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E lo scouting? Si pesca poco (e non bene) fuori dalle leghe top: i dati

Barone Pradè
Il dato sugli acquisti viola fuori dai top campionati non è positivo negli ultimi anni
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Molto spesso nelle sue conferenze stampa, Rocco Commisso si è soffermato sulla pochezza dei ricavi della Fiorentina. Cosa veritiera, anche se quest'anno la Conference porterà nelle casse viola diversi milioni. Ma il succo del discorso è un altro, senza ricavi non si può spendere troppo. Ed è vero. Ma non bastano i soldi per arrivare a grandi traguardi, servono anche idee. E sul mercato la Fiorentina negli ultimi anni ha un po' peccato sotto questo aspetto. Le fantomatiche plusvalenze non sono solo una chimera, come nel caso della Juve. Ma per società come quella gigliata sono ossigeno. Spendere poco e incassare tanto dalle cessioni. La viola questa operazione sembra non riuscire a farla nell'era Commisso. Andiamo a vedere dei dati, comparandoli anche con altre società

Uno scouting latente?

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A Rocco Commisso va riconosciuto di aver investito tanto nella Fiorentina, anche per i cartellini dei giocatori. Ma nei suoi anni, la Fiorentina ha perso quella che era una delle sue caratteristiche. Quella di scovare giocatori da piccoli campionati, e farli diventare dei campioni. Vedasi tutti i giocatori dell'est comprati da Corvino, Jovetic, Ljajic, Milenkovic e Vlahovic per esempio. Ma anche piccole gemme della prima gestione Pradè, come Marcos Alonso, preso dalla serie B inglese, dal Bolton. O Nikola Kalinic dall'Ucraina, oppure Salah, arrivato sì dal Chelsea, ma per quello che fece vedere in Svizzera al Basilea. Questi sono solo alcuni dei nomi arrivati a Firenze da campionati minori. Nell'era Commisso la viola ha acquistato 6 giocatori da campionati non considerati nella top 5 europea (abbiamo considerato i giocatori che hanno militato, o militano con continuità nella prima squadra). Dalla stagione 19/20 sono: Pedro dal Flamengo, Terzic dal Partizan di Berlgrado, Kokorin dalla Russia, Quarta dal River Plate, Cabral dal Basilea e Dodò dallo Shakhtar. Ecco di questi 6 acquisti solo Dodò ha aumentato sensibilmente il suo valore a Firenze. I valori degli altri non sono cresciuti, anzi. Quarta è passato dai 13 milioni all'acquisto ai 10 attuali. Cabral ha mantenuto il suo valore di 15 milioni( valutazioni di Transfermarkt). Pedro e Kokorin non hanno mai visto il campo a Firenze.


Il modello Sartori e Sabatini

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In Italia ci sono invece tante realtà che attraverso investimenti su campionati minori, hanno fatto le proprie fortune. Vedasi l'Atalanta, che è diventata una big, ma continua a pescare da campionati minori. Prendere Hojlund dall'Austria e Koopmeiners dall'Olanda sono state 2 grandi operazioni. Il Bologna di Sartori, che prima era all'Atalanta, oppure con la gestione Sabatini, ha trovato tanti giocatori da campionati minori. Come Ferguson, Hickey, Tomiyasu, Lucumi e Schouten. Certo direte il Bologna è arrivato dietro alla Fiorentina. Ma i felsinei con non molti soldi spesi si ritrovano in casa tanti bei gioiellini. Per non parlare di altre squadre come l'Udinese, o il Lecce di Corvino.

Questo non per criticare il lavoro della dirigenza viola. Ma per evidenziare come in assenza di molti ricavi lo scouting possa rappresentare una fonte di utili non da poco. Vedremo se in questa sessione di mercato la Fiorentina punterà su delle scommesse, che magari fra pochi anni potrebbero rappresentare delle gemme virtuose fatte in casa.

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