uomo di calcio pieno di energie e di idee, di un dirigente esperto e di grande personalità.
Lo abbiamo scritto più volte, con dirigenti veri non sarebbe scoppiato il caso-Palladino e la situazione non sarebbe sfuggita di mano come, purtroppo, è stato. Complice, ovviamente, l’assenza di Commisso.
Dunque si riparte dall’uomo che è stato per più di quindici anni il braccio destro di Marotta e poi, in proprio, ha portato Ronaldo alla Juve. Tanto per dirne una.
Paratici si sta liberando dal Tottenham, ultima tappa della sua carriera, ma non dovrebbero esserci problemi di sorta, in questi giorni arriverà l’annuncio ufficiale della Fiorentina.
Per tornare alla sua carriera, nessuno nasconde che Paratici abbia avuto dei problemi con la giustizia per la vicenda plusvalenze fittizie nella Juventus. E’ stato squalificato, ha pagato. Fine.
Anche qui, a scanso di equivoci, a beneficio dei leoni da tastiera (dei quali brutalmente me ne frego) già all’opera sui miei commenti, ricordo che esiste l’articolo 27 della Costituzione, oltre al buon senso, che garantisce a chiunque piena dignità una volta scontata la pena.
Torniamo a noi. Paratici dovrebbe arrivare con un contratto di cinque anni e pieni poteri portandosi dietro uomini di fiducia. Perfetto, vuol dire che oltre ad avere la salvezza come obiettivo primario, si vuole ripartire con un programma di rilancio, si spera ambizioso più di quello più volte annunciato da Pradè.
Le intenzioni sono ottime, è così che si fa o si dovrebbe fare sempre per programmare. Idee chiare e tempo per lavorare.
Ma qui arrivano i primi interrogativi.
A chi è venuta l’idea?
Come mai Paratici ha accettato?
Vista la situazione della società Fiorentina in generale, i grossi problemi dovuti alle non buone condizioni di salute del presidente Commisso (e ci dispiace), viene da pensare che dietro un piano quinquennale ci possano essere delle situazioni che noi non conosciamo. C’è già qualcuno pronto a rilevare la società il giorno in cui Commisso dovesse decidere di passare la mano ed ha suggerito l’operazione Paratici?
Gestire una società così importante da così lontano e per una persona non più giovanissima e con qualche problema come Rocco Commisso non è oggettivamente facile. Diciamolo: è complicatissimo al limite dell’impossibile.
E allora?
Paratici non è uno sprovveduto, conosce benissimo le dinamiche del calcio e le regole di una buona gestione. Magari avrà anche voglia di tornare a lavorare in Italia come dice qualcuno, ma la faccia è la sua. Per accettare avrà avuto solide garanzie per il presente e per il futuro della società Fiorentina.
E se sullo sfondo non dovesse esserci una possibilità di cessione rapida, mi auguro che Paratici si faccia dare l’esatto ruolo che aveva Joe Barone: presidente di fatto.
Solo così si toglierebbero tutti gli ostacoli sul cammino della ripresa.
Non è pensabile che possa restare un dirigente come Alessandro Ferrari che ha clamorosamente fallito, tanto per dirne una. Paratici partirebbe con l’handicap, uno come lui, con la sua esperienza e il suo curriculum non può accettare di avere sopra la testa un direttore generale che non conosce il calcio e nel calcio faticano a riconoscere. Da quando c’è lui al comando sono solo disastri, come ha rimarcato pure la curva Fiesole nell’ultimo documento, ma come hanno già ampiamente sostenuto anche le altre organizzazioni dei tifosi. E un po’ tutti.
Se Paratici non diventa il numero uno assoluto e non si porta uomini di sua fiducia, sarà tutto più complicato. Deve saperlo. Chieda di rispondere soltanto a Rocco Commisso.
La sola responsabilità dell’area tecnica non può e non deve bastare, anche Pradè l’aveva e sappiamo come è andata a finire. Paratici ha già fatto l’amministratore delegato della Juventus, lo stesso ruolo deve avere nella Fiorentina se si vuole un effettivo rilancio e si vogliono evitare tutte le problematiche emerse o non emerse, ma raccontate negli ultimi anni al di là della classifica da serie B. Chiedere per conferma a chi ha lavorato in Fiorentina negli ultimi anni.
O si cambia pagina davvero o non si risolvono i problemi alla radice.
Sappiamo bene che l’attuale Dg gode della stima di Commisso, questo non impedisce di destinarlo ad altri incarichi dove poter dimostrare quelle qualità extracalcistiche che sicuramente ha. Vedremo.
Ma oggi c’è da festeggiare la prima vittoria, guarda caso è venuta dopo la notizia dell’arrivo di Paratici. Ripeto, è sicuramente un caso, però un dirigente di calcio molto esperto sabato mi ha detto: “I giocatori ora sanno che arriva uno vero, con pieni poteri. Vedrai che reagiscono subito”. Detto e fatto.
Ora però non sarà sempre Udinese, servono conferme immediate e l’immediata conferma della difesa a quattro con tutto il resto appresso. La trasferta di sabato a Parma è davvero uno spareggio.
E’ stato messo un mattone importante, ma la casa della salvezza va ancora costruita.
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