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L'imbucata

Fiorentina: avanti tutta, ma urgono i rinforzi

Magrini
L'analisi dopo la vittoria ai irgori che porta la Fiorentina per la terza volta consecutiva alle semifinali di Coppa Italia.
Matteo Magrini

Ma cosa deve fare ancora quest’omo”? La domanda ieri sera se la facevano in diversi e quell’omo, va da se, è Vincenzo Italiano. Uno che, giusto per ricordarlo ai tanti che spesso l’hanno indicato come un limite e non come un valore aggiunto, nel giro di due anni e mezzo ha, nell’ordine: preso una Fiorentina che lottava per non retrocedere e, nonostante a gennaio gli abbiano ceduto il giocatore più importante, l’ha riportata in Europa e si è spinto fino alla semifinale di Coppa Italia; il secondo anno poi, ha raggiunto due finali di Coppa e, nonostante un mare di difficoltà, ha raggiunto un altro piazzamento europeo; oggi invece, arrivati più o meno a metà stagione, ha trascinato i viola alla terza semifinale di Coppa Italia consecutiva (mai successo prima), ha vinto il girone di Conference e, tanto per gradire, ha chiuso il girone d’andata al quarto posto. Lo ripetiamo: quarto posto.

Il gruppo, il cuore

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Roba che a farselo raccontare, senza seguire da vicino il calcio, si farebbe fatica a credere. Anche perché per le mani il mister non ha mai avuto una rosa chissà quanto competitiva. E’ stato lui, con la preziosissima collaborazione di un gruppo spinto da un cuore enorme, ha spostare sempre più in là il limite e la partita col Bologna, da questo punto di vista, è stata forse la miglior rappresentazione di quanto stiamo dicendo. Una sfida che i viola si sono dovuti giocare nell’emergenza più totale: senza attaccanti esterni, con due centravanti ancora alla ricerca di se stessi, e con Bonaventura e Arthur (gli unici giocatori di un altro livello oltre a Nico) a mezzo servizio e costretti a partire dalla panchina. E così Italiano, quello che “non cambia mai, ci fa perdere le partite sempre allo stesso modo”, ha tirato fuori l’ennesimo coniglio dal suo profondissimo cilindro: difesa a tre, atteggiamento molto più accorto e modellato sull’avversario prendendo spunto, anche, dalla partita che si era giocata in campionato. La ragione principale però, sta nella mancanza di attaccanti esterni.


... e il mercato

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E così veniamo ad un tema che speravamo di non dover più affrontare e che, invece, resta di strettissima attualità: il mercato. E’ andata bene, ieri sera, ma col Sassuolo per esempio la Fiorentina ha pagato molto salato all’emergenza. A giocare col fuoco insomma, alla lunga rischi di bruciarti. Eppure, anche se in queste ore arrivassero super accelerate sul fronte delle trattative, i viola domenica giocheranno la terza partita in questo stato: senza Nico, senza Kouame, senza Sottil, con Brekalo ormai avviato verso Zagabria e con Ikoné che, come diceva ieri Italiano, “è Ikonè”. Un ritardo pesante e che poteva essere tranquillamente evitato. Anche perché la situazione era nota da tempo: si sapeva che sarebbe arrivata la Coppa d’Africa, si sapeva che l’ex Lille e che l’ex Torino non garantivano un rendimento all’altezza mentre Nico si è fermato a metà dicembre. C’era tutto il tempo insomma, per farsi trovare pronti.

Le idee

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E invece, arrivati quasi a metà gennaio (e ad una settimana dalla Supercoppa) la Fiorentina è ancora alla ricerca dei nomi e delle formule giuste. L’idea è più o meno questa: cedere Brekalo, Ikonè e Nzola e portar dentro due esterni (diciamo Ngonge e Bryan Gil del Tottenham) ed una punta (Kean) che possa finalmente dare un senso alla mole di gioco prodotta dalla squadra. Il problema è che nessuno aspetta all’infinito, e che la concorrenza non manca: sull’esterno del Verona per esempio si sta inserendo il Napoli, mentre sull’attaccante della Juventus c’è (anche) il Monza. Meglio muoversi, tanto per capirsi. Il rischio altrimenti (e non sarebbe la prima volta) è dover ripiegare su seconde o terze scelte e, tanto per tornare al punto di partenza, non sarebbe giusto. Per l’allenatore (che sta facendo più dell’impossibile), per la squadra (che si sta spremendo) ma anche o forse soprattutto per la società. Perché se si ha ambizione, enessuno mette in dubbio che Commisso ne abbia, certe occasioni vanno sfruttate. O, almeno, bisogna far di tutto per provarci.

Ieri sera invece, è scesa in campo una Fiorentina tecnicamente inferiore al Bologna. E pazienza se a qualcuno questa valutazione darà fastidio. Così è, però. O qualcuno pensa che Ferguson, Zirkzee, Orsolini (giusto per citarne qualcuno) siano peggio di Barak, Beltran (o Nzola) e Ikonè? Per fortuna (anzi, per merito di allenatore e giocatori) è andata bene, ma non si può andare avanti così. Perché il calcio non è una scienza esatta ma molto spesso, alla lunga, i valori vengono fuori.

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