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Fiorentina, tutti i piani per ripartire. Ma scoppia il caso-Bonaventura

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L'allenatore della Viola Vincenzo Italiano sta pensando a delle modifiche al suo assetto di gioco: i gigliati devono riprendere la corsa se non vogliono perdere il treno per l'Europa in campionato
Enzo Bucchioni Editorialista 

La cena fra Italiano e il suo staff di lunedì scorso è un altro segnale che ci racconta come all’interno della Fiorentina si stia facendo di tutto, a tutti i livelli, per capire cosa stia succedendo e trovare la ricetta per uscire subito da questo momento molto delicato. La sconfitta di Lecce ha tolto tutte le maschere e adesso l’unico obiettivo è ripartire. Come? Lo vedremo, ovviamente. E’ chiaro che in questi due anni e mezzo ultra-positivi la figura e il lavoro dell’allenatore siano stati centrali, la squadra lo ha seguito in toto, i risultati sono arrivati anche perché la proposta calcistica era chiara e condivisa. E’ ancora così? C’è ancora la forza mentale (soprattutto) e fisica per guardare un orizzonte senza confini? Se dagli allenamenti e dai colloqui fatti Italiano ha avuto risposte positive, se questa squadra ha ancora un forte senso di appartenenza e crede in quello che fa, vuole continuare a superarsi, è giusto andare avanti sulla stessa strada, con lo stesso modulo, con gli stessi titolari, per sfruttare tutte le conoscenze acquisite. Una cosa comunque è certa: è il momento delle scelte drastiche. Negli uomini e nei moduli. “Chi mi ama mi segua”, uno slogan famosissimo degli anni '70, potrebbe diventare la nuova parola d’ordine di Italiano. E’ evidente che all’interno dei suoi principi di gioco l’allenatore debba però anche trovare nuove soluzioni perché sinceramente non se ne può più di aspettare Ikoné e Sottil, di sperare che Nzola si riprenda o Quarta diventi quel Gonzalo Rodriguez che non è mai stato. Scegliere è anche dire basta. E se, faccio un esempio, dovesse essere un problema il Bonaventura di queste ultime settimane, si dovrà provare a fare senza anche di lui e ne parlerò dopo.

Cambiare modulo, perché no?

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Capisco che è duro e doloroso, ma la vera Fiorentina manca da troppo tempo per non preoccuparsi e pensarle tutte. Questa squadra deve ritrovare compattezza e brillantezza, deve provare a superare in fretta il momento prima di scivolare ancora e perdere definitivamente il treno dell’Europa che conta, Europa League compresa. Nei momenti di difficoltà, ovvio, le scelte devono essere chiare anche se impopolari. Questa squadra, in questo momento, non regge il 4-2-3-1? Non tiene le distanze? Non ha equilibrio? Potrebbe essere allora il momento per andare su un calcio più basico, per passare la nottata. Ora che è tornato Nico (finalmente dovrebbe star bene) ed è arrivato Belotti, una soluzione pratica c’è: puntare su loro due. Senza esitazione. L’argentino è l’unico che può fare la differenza, il Gallo va rilanciato, la garra non gli è mai mancata e la porta la vede. E poi è una novità sulla quale attaccarsi per trovare nuove energie. Il 3-5-1-1 potrebbe diventare una scialuppa sulla quale ripartire. I tre difensori, con Milenkovic a guidare, coprono bene il campo. Sull’esterno ci sono due soluzioni intriganti sia a destra con Faraoni e Kayode, che a sinistra con Biraghi e Parisi. Gente che spinge, ma sa anche chiudere. In mezzo al campo senza Arthur, il terzetto Bonaventura, Mandragora e Duncan ha un senso. Davanti Nico e Belotti, ovviamente. E non penso a un 3-5-1-1 difensivo, tutti i moduli vanno interpretati e nel calcio fluido di Italiano ci potrebbero comunque essere le discese degli esterni (anzi meglio, devono coprire meno campo), la difesa può comunque stare più alta e usare Quarta in impostazione con due a coprire, il centrocampo può portare il pressing alto. Ma i moduli vanno tutti bene se interpretati bene. Sinceramente vorrei uscire dal "chi gioca, Nzola o Beltran?". Vorrei Belotti fisso. E vorrei uscire anche dal "quando Sottil farà l’ultimo step?". Sono due anni che aspettiamo. Come aspettiamo la fine delle scelte sbagliate di Ikoné. Ovviamente non voglio mica che questi giocatori siano mandati in esilio, ma ripartire su basi nuove si può, continuando a coinvolgerli in maniera diversa, a partita in corso o quando l’allenatore vedrà soluzioni anche per loro o con un cambio di modulo in corsa. Banale dirlo. Non ho parlato di Beltran perché è un giocatore giovane e interessante, da aspettare. E magari questo modulo, da prima punta con Nico dietro, o da seconda punta con Belotti, lo potrebbe anche favorire. Qualcosa va fatto e su questo, credo, siamo tutti d’accordo. Al di là del mercato che si doveva fare meglio, anche su questo l’accordo è totale, ma che ormai è finito e il continuare a parlarne ora porta via soltanto energie.


