La sconfitta della strategia
—L’asta deserta è comunque una sconfitta clamorosa di tutta la strategia di Nardella, l’ennesima dimostrazione che questo progetto non sta in piedi, fa acqua da tutte le parti. Andare ancora avanti, cercare vie sempre più strette e impervie, da una sconfitta politica di Nardella può diventare una sconfitta per tutta la città e soprattutto per la Fiorentina che non sa ancora cosa succederà nei prossimi due-tre anni. Dovrebbe spaventare l’idea di aprire dei cantieri in maniera precaria, ammesso che qualcuno possa concorrere per un progetto ridimensionato, come pare di capire, senza avere la certezza del fine lavori. La Fiorentina deve avere certezze, deve programmare, deve sapere dove giocherà e con quanti spettatori. Insisto sulla mobilitazione generale per fermare il progetto di Nardella.
Il silenzio di tutti
—Di fronte a una battuta d’arresto come un’asta deserta, la seconda dopo quella della Mercafir, al fallimento di un’idea come questa, sarebbe logico chiedere le dimissioni del sindaco. Non le darà mai, ma il silenzio che fino ad oggi ha accompagnato questa inquietante vicenda affrontata con superficialità, deve essere squarciato. E non solo dalle opposizioni. Non si può ancora dipendere dall’ottimismo e dalle promesse di Nardella che sullo stadio ha detto di tutto e di più, fatto vedere plastici, organizzato manifestazioni pubbliche oceaniche e oggi, tre anni dopo, siamo ancora al nulla. Si può continuare a credere in questo restauro senza i soldi necessari?
E se l’idea adesso è quella di ridimensionare il progetto iniziale di Arup, è una procedura possibile? Che stadio verrà fuori? Chi decide chi è che cosa? Tutti interrogativi che aspettano risposte, le aspettano i cittadini e la Fiorentina. Dire basta, in un mondo normale, mi sembrerebbe una inevitabile conseguenza.
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