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VIOLA NEWS esclusive gli opinionisti A Vienna segnali e indicazioni importanti. Italiano assente, ma col cuore sarà a Firenze
L'imbucata

A Vienna segnali e indicazioni importanti. Italiano assente, ma col cuore sarà a Firenze

Matteo Magrini
Finalmente la squadra si è scrollata di dosso la paura di sbagliare, ma il Bologna sarà un brutto cliente

Ogni luogo comune, si sa, ha un fondo di verità. Quando si dice per esempio che “tutto nasce dalla testa” si dirà probabilmente una scontata banalità, ma così è. Sia chiaro. Ciò non significa che moduli, numeri, proposte, idee e filosofie non contano e non sarò certo io a rinnegarne l'importanza. Sono, quelli, aspetti assolutamente importanti. E lo stesso vale per la condizione fisica. Eppure, e così veniamo alla nostra Fiorentina, sarebbe appunto sciocco non mettere in cima alla lista l'aspetto psicologico. Il riferimento è a quanto successo giovedì, e ad una prestazione finalmente piena, bella, convincente, addirittura piacevole da guardare. Roba che in questo tremendo avvio di stagione non si era praticamente mai vista. “Merito” degli avversari? Capisco il dubbio, ed in parte il livello (bassissimo) del Rapid ha sicuramente giocato il suo ruolo, ma sinceramente io penso che non stia lì la chiave.

Il terrore nel cuore e cervello

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Credo invece, tanto per tornare al punto di partenza, che questa squadra sia inspiegabilmente finita in una buca e che oggi, in campionato, giochi col terrore nel cuore e nel cervello. Come se quel maledetto gol preso a Cagliari, quella vittoria sfuggita, e il seguente 0-0 di Torino, avessero scavato dei tarli nelle certezze del gruppo e che pian piano quei tarli sian diventati crateri. Metteteci poi il “carico” della aspettative, il timore crescente di non esserne all'altezza, i primi fischi del Franchi ed ecco qua, il (brutto) gioco è fatto. E' questa l'unica spiegazione che mi son dato anche perché in estate, e penso all'amichevole col Manchester United, idee, principi, concetti e soluzioni erano assolutamente riconoscibili e in linea con i pensieri di Pioli. Erano amichevoli, direte voi, ma quando si parla di identità, organizzazione e proposte il contesto conta il giusto. Puoi arrivare più facilmente “a dama”, ma quello che metti sul campo quello resta. Sia che tu stia giocando in allenamento, sia che tu sia in finale di Champions.

Finalmente Fagioli

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E sarà un caso quindi, ma l'altra sera (lontani dall'Italia e da quella classifica da incubo) si son viste proprio quelle cose che aspettavamo a gloria e proprio da quei giocatori che si stavano “nascondendo”. Uno su tutti: Fagioli. Finalmente libero di testa, senza paure, sicuramente agevolato dal ruolo (quello di immaginarlo regista sì, è stato un errore di Pioli), ha fatto quello per cui tutta la Fiorentina ha deciso di puntare su di lui: ha rischiato. Ha dribblato la banalità e le soluzioni facili e, come per incanto, i viola sono riusciti ad andare in verticale. E poi Gudmundsson. Un gol da campione, il suo, e un ingresso in campo rabbioso che mi è piaciuto da morire. Lo abbiamo detto, e lo ripetiamo: i sogni son desideri e per avverarli, questa squadra, non può non passare da questi due. 

Ma non solo

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La serata di Vienna ha detto anche altro. Ha detto, per esempio, che in questo momento Ndour merita più spazio, che Dodò deve cambiare alla svelta atteggiamento (a proposito di testa...) perché Fortini spinge e che Viti, pur non essendo né Bastoni né Maldini, è forse più adatto di Ranieri al calcio di questo allenatore, Perché legge meglio i movimenti da fare in fase di costruzione, perché ha più coraggio col pallone tra i piedi e perché, almeno ora come ora, trasmette più calma e meno angoscia rispetto a Luca. Impressioni, per carità, che aspettano altre conferme per trasformarsi in qualcosa di più. 

Adesso il Bologna senza Italiano

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Domani, intanto, il Bologna. Senza Vincenzo Italiano (a meno di miracoli), costretto ancora in una stanza di ospedale. Il mister sta meglio, ma la salute viene prima di tutto e i medici per ora non ne vogliono sapere di liberarlo. Nel frattempo ha ricevuto la chiamata di Pradè (bravo diesse) e ha saputo dell'ondata di affetto e di messaggi arrivati da tantissimi tifosi viola. Un aspetto che lo ha reso molto felice ma del resto parliamo di una persona che, fidatevi, sfiora le lacrime ogni volta che parla di Firenze e della Fiorentina.