Jack, il contratto e le telefonate di Allegri

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E' chiaro che tutti i discorsi passino dal ritorno di Nico Gonzalez ai suoi livelli, dal recupero di Arthur (manca troppo) e da Bonaventura. Erano loro che facevano la differenza e da troppo tempo, per ragioni diverse, non la fanno più. E Bonaventura, purtroppo, sta diventando un caso. Le dure parole di ieri del suo procuratore Enzo Raiola sanciscono una rottura più o meno definitiva con l’ambiente viola. E non venga a dire, come ha detto, che sul futuro deve sentire Jack perché un procuratore quando parla non è possibile che non si sia sentito prima con il suo giocatore. So anch’io che Bonaventura è un grande professionista, ma siamo tutti uomini e questa strana vicenda di uno strano gennaio, potrebbe avergli rubato una parte della serenità e quindi del rendimento. La storia è nota. Bonaventura è in scadenza a giugno, ma il contratto si rinnova automaticamente con due terzi delle presenze. E’ stato contattato dalla Juve per convincerlo a liberarsi a gennaio, Allegri lo avrebbe anche chiamato personalmente più volte per prospettargli due anni di contratto. All’idea di giocare la Champions l’anno prossimo, con un ingaggio ritoccato nonostante i 35 anni in agosto, Bonaventura non è rimasto insensibile. Sarebbe andato volentieri alla Juve, ma la Fiorentina ha detto un no secco e stizzito. Bonaventura avrebbe rilanciato con una roba del tipo: allora rinnovatelo voi alle stesse cifre. Avrebbe ricevuto una risposta più o meno così: il contratto ce l’hai, c’è la clausola delle presenze per il rinnovo ormai vicine, non c’è da parlare. Come si vede una roba che comunque cade male in uno spogliatoio dove Bonaventura è un leader e ha indossato anche la fascia di capitano. Si parla anche di un confronto molto acceso con Barone. Guarda caso, in questa poca serenità, c’è stato pure il rigore sbagliato a Sassuolo. Ecco perché parlo di momento difficile. Ecco perché non mi tornano tante cose. Bonaventura in quattro anni ha dimostrato di essere un esempio, ha riconquistato la Nazionale, ha avuto un rendimento altissimo, ha parlato con Italiano, ora è di nuovo concentrato sulla Fiorentina, ma certi momenti possono lasciare scorie. Speriamo di no, ovvio. Ecco, allora domenica con il Frosinone mi piacerebbe ritrovare il vero Bonaventura. Se invece non fosse pronto, come detto, meglio aspettare tempi migliori. E a proposito, servirà anche la miglior Fiorentina per battere il Frosinone. I ciociari hanno tre o quattro giocatori sopra la media e giocano un buon calcio, s’è visto all’andata. Ma, al di là dell’avversario, vorrei prima ritrovare la vera Fiorentina.

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